20_11_2014 - Intervista ad Ati Suffix: le contraddizioni della Biennale e lo sguardo sulla città

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Indice :

1 Interviews

2 20_11_2014 - Intervista ad Ati Suffix: le contraddizioni della Biennale e lo sguardo sulla città

3 9_12_2014 - Intervista a Kontraakt: discutere pratiche ed eventi al di là della Biennale di Design

4 18_12_2014 - Intervista a Ek Biç Ye İç: coltivare in città nella 'vetrina Biennale'


"What is the future now?"
Questa domanda è ispirata alla celebre affermazione di Paul Valery "L’avenir est comme le reste: il n’est plus ce qu’il était", o 'il futuro non è più quello di una volta'. Il dilemma che ha dato vita alla linea teorica e formale della Biennale offre il pretesto per discussioni e confronti con i designer e i professionisti sulle prospettive, il senso e la personale percezione della manifestazione.


Giovedì 20 novembre ho speso una giornata con i membri (artisti, designers, architetti?) del giovane collettivo romano Ati Suffix, presenti alla Biennale come disturbATI con il progetto performativo ABC Manifesto - Writers and Consultants e da giorni attivi in città con azioni a contatto con gli abitanti. Giovedì hanno ambientato l'azione in un locale per scommesse tradizionalmente per soli uomini, una scelta inusuale a causa della presenza di diverse donne nel gruppo.
Matteo Locci ha risposto pazientemente alle mie domande.

Come nasce questa azione?

"Solitamente cerchiamo di farci dirottare dagli input delle persone con cui collaboriamo; oggi lavoriamo con un collettivo locale sulla condizione dell'artista in cerca di idee. Cercavamo un luogo in cui poterci ispirare, e abbiamo deciso per un locale di scommesse sulle corse dei cavalli, dove la dipendenza dal gioco è accettata e accompagnata da rituali individuali o collettivi propiziatori per la vittoria; un ambiente ideale da cui prender spunto per azioni creative contestualizzate. Devo dire che per noi è una cosa nuova l'essere così visibili, ma approcciamo la cosa consapevoli di essere stranieri in un ambiente tradizionalista; una donna turca vivrebbe questa condizione con molto più imbarazzo."

Sicuramente, l'azione di oggi si discosta dalle precedenti azioni, una su tutte ''Luxurious Sniffing'', performata nel quartiere di Fikirtepe qualche giorno fa.

"Come ho detto prima, quello che stiamo facendo oggi deriva da uno degli input delle persone locali, che ci stanno permettendo in realtà di conoscere lati di Istanbul che da soli non avremmo altrimenti saputo immaginare. L'azione di Fikirtepe è più in linea con i presupposti iniziali del nostro progetto, dove l'intento era di studiare criticità chiave della città da cui partire per sviluppare progetti specifici coi collaboratori.
Rispetto al quartiere di Fikirtepe, volevamo portare attenzione sul veloce mutamento del luogo a causa della forte pressione immobiliare. Diversamente da altri quartieri della città, sottoposti a forti sventramenti e acquisizioni compatte di grandi lotti, qui le agenzie immobiliari comprano le case con il passaggio 'porta a porta', ed una volta acquisito un intero complesso di palazzi, lo distruggono per ricostruirne di nuovi, più moderni e lussuosi. Questo comporta che, fino al raggiungimento del numero ideale, metà case sono disabitate poiché già comprate, portando ad un spopolamento 'a singhiozzo'. Ciò che ci interessava condividere con chi è in qualche modo costretto a vendere era la consapevolezza della perdita di qualcosa di più intimo e personale di uno spazio, come i ricordi. Il quartiere una volta trasformato cambierà non solo profilo, ma anche odori; per queste persone significherà la cancellazione di un ambiente sensoriale legato alla propria storia. La dimensione olfattiva è intimamente connessa alla memoria, una tematica che chi lavora sull'alterazione dei territori non considera abbastanza – neanche, che so, coinvolgendo developers che creino essenze o profumi dagli odori del quartiere del passato!; la nostra azione è partita da questo spunto per coinvolgere gli stessi residenti in una riflessione su quale sarà la memoria del quartiere, nel futuro. Invece di usare la convenzionale forma dell'intervista, abbiamo messo in scena una 'odorazione collettiva' girando di strada in strada e di casa in casa per raccogliere dei campioni olfattivi degli ambienti e costituendo un archivio di odori per una futura linea di 'profumi del quartiere' antecedenti la trasformazione. Ovviamente per noi il coinvolgimento diretto delle persone è e rimane il punto più importante; ci hanno fatto entrare nelle case molto spesso, sorprendentemente!"

Questo approccio ha caratterizzato anche la performance che avete già operato questo luglio e che porterete avanti nei prossimi giorni, riguardante il nuovo canale di collegamento tra Mar Nero e il mare Marmara...

"Questa azione riguarda un progetto che sarà soggetto del prossimo scontro politico ad Istanbul, uno scontro in realtà già in atto ma non ancora eclatante. La costruzione dell'Istanbul Kanal è presentata dalla municipalità come la risposta al problema del traffico commerciale che, a suo dire, affligge il Bosforo; questo massiccio intervento di fatto trasformerà radicalmente l'assetto urbano e demografico delle zone oggetto della ricostruzione, influenzando anche le piccole realtà commerciali [il percorso del canale attraverserà i distretti di Küçükçekmece, Başakşehir – quartieri di Altıntepe, Güvercintepe e Şahintepe, e Arnavutköy – villaggio di Karaburun – n.d.a.]. Nel nostro precedente passaggio abbiamo portato una corda di 125 metri circa [approssimativamente la larghezza del futuro canale - n.d.a.] in uno dei distretti, e abbiamo coinvolto gli abitanti in un confronto/scontro sul progetto misurando pezzi di strada e di complessi abitativi e chiedendo ''secondo te, il canale dove passerà?''. In questi giorni torniamo ad investigare sui posti migliori in cui si potrà pescare e per annunciare l'apertura di un negozio per pescatori, cercando già di vendere delle false licenze di pesca. Questa come le altre azioni vuole provocare ma anche far riflettere sull'assurdità in cui spesso ricadono progetti pianificati ed imposti dall'alto, che non considerano la realtà delle cose e spesso ragionano su immaginari e misure astratte."

Ritornando invece al progetto ABC Manifesto – Writers and Consultants, posso chiederti com'è nato e come si è sviluppato?

"La divisione di scrittura e consulenza per la creazione del proprio Manifesto nasce come presa in giro della stessa Biennale, come critica rispetto al tema principale e alla riflessione ormai obsoleta sul Manifesto. Oltre a questo, ci siamo resi conto come assieme all'impostazione sbagliata, la Biennale ha avuto anche un approccio strano, non avendo prodotto progetti pensati per la città; assurdo se si pensa che ormai una Biennale per avere senso deve almeno provare a sviluppare una riflessione sul luogo che la ospita. Abbiamo usato la scusa del fake per proiettarci sulla città, per scoprirla attraverso il nostro linguaggio cinico e dissacrante e programmare degli interventi: da lì è nata l'idea della Real Estate, che assieme alla divisione Writers and Consultants forma la ABC Corporation. Ovviamente per fare un lavoro che abbia senso e non si riduca all'autoreferenzialità, c'è bisogno e ci siamo appoggiati all'interpretazione di collaboratori locali, che ci hanno aiutato a comprendere meglio la città oltre all'ovvio aiuto per il gap linguistico. Con loro continua il lavoro per la creazione di interventi effimeri: uno dei punti che più ci sta a cuore è il valorizzare l'intervento effimero reale, dando rilevanza a progettualità di poche ore; non si può arrivare sempre a ragionare sui massimi sistemi o su progettualità a lungo termine. Giochiamo appieno il nostro ruolo di esterni, estranei alla città, che in quanto tali hanno il dovere di essere impertinenti e fare cose che, magari, i locali non farebbero. Dire, insomma, quello che uno non si aspetta, accollandosi anche il rischio di sbagliare."

Concretamente, cosa avete messo in piedi negli spazi della Biennale?

"Nella Galata Greek School ci hanno assegnato uno spazio all'ultimo piano, che prima delle pulizie sembrava brutto e invece si è rivelato bellissimo. Noi siamo solitamente interessati a lavorare 'al di fuori', non cerchiamo gli spazi museali tradizionali e in questa occasione specifica non ci interessava replicare il clima da 'pubblico ammaestrato' di tali istituzioni, quindi abbiamo omesso nella descrizione la voce 'performance' ed abbiamo creato la sede della ABC Corporation, questa fantomatica agenzia di servizi che, intanto che è operativa con la Real Estate in giro per la città per rendere la città più 'friendly' ai potenziali investitori, guida i visitatori della sede nel fintissimo processo di scrittura del loro Manifesto [al grido letterale di ''your fame, our satisfaction!' - n.d.a.]. ABC Manifesto – Writers and Consultants è stato soprattutto il nostro modo di condividere con il pubblico l'assurdità dello scrivere un Manifesto, oggi."

La mia ultima domanda è sul collettivo: come nascete e che obiettivi vi ponete, se ve ne ponete alcuni?

"Potrei dire che il gruppo nasce innanzitutto da un obbiettivo comune, che è quello di imparare dalle azioni, facendo qualsiasi cosa con la necessità di condividere la dimensione performativa con le persone che coinvolgiamo e traendo degli spunti per il futuro. Il suffisso ATI nello specifico ci permette di rendere il nostro approccio ambivalente: per ogni azione scegliamo una parola chiave, in questo caso disturbATI, che definisce una condizione nel contesto della performance, ma che rappresenta anche un invito al pubblico, in questo caso appunto, a 'disturbarsi'. Non siamo performer professionisti, abbiamo quel 'grado zero' della dimensione performativa che apre le porte al pubblico; è molto facile per le altre persone interromperci, siamo talmente goffi che chiunque può inserirsi, riuscendo alla fine a partecipare effettivamente. Speriamo di non perdere tutto questo, purtroppo stiamo migliorando, e questo mi preoccupa molto...effettivamente la sperimentazione migliore che facciamo non è legata ai temi (anche se tendiamo ad una iperconcettualizzazione), ma si concentra sul come la performance possa essere un luogo di condivisione, e possa creare nuove modalità di confronto. Se perdiamo questo...cambiamo nome!"

Intervista a cura di Elena Malara

http://abcmanifesto.wordpress.com/
http://www.atisuffix.net/


Le altre sezioni:

Now happening at the Design Biennale
http://www.undo.net/it/my/TasarimBienali2014/306/833

Impressions from the city
http://www.undo.net/it/my/TasarimBienali2014/304/831

Ulteriori informazioni su Istanbul Design Biennial http://www.undo.net/it/mostra/182795


Fotografie dell'autrice dove non altrimenti specificato.




ABC Manifesto - Writers and Consultants











Foto di Manuela di Felice







performance al locale di scommesse







costruzione delle 'maschere cattura odori' per la performance 'Luxurious Sniffing'



'Luxurious Sniffing' a Fikirtepe







Foto di Ozge Sahin



misurazioni per l'Istanbul Kanal