Next Exit Anno 4 Numero 44 ottobre 2006
Nuove prospettive per il documentario, il cinema del reale si adatta ai tempi e conquista idee e talenti. Cult premia a Roma il migliore tra quelli in festa
Durante l’ultima edizione del Toronto International Film Festival il regista Gabriel Range è stato premiato dalla critica per il suo La morte di un presidente, alcuni lo hanno definito un “irresponsabile” a causa dell’argomento trattato nel film.
Il regista britannico racconta l’immaginario assassinio del presidente George W. Bush, a Chicago nel 2007, e lo fa scegliendo un genere “istituzionale” quale il documentario ma con un taglio decisamente mock. Sorvolando sulle polemiche che hanno accompagnato la presentazione del film, ci interessa capire la motivazione della giuria: “Per l'eccezionale qualità della realizzazione tecnica e per l'audacia con cui deforma la realtà per raccontare una verità più grande”. Presentato come un mockumentary, un prodotto che pur avendo le caratteristiche narrative e filmiche di un documentario è in realtà un fake che spinge lo spettatore a confrontarsi con la satira e la parodia di eventi reali, si parla di mockdoc già negli anni 80 e soprattutto negli Stati Uniti.
Senza ombra di dubbio, il “genere” deve qualcosa a La guerra dei mondi, il programma radiofonico di Orson Welles ispirato al racconto di H. G. Well’s e che tanto segno il mondo della comunicazione e non solo, da allora in poi. Era il 1938.
Alla fine della 63esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografia di Venezia sono stati premiati alcuni film che di sembra utile ricordare. La Giuria ha assegnato il Premio Orizzonti Doc a Spike Lee per il suo When the Levees Broke: A Requiem in Four Acts tra i premi collaterali lo stesso film ha ottenuto il Premio FIPRESCI mentre la Giuria del Premio Francesco Pasinetti (SNGCI) ha segnalato per il valore dell’attualità giornalistica Il mio paese (Sezione Orizzonti-Eventi Speciali) di Daniele Vicari. Nel film si racconta l'Italia da sud al nord, fotografata come appare oggi, in bilico tra passato e futuro, lacerata dalla crisi economica e dalla perdita di competitività nello scenario internazionale. Da Nord a Sud, dalla Sicilia al Veneto.
Anche questi riconoscimenti veneziani sono state forme di “attenzione” nei confronti di un genere che ha saputo modificare se stesso e conquistare fasce di pubblico sempre più ampie. Restiamo sui premi perché un qualche significato dovranno pur averlo, e non solo per chi produce e chi compra ma anche per chi fa cinema. Poiché ricevere un premio significa anche aver fatto un percorso artistico, necessario per intuire, per saper ascoltare il linguaggio del proprio tempo, e significa, in questo caso, essere in grado di interpretare un’estetica del reale, di valorizzare il prodotto documentario. Da Toronto a Venezia dunque, passando per tantissimi festival che premiano prodotti di idee, e sempre di più la narrazione creativa della realtà. Qualcosa sta accadendo…
Chi di voi non ha mai sentito parlare di 7 UP? Si tratta di un progetto iniziato nel 1964 e non ancora finito, dove un gruppo di bambini inglesi di 7 anni e di diverse estrazioni sociali sono stati intervistati ogni 7 anni; l’autore, Michael Apted, ha realizzato anche 7 Up in Urss e 7 Up in America, quest’ultima presentata da Meryl Streep. Come resistere alla curiosità di vedere cosa riserva il destino a uno dei protagonisti della serie? Un cult, facile intuirlo. Gusto del voyeurismo anche in questo caso, reality show d’annata, perché poi di reality ovvi, scontati e noiosi fino allo sfinimento, oggi ne abbiamo fin troppi.
Dunque conviene sfruttare cosa piace dei reality, mischiarlo con elementi preziosi e tirar fuori prodotti capaci di elaborare l’ossessione per l’estetica del reale ma che ne valorizzino le migliori caratteristiche. Tra l’altro recenti dati Auditel, parliamo di fine settembre, ci fanno notare che la tv generalista, omologata a se stessa con i tanti reality, ha fatto registrare cifre di attenzione davvero preoccupanti, il pubblico non manca semplicemente è interessato ad altro, alle proposte del satellite ad esempio, la realtà per essere “vissuta” anche nel tempo libero, forse ha bisogno di altre intuizioni.
Bisogna individuare il nuovo che c’è. Talenti da scoprire e da far conoscere, in questo senso un nuovo riconoscimento, assegnato daCult, si aggiunge al palmares di Cinema – Festa Internazionale di Roma. È il Premio Cult per il miglior documentario tra quelli presentati nelle diverse sezioni della Festa. Il riconoscimento (riservato ai film di più di 60 minuti), viene assegnato da una commissione di selezionati giurati “cult”, presieduta da Sherin Salvetti, Head of Factual Entertainment di Fox International Channels Italy. Cult prosegue dunque nella sua attività di supporto e sostegno del documentario che – nella sua accezione di “cinema del reale”, di narrazione creativa e autoriale della realtà – è diventato uno dei fenomeni più innovativi di produzione d’immagini, territorio di espressioni delle nuove generazioni di cineasti, riconosciuto ed apprezzato dal pubblico di tutto il mondo. Ciò conferma l’interesse del canale per il cinema indipendente, per documentari e serial d’autore combinando un’offerta televisiva di qualità. Una galleria televisiva di storie contemporanee realizzate da giovani talenti, grandi maestri e gente comune con una visione originale e personale della realtà.
In occasione della Festa del Cinema, nella sezione Extra, vengono proiettati i primi due episodi di City of Men, una serie scritta e diretta dai realizzatori del film culto City of God, che conquistò quattro Nomination agli Oscar e tanti premi in tutto il mondo. Fernando Meirelles (City of God, The Constant Gardener) e Katia Lund (City of God, All the Invisible Children) sono due degli sceneggiatori e registi della serie, affiancati da altri importanti filmmaker brasiliani tra cui Philippe Barcinski (A Janela Aberta, Palíndromo) e Paulo Morelli, che è ospite alla Festa Internazionale di Roma come Presidente Onorario della Giuria del Premio Cult. Mescolando dramma e commedia, la serie segue le vicende dei due ragazzi che cercano di condurre una vita normale in un quartiere dove la violenza è faccenda quotidiana, le bande di trafficanti di droga si contendono il territorio e i loro leader rappresentano le sole autorità e i soli punti di riferimento per la comunità. Tra amori, spacciatori e povertà, un punto di vista unico sulla “Città di Dio”. Interamente girata nei luoghi reali dell’ambientazione e con una fotografia e un ritmo intensi quanto quelli del film che l’ha ispirata, City of Men trasuda un’energia e un realismo che ne hanno fatto un grande successo televisivo internazionale.
EXIT
Toronto International Film Festival
www.tiffg.ca
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
www.labiennale.org
Cinema – Festa Internazionale di Roma
www.romacinemafest.com
City of Men
La serie (19 episodi da 30’), a partire dal 18 ottobre ogni mercoledì alle ore 22.00, è in onda su Cult (canale 142 di SKY), in prima visione assoluta.
www.cult-tv.it
DOC FESTIVAL
Alcuni dei prossimi appuntamenti con il cinema documentario in Italia. Si tratta di storici festival italiani cui è possibile partecipare presentando i propri lavori, le deadline sono in genere nei mesi estivi, tra luglio e settembre.
Torino Film Festival
La 24esima edizione è in programma dal 10 al 18 novembre a Torino.
Tel. 011.5623309
www.torinofilmfest.org
Filmmaker Film Festival
Festival Internazionale di Cinema e Video non-fiction, dal 21 novembre al 3 dicembre a Milano.
Tel. 02.3313411
www.filmmakerfest.org
Festival dei Popoli
La 47esima edizione dello storico festival è in programma dal 1 all’8 dicembre a Firenze.
Tel. 055.244778
www.festivaldeipopoli.org