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Art e Dossier (2003 - 2005) Anno 19 Numero 204 ottobre 2004



Grandi mostre – Il cubismo a Ferrara

Maria Luisa Pacelli

Lo sguardo differente



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Jean Metzinger, Max Jacob (1913)

Georges Braque, La Roche-Guyon (1909); Eindhoven, Van Abbemuseum.

Pablo Picasso, Chitarra (1912-1913); Oslo, Nasjonalgalleriet.

Grandi mostre – Il cubismo a Ferrara
Lo sguardo differene
Dal 1908 fino allo scoppio della prima guerra mondiale, l’esperienza cubista, nata dallo straordinario sodalizio di Braque e Picasso attraverso la lezione di Cezanne e le suggestioni dell’arte tribale e della scultura arcaica, propone una visione della realta' radicalmente nuova.

Il cubismo e' da molti considerato la corrente artistica piu' significativa del Novecento perche' i suoi ideatori, mettendo in discussione e rinnovando radicalmente quelli che dal Rinascimento in avanti erano stati i principi fondamentali della rappresentazione, crearono un linguaggio figurativo nuovo che segno' profondamente il successivo sviluppo dell’arte moderna: «Comprendendo che la pittura tradizionale era ormai esaurita», scrive John Gold­ing in uno dei primi e piu' completi studi su questa avanguardia, «[i cubisti] presero ogni elemento del vocabolario pittorico – forma, spazio, colore, tecnica – e sostituirono al loro uso tradizionale una nuovainterpretazione». La mostra Il cubismo. Rivoluzione e tradizione, presentata al Palazzo dei diamanti di Ferrara, illustra i momenti salienti dello sviluppo di questa corrente artistica, dalla sua nascita fino agli anni della prima guerra mondiale e oltre, e si inserisce in una linea di lavoro che mira a studiare e a presentare al pubblico italiano alcuni dei principali movimenti dell’arte moderna. La variegata compagine dei protagonisti dell’avventura cubista, gravita perlopiu' nei quartieri parigini di Montmartre – che dal 1908 ospita Picasso, Gris, lo scrittore e critico Andre' Salmon, Derain, Braque, Gleizes, Metzinger e il poeta Max Jacob – e di Montparnasse dove l’anno successivo fissano il proprio atelier Leger, Csáky, piu' tardi Lipchitz, e dove approdano anche Mondrian e Rivera. I fratelli Jacques Villon e Raymond Duchamp Villon hanno invece lo studio nel sobborgo di Puteaux, Delaunay nei pressi del Louvre, mentre Apollinaire abita a Passy. Il cubismo nasce nell’autunno del 1908 dal lavoro comune di Braque e Picasso, nel momento in cui i due artisti iniziano a incontrarsi regolarmente nei rispettivi atelier per confrontarsi e discutere della propria ricerca: in un clima di fervente sperimentazione, muovendo dalla lezione di Cezanne e guardando alla pittura e alla scultura arcaica e all’arte tribale, essi inventano un modo totalmente nuovo di rappresentare gli oggetti nello spazio. Nonostante gli altri cubisti li riconoscano come maestri, Braque e Picasso lavorano in maniera appartata, dando vita a un sodalizio artistico dagli esiti straordinari, che avra' fine solo con lo scoppio della prima guerra mondiale. Inoltre, una volta entrati nella 'scuderia' del mercante d’arte Daniel-Henri Kahnweiler, che li rappresento' per molti anni, disertano le esposizioni pubbliche, cosicche' il pubblico e la stampa contemporanei conobbero il cubismo attraverso le opere degli altri esponenti di questa avanguardia che, unitisi consapevolmente in un gruppo nel 1910, impongono con grande scalpore la loro presenza ai Salons parigini.

Il percorso del cubismo

La rassegna ferrarese presenta i lavori di Picasso e Braque e quelli di coloro che si sono avvicinati al cubismo in modi e tempi diversi – tra cui Gris, Leger, Derain, Gleizes, Metzinger, Herbin, Laurens, La Fresnaye – ma anche i documenti pittorici di altri grandi protagonisti del Novecento, come Mondrian, Soffici e Rivera, la cui visione della realta' fu segnata dalla forza e dalla modernita' dell’arte cubista. Il percorso della mostra si articola in una serie di sezioni tematiche, secondo un disegno che vuole evidenziare come lo sforzo innovativo promosso dai cubisti si incentro' sul linguaggio dell’arte, mentre i soggetti delle loro opere rimasero quelli della tradizione: ritratto, paesaggio, natura morta e figura. Essi intendevano promuovere un’arte che esprimesse l’essenza della forma, piuttosto che la sua apparenza, a questo scopo ricorsero alla rappresentazione geometrica dei volumi in composizioni dall’intelaiatura serrata, alla combinazione di vari punti di vista di un oggetto in un’unica immagine, all’impiego di materiali fino ad allora inediti, alla creazione geniale di nuove tecniche – prima fra tutte il papier colle' – e ad altri accorgimenti stilistici. Ma, a fronte di tante novita' formali, scrive Marilyn McCully in catalogo, «nella loro scelta tematica i cubisti furono, sorprendentemente, tutt’altro che avventurosi. Se evitarono i soggetti storici e narrativi dei pompiers, essi tuttavia si attennero in genere alle categorie tradizionali». Ad aprire la mostra e' una selezione di dipinti di Braque e Picasso risalenti al periodo in cui si compiono i primi passi nella creazione del nuovo linguaggio. Confrontando Terrazza all’Estaque di Braque e La rue des Bois di Picasso, realizzate prima dell’inizio della loro stretta collaborazione, si nota come nell’estate del 1908 i due artisti conducessero gia' una ricerca affine, pur nella diversita' dei presupposti: se l’opera del francese rivela infatti una profonda comprensione della lezione di Cezanne, quella di Picasso testimonia, nell’insieme delle campiture piatte e intrecciate di tonalita' vicine, e nel disegno semplificato, il suo interesse per le opere del doganiere Rousseau, di cui l’affascina il marcato primitivismo.

Ritratti e paesaggi

Una folla di personaggi, gli artisti stessi o altre personalita' del loro entourage, anima la sezione dedicata al ritratto. Ad aprire la rassegna e' l’Autoritratto con pipa di Derain, «l’inventore di questa nuova estetica», secondo il giudizio espresso da Apollinaire nel celebre passo di I pittori cubisti. Insieme a Derain figurano, tra gli altri, il poeta 'cubista' Max Jacob, dipinto da Metzinger, ed Eugene Figuiere, l’editore presso cui Gleizes, autore del ritratto, e Metzinger pubblicarono il trattato Du Cubisme, in cui esponevano le loro idee sulla nuova arte. Fernande Olivier, la bella compagna e musa di Picasso, e' la protagonista di Donna con barattolo di mostarda e di una delle piu' importanti sculture cubiste del maestro spagnolo, Testa di Fernande, mentre Marcelle Lapre', futura moglie di Braque, e' effigiata in un suo dipinto intitolato Ragazza con la croce. Nella sezione dei paesaggi La Roche Guyon, dipinto da Braque nell’estate del 1909, e' stato descritto come «un ritratto di un paesaggio» e, in effetti, questo bellissimo dipinto somiglia nella sua impostazione ad alcuni ritratti di Picasso di Fernande Olivier. Ma la composizione, con le forme frammentate delle case e dei tetti che si fondono nell’ambiente circostante, testimonia anche della propensione di Braque a incentrare la sua ricerca sulla rappresentazione dello spazio, a differenza di Picasso che e' perlopiu' interessato alla definizione geometrica dei volumi. La fabbrica di Hayden come anche Passy. I ponti di Parigi di Gleizes – identificato dalla curatrice della mostra come una delle duecento opere esposte nel 1912 alla Section d’Or, la piu' importante collettiva organizzata dai cubisti – mostra come questi artisti non fossero estranei al fascino della citta' moderna, tema caro alle altre avanguardie contemporanee. In questa sezione figura anche Composizione di linee e colori di Mondrian, a documento del debito del pittore nei confronti della struttura a griglia delle opere cubiste. Tuttavia Mondrian, che dichiarava di ammirare grandemente Picasso, gia' all’epoca di questo dipinto aveva iniziato a elaborare una forma pittorica che si indirizzava verso la pura astrazione e per questo totalmente diversa dal cubismo che, nelle intenzioni dei suoi esponenti come nelle interpretazioni dei critici a esso legato, rimane un’arte fondamentalmente ancorata alla percezione del mondo fenomenico.

Il fascino della realta'

Del resto, benche' nel 1910-1911 le opere di Braque e Picasso si avvicinino molto all’astrazione, l’iconografia delle opere cubiste, in particolare delle nature morte, conferma le intenzioni realistiche degli artisti. Come nota Gold­ing, essi privilegiavano oggetti «che facevano parte della loro vita quotidiana e che avevano un rapporto immediato con le loro necessita', sia fisiche che voluttuarie». La Bottiglia di rum nell’assemblaggio policromo di Laurens, la scacchiera, le carte da gioco, il giornale, il tabacco e altro ancora nella Natura morta con scacchiera di Marcoussis, gli strumenti musicali delle opere di Braque, Picasso e Gris, sono tutti oggetti che «facevano parte dell’arredamento o della decorazione di tanti caratteristici studi d’avanguardia di Montmartre». In questa mostra e nel catalogo che l’accompagna un ampio spazio e' riservato al papier colle'. La sua invenzione a opera di Braque, oltre a costituire un momento di svolta nell’evoluzione del cubismo, segna anche un punto di non ritorno nello sviluppo dell’arte moderna. Questa tecnica, basata sull’inserimento nella composizione di materiali eterogenei, come ritagli di giornali, cartoni o carte da parati, sovvertì, infatti, la tradizionale unita' di stile e di materiali delle opere e in piu' realizzo' una contaminazione, ricca di conseguenze per l’arte futura, tra il linguaggio della cultura alta e quello popolare. Agli esempi di Braque e Picasso, che solevano incollare su disegni a carboncino i ritagli di carta da parati e di giornale, si affiancano in mostra due straordinari papiers colle's di Gris, che utilizza questa tecnica congiuntamente alla pittura e, infine, due opere di Soffici e Severini, artisti molto vicini, durante i loro soggiorni a Parigi, al gruppo cubista.

Nudi e teatro

Una nuova anatomia caratterizza i dipinti che hanno per tema la figura. Due noti capolavori sono ospitati in questa sezione della rassegna: il monumentale Nudo di Picasso, espressione straordinaria della fase analitica del cubismo, e Nudi nella foresta di Leger. Nell’opera e' raffigurato un fitto bosco con delle imponenti figure che sembrano intente a spaccare o raccogliere la legna; Apollinaire descrive la scena con la consueta liricita': «I boscaioli portavano su di se' la traccia dei colpi che la scure incideva sugli alberi, e il colore generale rifletteva quella luce verdastra e profonda che scende dalle fronde». La mostra non trascura un aspetto essenziale della poetica cubista, e cioe' il modo di concepire la rappresentazione teatrale, documentandolo con l’esposizione di una ricca selezione di bozzetti di costumi e scenografie, tra cui la serie di progetti di Picasso e di Leger per alcuni celebri spettacoli dell’epoca. Con i dipinti e le sculture realizzati durante e subito dopo la prima guerra mondiale si conclude il percorso della rassegna. A queste date ciascun artista si rivolge verso un’arte piu' personale e indipendente rispetto al lavoro degli altri che, nell’originalita' delle soluzioni, testimonia il perdurare della vitalita' dell’esperienza cubista anche in questa fase piu' tarda. Questo orientamento e' attestato da opere come Chitarra su un tavolo del 1921, in cui Picasso costruisce una composizione armonica e ordinata che riflette i suoi contemporanei esperimenti 'neoclassici', dal piu' materico e monumentale Natura morta su un tavolino con piedistallo di Braque o da La finestra aperta di Gris, in cui l’artista istituisce un poetico contrasto tra il luminoso paesaggio marino che si scorge dalla finestra e l’ambiente in ombra in cui e' inserita una classica natura morta cubista.