The indifferents. Un percorso in cui l'apparente 'ripetizione' dell'opera viene simultaneamente smentita. Il tentativo di dipingere due quadri uguali sposta l'attenzione del pubblico sull'abilita' pittorica, la copia, l'indifferenza. L'opera letteraria di Moravia e' la traccia nascosta che segue la pittura di Sarra in un dialogo segreto che sposta continuamente il proprio oggetto.
Il titolo dell’ultimo progetto di Sergio Sarra “The indifferents” è esplicitamente ispirato al romanzo italiano di Alberto Moravia “Gli indifferenti”. L’opera letteraria è del 1929, epoca a cui è evidentemente molto interessato l’artista, che fa spesso riferimento alla metafisica di Giorgio De Chirico, all’automatismo surrealista e al metodo paranoico-critico di Salvador Dalí.
In questa occasione Sarra elabora un percorso in cui l’apparente “ripetizione” dell’opera viene simultaneamente smentita. Il tentativo di dipingere due quadri uguali sposta l’attenzione del pubblico sull’abilità pittorica, la copia, l’indifferenza. Lo sforzo esercitato diventa un “impegno controvoglia”.
Sulla stessa sequenza è realizzata una installazione composta da due grandi disegni su vetro attraversati dalla luce al neon. Un muro basso, posto al centro della stanza, fa da diaframma fra le due opere poggiate a terra, impedendone la contemporanea visione d’insieme.
L'opera letteraria di Alberto Moravia è la traccia nascosta che segue in questa circostanza la pittura di Sarra in un dialogo segreto che sposta continuamente il proprio oggetto. Gli edifici disegnati con geometrie sconosciute, i volti e i gruppi compositivi zoomorfi che celano ulteriori figure combinatorie sono le presenze con cui l'artista occupa i tre ambienti della galleria. Nello spazio apparentemente vuoto del quadro si costruisce un mondo prismatico in cui la sequenza delle cose è ribaltata per formare un nuovo enigma.
Sergio Sarra è nato nel 1961.
Nel 1989 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nello stesso anno viene invitato alla Biennale del Mediterraneo a Barcellona. Si trasferisce a Roma dove tiene la sua prima personale nella galleria Alice con una installazione di quattro lunghi “vetri” disegnati, poggiati a terra e attraversati dalla luce bianca di neon industriali. Nel 1993 è invitato alla Biennale di Venezia nella storica edizione di “Aperto”. Negli anni successivi sviluppa nuovi progetti come la rivista aperiodica di sole immagini “Orlo” (1997) e la performance “TRAVE exercise” (1998). Sarra partecipa a diverse edizioni di “Fuori Uso” e a mostre internazionali come “Odisseo” (Bari, 1998) curata da Giacinto Di Pietrantonio. Nel 2000 espone a Roma da “Volume!” e cura “Conversione di Saulo” a Palazzo Odescalchi. Nel 2001 partecipa alla mostra “Window onto Venus” alla Biennale dell'Avana.
Negli stessi anni realizza le sue “Table sculptures” ed elabora varie performances tra cui “D. dal vero n. 1”, realizzate successivamente per il Micromuseum di Palermo (2004) e per il MNAC di Bucarest (2007).Nel 2004 conosce il filosofo Umberto Curi per il quale disegna la copertina del suo libro “La forza dello sguardo” editato da Bollati e Boringhieri. Successivamente Curi scriverà un testo per il progetto “Ipotesi di Biblioteca di Chimica dell’Università di Padova” (Fuori Uso, 2006). Negli anni seguenti tiene diverse personali nelle città di Porto (2006), Roma (2007), Lisbona e Milano (2008) e partecipa a numerose collettive come “Altered states” curata da Nicolas Bourriaud e Paolo Falcone al WAX di Budapest, “Cose mai viste” curata da Achille Bonito Oliva alle Terme di Diocleziano a Roma e al progetto “An inquiry on chaos” curato da Manuel Cirauqui.
Immagine: Moderna architettura prismatica, 2009, tempera su tavola, cm. 57,5x35, foto di Paolo Angelucci
Inaugurazione: giovedì 18 marzo ore 18.30
GALLERIA CESARE MANZO_ROMA
Vicolo del Governo vecchio 8, 00186 Roma
Orari: dal martedì al venerdì 16-20; sabato 15,30-19
Ingresso libero