Cesare Viel

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Indice :

1 1^ Vetrinale

2 Franco Ariaudo

3 Elena Bellantoni

4 Zaelia Bishop

5 Rä Di Martino

6 Silvia Giambrone

7 Donatella Landi

8 Liliana Moro

9 Chiara Mu

10 Matteo Nasini

11 Valentina Noferini

12 Roberto Pugliese

13 Marta Roberti

14 Donatella Spaziani

15 Cesare Viel




"Thelonious"
audio, dur.3’00’’, 2012

"Thelonious" è un omaggio, del tutto ironico e personale, alla musica e alla personalità del compositore jazz statunitense Thelonious Monk (1917-1982), che considero un “maestro di stile”. Fin dalla prima volta che mi è capitato di sentire la sua musica ho immediatamente avvertito la sua originalità, la differenza rispetto a tutti gli altri. Ho sempre amato il suo particolare modo di suonare il piano e in generale di comporre; un atteggiamento del tutto personale, molto raffinato, e profondamente impaziente verso qualsiasi schema culturale accademico prestabilito.
La sua eccentrica e irregolare eleganza è un invito incessante alla ricerca e rivela la tensione fondamentale che qualsiasi forma d’arte dovrebbe porsi il compito di praticare. Una tensione fatta di sensibilità sempre accesa, ostinata libertà dai canoni, capacità d’invenzione.
Per realizzare questo audio sono partito da un pezzo strumentale di Monk intitolato “Think of One”. Ho provato più e più volte a farlo vivere e risuonare in me, a “cantarlo a memoria”, abitando e reinterpretando la sua particolare cadenza corporea - il suo respiro -.
L’ho registrarlo nel mio minuscolo e privato studio di registrazione: la mia cabina armadio, senza rispettare una tecnica, ma sforzandomi con naturalezza di andar dietro a quel ritmo semplice, vitale, ripetitivo e trascinante, e aiutandomi ogni tanto facendo schioccare le dita. Talvolta oltre alla mia voce, ho inserito, in fase di montaggio, dei micro frammenti dello stesso pezzo strumentale suonato da Monk: una sottolineatura ulteriore. Come quando, leggendo una frase che ci piace e ci convince, ci impegniamo a ripeterla e a pronunciarla dentro di noi, per ripensarla, e così la sottolineiamo con la penna lì sulla pagina stessa, per cercare di non farcela sfuggire. Una frase è come un pezzo musicale: suona dentro di noi e la comprendiamo meglio ascoltandola, facendola risuonare in noi a sua volta, più volte.
Ascoltare questo breve audio - facendoci cogliere di sorpresa - in un'altra cabina, il camerino di prova di un negozio di abbigliamento, ritengo sia un’ulteriore stimolante prova di tenuta dell’intero progetto. Misurare e far agire su di sé una diversa grammatica compositiva, mettendo ancora una volta alla prova il nostro corpo, la nostra identità in divenire.