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Equipèco Anno 10 Numero 36 estate 2013



Yue Minjun

Michela Santini

Il grado zero della risata



Trimestrale di arte e cultura


SOMMARIO EQUIPèCO n.36
anno X – Estate_Summer 2013


In copertina | Cover stories

1ª - Nam June Paik
Luciano Pavarotti, 1995
Radio, monitor e oggetti vari
Collezione privata
Courtesy Galleria Civica di Modena
4ª - Fiorella Corsi
In Fabula, 2011
Courtesy dell’artista

SOMMARIO | CONTENT

EDITORIALE | EDITORIAL
4_Scritti_Écrits. Ouverture della raccolta
Jacques Lacan
5_Esperienza_Experience
Carmine Mario Muliere

PAROLE ITALIANE | ITALIAN WORDS
6_REALTÀ, ILLUSIONE

PROGETTI | PROJECTS
7_Velature
Muliere
8_55. Biennale di Venezia, Il Palazzo Enciclopedico
Paolo Baratta - Massimiliano Gioni
23_Nagasawa. Ombra verde
A cura di Bruno Corà e Aldo Iori
34_When Attitudes Become Form: Bern/Venice 1969-2013
A cura di Germano Celant
42_MLAC index 2000-2012
Simonetta Lux

MODERNITÀ E CAMPO DELL’ARTE_MODERNITY AND ART FIELD
50_Esplorazioni artistiche delle conoscenze scientifiche
Raffaele Quattrone

ARTe | ART
38_Nam June Paik e l’Italia
Luca Maffeo
56_Yue Minjun: il grado zero della risata
Michela Santini

INTERVISTA | INTERVIEW
58_Fiorella Corsi
Michela Becchis

CINEMA
81_Neil Labute: Some Velvet Morning
Giulia Verde

TEATRO | THEATRE
84_UOVO, The scene
Azzurra de Gregorio

ARCHITETTURA | ARCHITECTURE
30_MAXXI Architettura: ENERGY
A cura di Pippo Ciorra
32_Serpentine Gallery Pavilion 2013 by Sou Fujimoto
A cura di Julia Peyton-Jones e Hans Ulrich Obrist

DOCUMENTAZIONE | DOCUMENTATION
45_Archivi Digitali nel Tempo e lo Spazio
Alessandro Califano e Simona Caraceni
49_Occhio al documento_Documents – Watch Out!
Elisabetta Bianchi

GALLERIE | GALLERIES – A cura di Roberta Colafranceschi
72_Milano - HangarBicocca, Mike Kelley
73_ A arte Studio Invernizzi, Günter Umberg
74_Viafarini DOCVA, Angelo Sarleti
74_Marina di Scarlino (Gr), Spazio Transiti
75_Bologna, //:(TT)+U=Think The Unthinkable
75_Venezia - César Meneghetti - I/O_Io è un altro
Punta della Dogana – François Pinault Foundation
76_Cinisello Balsamo - MdF, Gabriele Basilico
76_Londra - Sumarria Lunn Gallery, Yun-Kyung Jeong
78_Roma - Cristiano Petrucci
Togaci
79_Veronica Montanino
Olivia Spatola
77_Velletri - RM - Chiesa San Francesco, Vincenzo Pennacchi, La carne e lo spirito
Claudia Zaccagnini
80_Studio Marini, 7ª Ed. Arte nell’Orto

LETTERATURA | LITERATURE
64_Giuseppe Pontiggia.
La letteratura e le cose essenziali che si riguardano
Rossana Dedola

RACCONTO | TALE
68_Alla fine del lungo sentiero
Enrico Smith

ARGOMENTI | TOPICS
70_Il Diritto di Seguito
UNSA

POESIA | POETRY
71_La Fede - Poesie e Libri d’Artista
A cura di Antonio Natale Rossi
90_Rosa Pierno
Flavio Ermini

FOTOGRAFIA | PHOTOGRAPHY
88_Natura e Pensieri
Timoteo Salomone

94_LIBRI | BOOKS
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

L’Archivio delle carte di Enrico Prampolini
Anna Maria Di Stefano
n. 37 autunno 2013

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Raffaele Quattrone
n. 35 primavera 2013

Le fonti della pittura aborigena
Judith Ryan e Philip Batty
n. 34 inverno 2012

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Luca Maffeo
n. 33 autunno 2012

Jan Fabre
Michela Santini
n. 32 estate 2012

Vincenzo Pennacchi
Gianluca Marziani
n. 31 primavera 2012


Yue Minjun, Memory-2, 2000. © Yue Minjun

Yue Minjun, Portrait de Yue Minjun dans son studio, Pékin, Mai 2007. © Yue Minjun

Yue Minjun, Untitled, 1994. © Yue Minjun

La risata è simbolo universale di benessere e ottimismo, una reazione emotiva contagiosa che si manifesta in contrazioni concatenate dei muscoli facciali e che arriva fino a rimodellare il viso in una maschera grottesca. Tuttavia, nei faccioni rosa che sorridono a mille denti dell`artista cinese Yue Minjun, qualcosa non quadra. Le espressioni sorridenti non infondono nell’osservatore una sensazione di piacere, ma mettono in discussione la certezza della simmetria bipolare tra l’azione del riso del pianto, tra commedia e tragedia, tra esteriorità e interiorità.

Quando la risata è esagerata e uniforme, una convulsione generale che annulla ogni possibilità di comunicazione, il viso si paralizza e chiude la sua finestra sull’intimità.
Nato nel Daqing (nella provincia di Heilongjiang, in Cina), Yue Minjun è uno dei maggiori rappresentanti del “realismo cinico”, una corrente artistica che esprime il disincanto nei confronti dei cambiamenti socio-politici della società contemporanea cinese. Dopo la rottura storica della rivoluzione culturale maoista del 1966, dove ogni artista aveva il solo glorioso dovere di ritrarre Mao, ha intrapreso la corsa verso l’egemonia mondiale, partecipando al processo di omologazione sociale.

Nei dipinti di Minjun - recentemente esposti alla Fondation Cartier di Parigi - l’uomo è interpretato come la caricatura di se stesso: un esercito di cloni moltiplicati all’infinito con il medesimo sorriso e gli occhi serrati che non attendono più nulla. La società si cristallizza sotto le sembianze di una massa uniforme di individui identici privi di individualità che si autoderidono. In questa realtà l’unico modo di sopravvivere all’assurdo è il “realismo cinico”, un realismo che esprime l’adesione all’autenticità di una sensazione personale, sottolineando sprezzantemente l’impossibilità di costruire un soggetto, tanto per chi guarda, quanto per chi è guardato.

Anche l’evidente simbolismo delle opere dell’artista si svuota di ogni rimando storico e culturale. Uomini trasformati in alberi o dinosauri, rifacimenti di capolavori classici, citazioni di eventi storici o di simulacri della contemporaneità non sono altro che vuoti simboli erranti sulla tela, che paralizzano ogni possibilità di interpretazione, neutralizzati da un muro di facce sorridenti. Opere come “The death of Matat” del 2002, o la serie “Memory” del 2000 riducono il neoclassicismo e il surrealismo ad involucri vuoti, per cui il mondo non ha più posto.
Così il sorriso non diventa altro che una mera cerimonia del nostro secolo con la quale ci presentiamo al mondo esterno, galleggiando nell’omologazione sociale fino ad avallare un`idea di felicità apparente.