L'edicola digitale delle riviste italiane di arte e cultura contemporanea

::   stampa  

Equipèco Anno 9 Numero 31 primavera 2012



Vincenzo Pennacchi

Gianluca Marziani

Carne...Spirito...Pittura...Spazio...



Trimestrale di arte e cultura


SOMMARIO N. 31

In copertina | Cover stories
Massimo Bottura, Uova al prosciutto.
Foto: Paolo terzi, Modena
Courtesy: Osteria Francescana, Modena

EDITORIALE | EDITORIAL
4_Crisi mondiale_Global crisis
Anton Pavlovich Chekhov, Carmine Mario Muliere

INTERVISTA | INTERVIEW
6_Amedeo Schiattarella
Anna Mainolfi, Carmine M. Muliere, David Pesarin Brocato
46_Antoni Tápies
Marco Ligas Tosi
48_Massimo Bottura
Horeca Magazine

SUPERMEDIA
18_digItAL ÷
David Pesarin Brocato

LEXICOGRAMMA
20_Verità_Truth
Arnaldo Filippini, Luciano Perondi, Leonardo Romei

PROGETTI | PROJECTS
22_PIXAR
Luca Maffeo
33_Dentro la trasparenza_Inside trasparency
Muliere

TECHNOCULTURE
24_McLuhan incontra_meets Pompei
Roberta Colavecchio

Modernità e campo dell’arte | Modernity and Art Field
28_Arte e creatività_Art and creativity
34_Shirin Neshat
Raffaele Quattrone

TEATRO | THEATRE
44_La sperimentazione_The experimentation
Azzurra de Gregorio

ARTE | ART
36_Vincenzo Pennacchi
Gianluca Marziani - Silvia sfercola Romani
40_Peter Lodato
Cynthia Penna Simonelli
42_GNAM
Roberta Palma

EQUIPèCO MEDIA PARTNER
80_I Martedì Critici

GALLERIE | GALLERIES - Roberta Palma
72_Milano - Studio Invernizzi, Alan Charlton, Ulrich Rückriem e Niele Toroni. Viafarini DOCVA, Osservatorio balcani. Napoli- T293, Martin Soto Climent. Art 1307, Alex Pinna. Galleria Umberto
Di Marino, Marc Breslin. Roma - 999Contemporary, Vandalism. Chiostro del Bramante, Miró! Poesia e Luce. Lucca - Fondazione Banca del Monte, Un anno di grandi mostre. Como - Villa Olmo, La dinastia Brueghel. MSU Zagabria, Silenzi..._Silences....
77_Libro d’Artista_Artist book: Mirella Bentivoglio
Giulia Smeraldo

AGENDA D’ARTE | ART DIARY - Roberta Colafranceschi
82_Milano - HangarBicocca. Museo del Novecento e Docva. Concorso Mind the Difference 2012. MimmoScognamiglio, Joerg Lozek. Ex Chiesa di San Carpoforo, Officina Italia 2. Roma - Palazzo Esposizioni, Quadratonomade. Ke Nako, Nadia Berz. Scuderie Palazzo Ruspoli, Metropolismo. Ecos Gallery, Massimo Ruiu. Tolentino, MIUMOr, nuvole di confine. Cully, Kunsthalle M. Duchamp. Torino - Palazzo Madama, Monete. Venezia – Museo Correr, Klimt. Asti - Palazzo Mazzetti, Etruschi.

ARGOMENTI | TOPICS
14_I Significati_The Meanings
Alef Null
16_CY o FY
Anna Mainolfi
47_La vita_Life
John Lennon

JAZZTIME
89_Cuong Vu
Walter Mauro

FOTOGRAFIA | PHOTOGRAPHY
90_India
Timoteo Salomone

POESIA | POETRY
52_Lu Stendazzu
Cesare Pavese
68_Han Dong 韩个
Chiara Bono
92_Franco Rella
Flavio Ermini

LIBRI | BOOKS
53_EQUIPèCO Edizioni_Editions
Fernando Klein, APOCAlIPsIs apócrifos_APOCAlIssI apocrife
94_Maurizio Cattelan, All
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

L’Archivio delle carte di Enrico Prampolini
Anna Maria Di Stefano
n. 37 autunno 2013

Yue Minjun
Michela Santini
n. 36 estate 2013

Alberto Di Fabio
Raffaele Quattrone
n. 35 primavera 2013

Le fonti della pittura aborigena
Judith Ryan e Philip Batty
n. 34 inverno 2012

Bill Viola
Luca Maffeo
n. 33 autunno 2012

Jan Fabre
Michela Santini
n. 32 estate 2012


Vincenzo Pennacchi, 2011
La carne e lo spirito n.1
metallo, legno, plastica, tecnica mista su tela - 430× dimensione ambiente
Foto: Riccardo Cimmino.

Vincenzo Pennacchi, 2011
Alien meets pharaon; tecnica mista su tela - 250×220
Foto: Riccardo Cimmino.

Carne: pulsante, accesa, ingombrante, massiccia... e la pittura che si fa muscolo vivo e intona una sinfonia digestiva, un metabolizzare la materia e i colori del mondo attraverso la sublime crudeltà del gesto espressivo.

Spirito: fluido, volatile, invisibilmente solido... lo spazio della consacrazione accoglie la carne pittorica nel suo ventre morbido, lascia galleggiare i volumi dipinti come un pianeta infuocato nel buio cosmico.

Vincenzo Pennacchi rimette in gioco la superficie del fare pittura, credendo in una vita biologica della materia cromatica, riaprendo il contenzioso interiore con la potenza barocca della memoria. Le forme spezzate o parziali richiamano il ciclo alimentare della natura, non dimenticando la veggenza di quanti hanno perimetrato e suturato la ferita aperta. Penso a Goya e Edvard Munch, Rembrandt e Chaim Soutine, Caravaggio e Hermann nitsch, Artemisia Gentileschi e Marina Abramović... artisti che hanno sentito l’odore del sangue nel timbro della notte, scivolando dentro il trauma della carne urlante, lungo la metafora sociale di una violenza estrema ma riscattabile. le opere di questo ciclo sono urla metalliche che rimbombano nel nero, lampi solidi che scorrono fuori e dentro lo sguardo. hanno l’impatto evocativo del crash che spaventa, quel modus pittorico che richiama un James G. Ballard più molecolare e ascetico. I colori si accendono come fossero lampi urbani di qualche metropoli meticcia, la natura informale del gesto mette insieme la tragica vitalità dell’incidente (la nostra era e costellata da incidenti che segnano svolte epocali) con la metafora iconoclasta di una figurazione organica.
Ci sento anche l’automatismo estremo di William S. Burroughs, intellettuale più interiore di Ballard ma altrettanto catartico nel modo biologico di leggere il reale. natura e artificio dialogano nei suoi libri sotto il segno del sangue, della carne lacerata, della patologia virulenta. e la stessa cosa che ascolto davanti alle formule installative di Pennacchi, dove ritrovo una coscienza batterica della bellezza, un epitaffio indomito della resistenza umana di fronte all’incedere dell’universo.

La fotografia restituisce lo spazio reale della visione.
La costruzione di ogni inquadratura disegna l’attraversamento linguistico.

L’estetica della consumazione si esprime qui con matura cognizione spaziale. Un luogo svuotato dalle sue protesi rituali si rianima attraverso i volumi installativi dell’opera. In un attimo riaffiorano silenzi meditativi, echi sacrali, densità che riguardano lo spirito profondo di certi ambienti. la stessa opera diviene superficie percorribile, spazio dentro lo spazio, lingua arcaica e al contempo futuribile.

Carne e spirito in una sintesi che fonde ogni differenza percepibile.
Il conflitto si ricompatta senza scomparire.
La battaglia molecolare attraversa l’opera e il suo spazio elettivo.

Dentro l’opera: dove non esiste morte ma continua rinascita.