Il percorso espositivo della mostra propone una serie di ritratti eseguiti dall'artista tra il 1985 e il 1999 e realizzati in formato gigante con una Polaroid 24 x 24 o con una vecchia Fulmer & Schwing 11 x 14 pollici. La sua è una foto minimalista: il soggetto posa davanti a un fondale prevalentemente grigio, investito da una sola luce. Per ogni posa l'artista esegue pochi scatti. Timothy Greenfield - Sanders è noto fin dagli anni Ottanta in America per avere fotografato artisti, architetti, politici e attori di primo piano.
Le opere più rappresentative dell'attività del celebre fotografo americano Timothy Greenfield - Sanders saranno esposte dal 9 al 16 marzo 2002 presso la galleria d'arte milanese ACS EDITIONS che ha sede presso Palazzo Borromeo in via Borromei 2.
Il percorso espositivo della mostra propone una serie di ritratti eseguiti dall'artista tra il 1985 e il 1999 e realizzati in formato gigante con una Polaroid 24 x 24 o con una vecchia Fulmer & Schwing 11 x 14 pollici. La sua è una foto minimalista: il soggetto posa davanti a un fondale prevalentemente grigio, investito da una sola luce. Per ogni posa l'artista esegue pochi scatti. Timothy Greenfield - Sanders è noto fin dagli anni Ottanta in America per avere fotografato artisti, architetti, politici e attori di primo piano.
La mostra avrà i seguenti orari da lunedì a sabato: 10.30 - 13.00/15.00 - 19.00
La galleria ACS EDITIONS si trova nel centro storico di Milano e propone nel suo spazio espositivo e sul sito internet www.acseditions.com, multipli d'arte in tiratura limitata realizzati in esclusiva per ACS EDITIONS.
I lavori, commissionati a personalità già affermate o a giovani artisti emergenti del panorama artistico internazionale, sono prevalentemente opere grafiche. In alcuni casi si tratta di fotografie, ceramiche, sculture. Ne sono un esempio i lavori eseguiti da Haim Steinbach, Michelangelo Pistoletto, Domenico Bianchi e Joseph Kosuth. ACS EDITIONS pubblica inoltre monografie dedicate agli artisti di cui produce le edizioni. Attualmente circa 50 artisti di tutto il mondo hanno lavorato per ACS EDITIONS.
Nel corso del 2001 il calendario degli "Incontri con l'artista" ha testimoniato l'intenzione da parte di ACS EDITIONS di essere un punto di riferimento nella vita culturale della città . Alla presenza degli artisti e di noti critici sono state organizzate serate di approfondimento sulla loro attività .
ACS EDITIONS ha collaborato inoltre con enti culturali e artistici al fine di promuovere l'opera di giovani emergenti e di creare nuove occasioni di diffusione dell'arte contemporanea.
Nell'aprile 2001, in partnership con la Fondazione Trussardi Marino alla Scala è stata organizzata una serata dedicata all'opera di Hellen van Meene, presentata da Mariuccia Casadio.
Tra gli artisti rappresentati da ACS EDITIONS segnaliamo: Domenico Bianchi, Ross Bleckner, Alighiero Boetti, Botto & Bruno, Enzo Cucchi, Francesca Gabbiani, Robert Gligorov, Anthony Goicolea, Timothy Greenfield-Sanders, Konrad Klapheck, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Haim Steinbach, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, David Salle, Julian Schnabel, Thomas Schutte, Do-Ho Suh, Hellen van Meene.
Timothy Greenfield-Sanders
Portraits
A cura di Demetrio Paparoni
L'illuminazione che Greenfield-Sanders usa è abbastanza semplice: in studio illumina quasi sempre i suoi soggetti dall'alto e da destra. Nonostante l'evidente ripetitività di questa tecnica, è capace di raggiungere infinite sfumature di effetti scultorei. Si è anche servito per molti anni di un obiettivo d'antiquariato con una scala focale molto ridotta, cosicché nel suo spazio tridimensionale egli mette a fuoco soltanto uno stretto piano bidimensionale. Di solito risultano perfettamente a fuoco gli occhi del modello, mentre le mani, i vestiti e anche altre parti del viso sono più o meno sfocati a seconda della loro distanza dal piano focale. Da un punto di vista formale, Greenfield-Sanders è senz'altro un minimalista. E come accade nel caso di ogni minimalista di successo, ciascun elemento apparentemente semplice ha invece più livelli di significato. Perciò l'obiettivo fuori fuoco costringe l'attenzione a bloccarsi sugli occhi del modello; allo stesso tempo ci rende consapevoli della trasformazione dello spazio fisico in un piano bidimensionale; infine ricollega il lavoro di Greenfield-Sanders alla fotografia ottocentesca, in particolare all'ossessione del registrare. Greenfield-Sanders è una specie di Atget della scena culturale contemporanea. Fin dai primi lavori anche lui, come Warhol, archivia maniacalmente le personalità dei mondi in cui abita.
A partire dal 1980, ha realizzato serie di ritratti di artisti degli anni Cinquanta, di critici d'arte, di fotografi (la sua prima serie di Polaroid) e affidato agli annali centinaia di suoi contemporanei appartenenti al mondo dell'arte degli anni Ottanta e Novanta. Più di recente ha cominciato a fotografare attori e musicisti con la stessa inesauribile energia. Come altri aspetti della sua arte, la catalogazione di Greenfield-Sanders mette in luce due atteggiamenti contrastanti: da un lato egli fotografa tutti coloro che appartengono a un campo che gli interessa senza considerare le proprie opinioni circa il loro lavoro o il loro successo; dall'altro le sue serie riflettono sempre i suoi interessi personali. Per esempio, alla Columbia University, Greenfield-Sanders ha studiato Storia dell'arte, il che rende conto del suo interesse per i critici d'arte, mentre l'acuirsi della sua attenzione verso gli artisti degli anni Cinquanta è conseguenza del fatto che suo suocero è Joop Sanders, pittore della New York School. Il modo in cui Greenfield-Sanders è diventato fotografo spiega il suo approccio al lavoro e alla carriera. Dopo aver frequentato la Columbia University, egli proseguì gli studi all'American Film Institute di Los Angeles con il desiderio di intraprendere una carriera nella cinematografia. Il corso al Film Institute consisteva nello studio intensivo di diversi attori e registi, ognuno dei quali visitava poi la scuola per incontrare gli studenti. La politica dell'AFI contemplava che questi ospiti così famosi fossero fotografati per l'archivio e le pubblicazioni dell'istituto. All'epoca nessuno degli aspiranti registi volle farsi carico di questo lavoro apparentemente di poco conto, eccetto Greenfield-Sanders, il quale fu ben felice dell'opportunità di conoscere e fotografare leggende viventi quali Bette Davis, Alfred Hitchcock, Ingmar Bergman e Satyajit Ray. Egli ricorda che proprio da questi grandi talenti cominciò a imparare l'arte della fotografia e dell'illuminazione - molti di loro erano infatti contentissimi di insegnare al giovane studente quale fosse la migliore angolazione o dove fosse meglio posizionare le luci.
Peter Halley
Da Timothy Greenfield-Sanders,
Selected Portraits 1985-1995,
catalogo della mostra, Kunst-Station Sankt Peter, Köln,
gennaio-febbraio 1996;
pubblicato in tema celeste 61,
marzo-aprile 1997
ACS EDITIONS
Palazzo Borromeo
via Borromei 2
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