#occupygreece

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Indice :

1 Alla Biennale #occupytheworld free access to culture

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11 #occupyitalia










Gli amici di Alexis 
Non sparate sui nostri sogni.

Lettera degli amici di Alexis
Siamo i vostri figli! I noti sconosciuti!
Vogliamo un mondo migliore!
Aiutateci. Non siamo terroristi, “incappucciati”, “i soliti ignoti”.


Sogniamo, non uccidete i nostri sogni.


Abbiamo l’entusiasmo, non uccidete il nostro entusiamo.


Ricordatevi!


Siete stati giovani anche voi.


Adesso inseguite il denaro, vi interessate solo delle “vetrine”, siete ingrassati, avete perso i capelli, avete dimenticato!


Aspettavamo il vostro sostegno

Aspettavamo il vostro interesse per farci sentire orgogliosi di voi.


Invano!


Vivete una vita falsa, avete chinato la testa, vi siete piegati e aspettate il giorno in cui
morirete.


Non immaginate, non vi innamorate, non create.


Solo vendete e comprate.


Cose e oggetti dappertutto.


Amore da nessuna parte, verità da nessuna parte.


Dove sono i genitori? 

Dove sono gli artisti?


Perchè non vengono fuori a proteggerci?
Ci uccidono!


Aiutateci



i ragazzi


Ps: non tirateci altri lacrimogeni, stiamo già piangendo

 


NON C’É PACE SENZA GIUSTIZIA

La brutalità della polizia


Purtroppo, l’assassinio brutale di Alexis Grigoropoulos non è arrivato come un fulmine a
ciel sereno. Assurdo, decisamente non provocato, è stato eseguito a freddo ed è stata
una “morte preannunciata” indipendentemente da quanto dichiara lo sbirro omicida e il
suo padrino difensore. E ciò in quanto la mano dell’assassino è stata armata dalla diffusa,
mai punita e legalizzata violenza poliziesca degli ultimi anni riversata agli immigrati,
i tossicodipendenti, i rom e i giovani “vivaci”, dallo stato poliziesco generalizzato, dal
consolidamento della corruzione poliziesca e della figura dello sbirro- Rambo che si vanta
per aver brutalmente menato gli immigrati e aver umiliato i drogati. 
 Purtroppo Alexis è
stato sacrificato sull’altare della “sicurezza”, che riempie le città di assassini in divisa, che

fa annegare i profughi nel mar Egeo, che cerca di convincere il lavoratore, il disoccupato,
il licenziato e il precario che la minaccia non arriva dal ricco, dal capitale, dallo stato e
dalle multinazionali, ma da chi è ancora più povero di lui, dal perseguitato, dal paria,
dallo sfollato, dal diverso.
 
 Per quanto possa sembrare utopico e strano noi insistiamo nel
proporre che


◦vengano sciolti i reparti delle Forze dell’ordine MAT e gli agenti speciali


◦la polizia venga disarmata



Lo sfruttamento delle nostre vite
 
 
 Il neoliberismo non consiste solo nella sfrenatezza dei mercati. E neanche solamente nel maggior sfruttamento e nell’oppressione dei “subalterni”. 
 Consiste principalmente nello sfrenato predominio dei ricchi sui poveri, nel totale disprezzo dei diritti individuali e collettivi. Ancora peggio questi ultimi vengono “demonizzati’ e considerati colpevoli della miseria e del degrado del pianeta. 
 
 

Fortunatamente il mito “della fine della storia” è crollato. La pseudoteoria del “benessere dei liberi mercati” si sta rendendo ridicola. La crisi economica globale non lascia spazio alla minima illusione sulle menzogne dei potenti. Il governo Karamanlis ha smantellato il settore pubblico, ha portato alle stelle il carovita, ha depredato il patrimonio sociale, ha derubato i fondi assicurativi, ha condannato centinaia di migliaia di persone al precariato, alla povertà e all’emarginazione sociale. E per fare tutto ciò ha venerato la Chiesa onnivora e l’antropofagia della Giustizia e della Polizia.
 
 Questo governo che depreda l’ambiente, che svende il settore pubblico, che umilia il lavoro umano, che uccide profughi e assassina ragazzi se ne deve andare. E non perché a esso ne segua uno del PASOK che a sua volta ha assassinato Kaltezas e ha votato la legge contro il terrorismo, ma perché non li reggiamo piu`, perché meritiamo una vita più umana.


La sommossa
 
 
 L’assassinio crudele di Alexis ha fatto esplodere la sommossa più grande del periodo dopo i colonnelli. Abbraccia tutto il territorio ed è più vasto, più di massa, più deciso di quello del 25 Maggio 1997 contro la legge 330 , di quello del Politecnico dell’80, del movimento contro l’assassinio di Kaltezas nel 1985, della reazione all’assassinio di Tembonera.
 Questa sommossa non è stata provocata solo dall’esecuzione brutale di Alexandros Grigoropoulos. È stata l’espressione dell’asfissia, della rabbia e dell’odio di un mondo intero (lo chiamano precariato…) che subisce quotidianamente gli effetti del mondo perbene dei ricchi: precariato, instabilità nel lavoro, umiliazioni continue, violenza poliziesca nelle piazze, negli stadi, per le strade, soppressione di ogni speranza per una vita umana.


Oltre agli anarchici e agli “anti-potere” che per principio partecipano agli scontri, gran parte della sinistra radicale, benchè contraria al ”rompere” e “devastare”, non si è schierata con l’ordine, non ha condannato gli “orrori”, è uscita per strada, ha manifestato insieme agli “incapucciati” ha urlato ‘loro parlano di profitti e danni noi parliamo di vite umane”, ha capito che “l’azione precede la teoria” e si è contrapposta in maniera incondizionata alla crudeltà della polizia. Speriamo che questo continui…


Le lotte sociali non sono né innocenti né colpevoli , sono giuste. Se migliaia di persone sono incappucciate è perché hanno un volto.