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Segno Anno 30 Numero 208 maggio-giugno 2006



Ettore Spalletti

Graziella Lonardi Buontempo

Il colore si stende asciuga spessisce riposa



Attualità internazionali d'arte contemporanea


3/49 ANTEPRIMA MOSTRE&MUSEI
Anteprima - news/worldart - news italy
Appuntamenti e attività nei grandi musei, istituzioni, gallerie private, spazi alternativi in Italia e all'estero a cura di Lucia Spadano

56/63 ARTISTI IN COPERTINA
Ettore Spalletti
Accademia di Francia Villa Medici, Roma
Foto (c) Claudio Abate

Il colore si stende asciuga spessisce riposa di Graziella Lonardi Buontempo

L'immagine del colore Intervista di Paolo Vagheggi

Nerazzurro, rosa tenue di Paola Ugolini

50/93TEMATICHE ESPOSITIVE/RECENSIONI
Group Show / Antologie / Personali / Interviste
Venezia introversa repubblica del contemporaneo, Biennale di Berlino, Renè Magritte, Yan Pei-Ming - Enzo Cucchi, Il potere delle donne, Omaggio a Mario Nigro, David LaChapelle,
Thomas Hirschhorn, Jannis Kounellis, Dré Wapenaar, Tom Sachs, Vincenzo Agnetti, Susana Solano, Less: strategie alternative dell'abitare, Il Buco, Jules Spinatsch, Daniela Cavallo, Sophia Schama, Mary Sue, Gianni Dessì, Elastic Group, Franco Dellerba, Carla Accardi, Sabrina Mezzaqui, Gulsun Karamustafa, H.H. Lim, Alfredo Pirri, Rebecca Horn, Claudio Massini, Andrea Di Marco, Stefano Casciani, Anneè Olofsson, Luisa Raffaelli, Bruno Di Lecce, Walter Picardi, In & Out, Giovani Scultori, Carlo Cecchi, Alberto De Braud, Nuove Sculture Nel Parco, Townloading, Sirene: geografie del mare, Stagioni di Carta, Nobili Amanti
A cura di Paolo Aita, Cecilia Antolini, Antonio Basile, Elena Bortolazzi, Angelo Capasso, Martina Cavallarin, Sebastiano Deva, Marilena Di Tursi, Mariacristina Ferraioli, Matteo Galbiati, Viviana Guadagno, Graziella Lonardi Buontempo, Francesca Ganzenua, Veronica Liotti, Maria Marinelli, Antonella Marino, Pietro Marino, Stefania Meazza, Enrico Pedrini, Ilaria Piccioni, Gabriella Serusi, Lino Sinibaldi, Alessandro Trabucco, Paola Ugolini, Paolo Vagheggi, Maria Vinella, Eugenio Viola.

94/97 OSSERVATORIO CRITICO
Per un appassionato contraccettivo alla povertà di Gabriele Perretta

98 LETTERE A SEGNO

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Ettore Spalletti, Stanza azzurra, 2006
Villa Medici, Roma, 2006
Fotografia di Claudio Abate

Spalletti, Angolo, 2000.
Eco rosso azzurro, oro, 1996
Villa Medici, Roma, 2006
Fotografia di Claudio Abate

Ettore Spalletti, Vuoto 1985
Così com’è, fonte 2006
Villa Medici, Roma
Fotografia di Claudio Abate

Accademia di Francia, Villa Medici Roma

Particolarmente felice è questa occasione di presentare a Roma un insieme di opere di Ettore Spalletti. Fu Plinio De Martis, l’incostante e grandissimo gallerista romano de La Tartaruga, che volle nel 1975 la sua prima mostra personale, quella che per ogni artista rappresenta l’iniziale e salvifico riconoscimento e che gli dà l’ardire di continuare a rivelare il mondo. “Rosso, bianco, verce, bianco, giallo” si intitolava quella mostra nella quale Spalletti, nel clima austero di quegli anni, svelò il colore. Da allora si può dire l’interprete delicato, ma determinato, in tutto essenziale, del desiderio di gioia e di bellezza che alberga in ogni individuo.
Il desiderio di felicità, che una lunga tradizione civile ha spogliato degli impulsi distruttivi, trova la meta nelle sue opere portatrici di un’attitudine alla quiete. Ma Ettore Spalletti, con i suoi silenzi, le sue pause, esprime un’attenzione particolare alle cose.
I suoi monocromi leggeri, ma profondi, soffici e vigorosi, sono sempre indicativi di una filosofia radicale e assoluta. Le forme che l’estrema purezza rende trasgressive, catturano lo sguardo e offrono un’esperienza rara di questi tempi. Con gentilezza rapiscono, non per inchiodare ad un’incantata contemplazione, ma per renderci capaci di godere di una libertà illimitata.
Il velo di colore che ricopre la tela segna il campo infinito delle possibilità, conduce lontano, fa sognare, senza limiti di spazio, va oltre!…
La sua è una pittura nuova, un’invenzione progressiva. Il colore non si impone sulle superfici negandone la consistenza, il dato fisico. Il colore di Spalletti è un manto che leggero si posa sulle forme, quasi a proteggerle, è una musica che le avvolge. A questa poesia, a questa musica, Villa Medici dedica una mostra e Spalletti omaggia Roma raccontando le tappe del suo percorso creativo. Lo fa come se stesse scrivendo in rime.
“Che cosa significa per te questa mostra a Villa Medici?”, gli abbiamo chiesto. “I rossi di Roma impasteranno di nuovo colore il colore”, è la sua risposta. E alla domanda: cosa si prova a essere artista nei tempi odierni? Lui che distilla la realtà in immagini delicate e purissime, ha risposto dimostrando di accettarla senza condizioni, convinto, forse, di conoscere il segreto per magnificarla: “Vivere e operare nell’età presente. La vita attuale”.
Per questo la pittura di Spalletti si muove, come un adagio musicale viene incontro al nostro sguardo!