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Next Exit Anno 4 Numero 45 novembre 2006



TV di strada batte TV distratta

Giusi Palomba

Nuovi utilizzi per vecchi media: la televisione si rinnova, dal basso. Evoluzione delle telestreet…



Creatività e lavoro


10 NEXT TREND

12 NEXT LAB

14 NEXT TV

16 LONDRA

18 BERLINO

20 VETRINA URBANA
Si chiama urban art ed è nata fuori dai canali ufficiali dell’arte.
La voce della strada. Con desideri pop e storie cosmopolite
Di Valeria Corti

22 L’INVENZIONE DELLA SOLITUDINE
Come i single vivono e percepiscono la città
nel progetto di un artista
Di Alessia Lombardi

23 METROPOLI: ANNO 2006
La Biennale di Architettura è un punto di partenza. Vi raccontiamo cosa accade intorno a noi, ovunque andremo, anche solo con lo sguardo
Di Giovanni Bai

30 LA CITTÀ CHE VERRÀ
“Agglutinamento” di culture, si stili di vita, di stratificazioni architettoniche.
Un unicum SPAZIALE che tende a trasmettere l’interrotto di-venire
Di CODESIGN studio

34 RES FEST: A STATE OF MIND
Digital film, corto, videoclip, doc, stop motion, computer graphic, live
action, animazione, broadcasting design… per nutrire la vostra creatività!
Di Valentina Romanzi

36 ELETTRONICA LIVE!
Come ascoltare la muscia elettronica
al Romaeuropa Festival

38 TV DI STRADA BATTE TV DISTRATTA
Nuovi utilizzi per vecchi media: la televisione si rinnova, dal basso.
Evoluzione delle telestreet
Di Giusi Palomba

40 IN THE CLIP

42 AMBIENT MARKETING
I grandi marchi vogliono nuovi linguaggi per i loro prodotti. La comunicazione cambia, anche in Italia, a partire dai luoghi dell’advertising
Di Massimiliano Caldarini

45 X PAPER

47 AS-SAGGI & TALENTI
Il diario della rassegna sulle scuole di creatività romane inventata
da Next Exit per Enzimi

51 MODA 3
Il segreto del successo dello shopping online.
F-talk intervista Alberto Biagetti
A cura di Maddalena Tonini

69 JUMP IN
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

Massimiliano Gioni
Arianna Pasquale
n. 100 novembre 2012

Welcome business: Italians… come here!
Nasmia Mallah
n. 99 ottobre 2012

Mr Klevra
Arianna Pasquale
n. 98 settembre 2012

Alla fiera delle arti

n. 96 maggio 2012

La Primavera del design
Oriana Rizzuto
n. 95 aprile 2012

ADAM AlphabetDigitalArtMagazine
Oriana Rizzuto
n. 94 marzo 2012


Nasce oggi Orfeo.
La prima tv di strada.
Nasce nella consapevolezza di rivendicare un diritto inalienabile sancito dall'articolo 21 della nostra costituzione.
La legislazione vigente non permette l'esistenza di tv libere che non abbiano ricevuto la concessione governativa.
È una situazione simile a quella degli anni 70 quando radio e tv indipendenti cominciarono a trasmettere via etere nonostante il monopolio dello stato lo vietasse.
Quella battaglia come sappiamo fu vinta.
Oggi come allora vogliamo assumerci a viso aperto la responsabilità di iniziare una nuova battaglia sulla libertà e la democrazia dei mezzi di comunicazione.
Se non saremo soli la vinceremo.
E l'aria diventerà più respirabile per tutti.
Andiamo a cominciare.


E andarono a cominciare. Si cominciò dal cono d’ombra del canale 51 Uhf, frequenza tramite cui trasmette Mtv. Era il 21 giugno 2002 nella Bologna che aveva già dato i natali a RadioAlice e che quel giorno si apprestava a diventare testimone di un nuovo storico evento: Franco “Bifo” Berardi, Stefano Bonaga, Andrea Gropplero, Valerio Mannelli e Ambrogio Vitali stavano mandando in onda le prime parole di Orfeo TV, la prima tv di strada italiana. Il passo immediatamente successivo fu Telestreet.it in funzione di una Telestreet-sat. La moviola di tutti questi eventi ha come sfondo l’inquietante italietta del duopolio televisivo Rai/Mediaste.
Un cono d’ombra è uno spazio di etere rimasto scoperto dal segnale di un canale televisivo il quale ha “portata ottica”, quindi non riesce ad aggirare gli ostacoli architettonici che gli si parano davanti. OrfeoTV, ad esempio, occupa uno spazio irraggiungibile per via della conformazione del terreno e irradia il suo segnale nel quartiere, precisamente da via Orfeo a via Rialto, senza disturbare il segnale “legale”, ma usando, in sostanza, una zona rimasta inutilizzata.
Ambizione delle tv di strada è, dunque, quella di costituire prima un network di televisioni di quartiere, Telestreet.it, un “circuito globale delle produzioni indipendenti polimediali”, come era possibile leggere sui volantini che, già nei primi giorni di OrfeoTV, spargevano il seme di questa idea per le vie di Bologna, per poi finire sul satellite, Telestreet-sat, e diventare valida alternativa alla attuale “offerta” televisiva nazionale. Sì, ma in che modo? La prima questione da risolvere è il costo. Tutti giurano e spergiurano che le tecnologie a basso costo sono perfettamente in grado di servire e soddisfare l’indubbia follia di queste giovani menti sparse in giro per l’Italia, tanto che come budget minimo si parla di mille euro o poco più. Per individuare e imparare a sfruttare il famoso cono d’ombra bisogna avere dimestichezza con antenne, partizioni e accoppiamenti: se questo non è il vostro caso, il consiglio è quello di “sequestrare” il primo antennista che incontrate e costringerlo a lavorare per voi. Per portare a termine l’impresa, però, basta davvero poco: serviranno, oltre all’antenna di trasmissione, un trasmettitore e l’apparecchiatura per ricreare un piccolo studio, come videoregistratori, un mixer, almeno un computer e un paio di monitor. Una volta superata la prova tecnica ci saranno i palinsesti da riempire, cosa che non creerà problemi a quelli dalla “telecamera facile”. La prima trasmissione di Orfeo TV è stata un’intervista al gestore di un bar di Bologna dove si svolgevano le assemblee di redazione, per poi proseguire, nei giorni seguenti, con servizi di giornalisti per caso sulla vita cittadina, riprese sui fatti di Genova, cortometraggi, filmati reperiti in internet e ulteriori interviste.
Il circuito Telestreet oggi accoglie esperienze variegate e molto differenti tra loro: possiamo sorprendere nella pratica di trasmissioni illegali anche parrocchie di paese o intraprendenti amministrazioni comunali, passando per realtà come DiscoVolante, dove sono i disabili l’anima della redazione, esperienza, questa, che costituisce, insieme a Telefabbrica, uno degli esempi più clamorosi di oscuramento. Il 19 settembre 2003 il Ministero delle Comunicazioni fece chiudere DiscoVolante per “esercizio di trasmissione abusiva in assenza di autorizzazione o concessione”. Dopo una causa di un anno e mezzo, però, il Giudice dichiarò che "DiscoVolante, emittente televisiva a cortissimo raggio, si deve ritenere esente da autorizzazione o concessione, in quanto trasmette sfruttando un cono d'ombra nello spettro delle frequenze, senza creare alcuna interferenza ad altre emittenti o segnali”. La vicenda segnò un punto di svolta e oggi rappresenta un significativo precedente in caso di ulteriori oscuramenti. Meno fortunati furono gli operai di Termini Imerese nel 2003, minacciati da mesi di licenziamento, che misero su in una settimana soltanto il progetto di una TV di strada per dar voce alla propria lotta dallo stabilimento FIAT. Bene, gli operai si videro chiudere le trasmissioni dopo soli tre giorni e la neonata Telefabbrica fu beffata con l’accusa di aver violato la stessa legge infranta dalle televisioni di Berlusconi.
Per sottolineare il carattere indipendente e la natura genuina delle tv di strada, la romana CandidaTV ha realizzato tempo fa un Videomanifesto che è possibile recuperare anche su NewGlobalVision. A questo punto ricordiamo che NewGlobalVision contribuisce allo ispessirsi di quella rete di siti, aree ftp, di fatto esperienze complementari a quelle analogiche delle tv di strada, che sono in grado innanzitutto di accogliere il materiale video e poi di renderlo fruibile a tutti, restituendo dignità a tutto ciò che per le emittenti nazionali e/o locali non passa.
Quelli di CandidaTV possono considerarsi gli antesignani delle tv di strada, come ci spiega uno dei suoi fondatori, Mekkah: “Candida Tv utilizzava già nel 1999 le frequenze di una tv privata, poi, con la nascita delle prime tv di strada, si propose come supporto e partecipò a tutte le fasi, sostenendo in particolare l’esperienza di AntTV. Per questioni che erano anche economiche, però, ci rendemmo conto della difficoltà di dare continuità al progetto e cominciammo ad assecondare l’attitudine a produrre contenuti. Attualmente sono in preparazione diversi documentari, in particolare uno sulla condizione delle lavoratrici rumene immigrate e quello sulla TAV, sull’intera tratta, che va da Napoli a Venaus”
Esperienza di rilievo è anche quella della napoletana Insu^TV, unica nel circuito Telestreet a trasmettere 24 ore su 24, essendo animata dalla sfida ambiziosa e, di fatto, già vinta, di gestire il palinsesto da remoto. L’utilizzo di Soma, software open source progettato per Linux, consente l’accesso continuo all’archivio tramite protocollo ftp, dunque l’aggiornamento costante del palinsesto. Particolarmente vivace anche la battaglia contro il diritto d’autore a cui Insu^TV partecipa senza riserve: tutti i contenuti sono sotto creative commons, quindi liberamente fruibili a tutti i livelli e in tutti i formati.
Dall’esperienza pilota di OrfeoTV, a detta dei suoi stessi protagonisti, è partito un processo di arricchimento non solo intellettuale. È già il costituirsi di una redazione allargata, che comprende anche cittadini e passanti occasionali, a essere significativo sia dal punto di vista umano che delle professionalità, emblematico già il fatto che i partecipanti al progetto hanno scoperto di averne. Punto di forza di queste realtà è la promozione del media-attivismo che si colloca agli antipodi di quella passività catodica a cui sembra che tutti siano assuefatti.
Mentre in Europa si incoraggiano le esperienze degli Open Channel, in Italia il cammino verso la legalizzazione delle tv di strada sembra ancora lungo
. Nonostante questo il nuovo governo pare aver lanciato timidi segnali di apertura verso il fenomeno: dal sottosegretario del Ministero delle Telecomunicazioni in luglio è partito l’invito a fare proposte concrete da tramutare (eventualmente) in atti legislativi e di partecipare ad un grande incontro, da tenersi probabilmente in autunno, sui temi: telestreet, produzione indipendente, nuovi fornitori di contenuti etc.
Quando nel 2003 il Social Forum Europeo si riunì, in contemporanea al vertice dei Ministri Europei sulle Telecomunicazioni, produsse un documento in cui già si affermava che “Telestreet sta sperimentando un modello di comunicazione orizzontale, fortemente legata alla dimensione territoriale, e pure al tempo stesso aperta al paradigma della rete e dell'etere. In questo modo Telestreet crea le condizioni per un superamento del dispositivo che abbiamo conosciuto come Televisione, che oggi si sta trasformando in una compiuta macchina di omologazione dei processi mentali”.
E dalle pagine di Telestreet – Macchina immaginativa non omologata, edito da Baldini & Castaldi, gli autori provvedono a rincarare la dose. Il messaggio è laconico: “La TV è morta” e ancora: “l'energia della comunicazione sociale si sta trasferendo in un'altra direzione. La direzione è quella della rete. Ma la maggioranza della popolazione italiana riceve dallo schermo televisivo una parte dominante dei segnali che influenzano il cervello sociale. Dentro quello schermo noi dobbiamo portare il messaggio, e interconnetterlo con la rete. Il nostro compito nell'immediato futuro è quello di connettere il circuito delle produzioni audiovisive con un reticolo territorializzato (quartiere per quartiere) di microtrasmettitori a corto raggio. E dunque, per prima cosa, occorre costruire questo reticolo. Lo chiameremo TELESTREET”.
Nel fenomeno delle tv di strada si riconosce un potenziale capace di deviare o violare il modello della comunicazione commerciale, oggi che lo spettro nemmeno tanto etereo dell’infoitment incalza nel disinteresse generale. Una spiegazione plausibile per cotanta devastazione culturale potrebbe essere l’illusione del pluralismo. Non è inverosimile, a pensarci bene, che la percezione che le informazioni siano aumentate di numero possa alimentare un equivoco: se è evidente che le informazioni disponibili sono effettivamente numerosissime, sarebbe interessante cominciare a concentrare l’attenzione sulle fonti. E se è retorica definire le tv di strada promettenti esempi di comunicazione dal basso, dovrebbe essere una premura necessaria quella di sottolineare come esperienze del genere possano almeno rappresentare, nella pratica, l’antidoto efficace, l’aglio alle finestre, i crocifissi capovolti da impugnare davanti alla dittatura di “nani e ballerine” nelle nostre tv. Una dittatura che lo stesso circuito Telestreet, insieme a molti altri, denuncia.

EXIT

TELESTREET, IL NETWORK
Il quartier generale delle Tv di strada d’Italia e di tutte le esperienze di comunicazione indipendente.
www.telestreet.it

IL KIT
Sono reperibili su internet informazioni tecniche per la creazione di una tv di strada.
www.challenger.it/telestreet/kit.htm
www.telestreet.it/telestreet/tv/orfeotv/realizzazione.htm


RADIO ALICE
Il sito della storica emittente da cui ogni mattina si levavano le note di Lavorare con lentezza, senza fare alcuno sforzo, ritmo pausa pausa ritmo, pausa pausa pausa pausa pausa pausa.
www.radioalice.org

NGV
New Global Vision, progetto che si propone di creare una rete di canali video online indipendenti e a costo minimo.
www.ngvision.org

CANDIDA TV
Candida TV nasce e cresce nell’humus del cinema underground, delle videoproduzioni, dei rave party, dei teatri di strada, delle radio indipendenti e dei magazine di controcultura pop. Negli anni assiste e consola le esperienze di altre tv di strada. Oggi è tutto questo e tanto altro.
http://candida.omweb.org

INSU^TV
La prima tv di strada che trasmette 24 ore su 24. L’idea e la pratica di gestire il palinsesto da remoto “costano” a Insu^TV l’assegnazione del premio Palinsesto Italia 2003. Insu^TV è napoletana e, a detta del suo unico (!) fondatore Nicola Angrisano, tanto “cattiva”.
info@insutv.it
www.insutv.it