Andrea Salvino

Se come afferma ancora Guy Debord, 'la funzione dello spettacolo è quella di far dimenticare la storia nella cultura'(1) proponendo una realtà che si alimenta solo dalla continua riproposta di un eterno presente, allora Andrea Salvino (Roma, 1969) recupera proprio quelle immagini di avvenimenti, storie, personaggi dimenticati della nostra storia recente che formano il fondo della coscienza storica collettiva, e facendo leva su questa 'assenza della memoria' attraverso una pratica assimilabile al collage realizza con estrema disinvoltura un'opera di ricombinazione storica. Campo privilegiato, ma non esclusivo, della sua indagine è la storia a cavallo tra gli anni sessanta e settanta: contestazione giovanile, anni di piombo, tensioni sociali, un genere di storia profondamente e intimamente connessa all'ambito urbano. La rappresentazione del paesaggio metropolitano si arricchisce così di un punto di vista diacronico riattualizzato attraverso un'ardita operazione linguistica. Salvino utilizza infatti slogan direttamente prelevati da quegli anni come titoli di immagini lontanissime per tempo e contesto o, viceversa, ad immagini che rappresentano scene 'politiche' di quegli anni vengono accostati titoli che si riferiscono a tutt'altro ma capaci di creare un cortocircuito linguistico che ne apre le diverse possibilità di interpretazione.

E' ciò che accade nell'opera in mostra: l'immagine è tratta da un momento della guerriglia urbana del maggio francese del '68. Il titolo, Stars si riferisce a quella 'costellazione' di fori che l'artista ha realizzato direttamente sulla superficie dipinta, che alludono a fori di proiettili ma che attraverso il titolo si stemperano della loro violenza per suggerire l'immagine ben più rassicurante e convenzionalmente poetica delle 'stelle'. Ma il titolo è anche riferito ai protagonisti della scena, a quegli studenti che sfidarono l'ordine costituito e che Salvino, mutuando una terminologia derivata dalla 'società dello spettacolo' (il sostantivo 'stelle' è spesso riferito ai personaggi del cinema o della televisione e quindi nulla di più lontano dai protagonisti della scena), fa riemergere dal passato avvalendosi della terminologia di quella società che fa di tutto per dimenticarli.

B.P.

(1) Guy Debord, La società dello spettacolo, Sugarco ed., Milano, 1990












 
   

Andrea Salvino, Stars, 1999, olio su tavola, fori
cm 150x210 foto Giulio Pietromarchi