Inside Art Anno 5 Numero 47 ottobre 2008
I dieci finalisti del Talent prize in mostra al museo del Corso dal 6 al 12 ottobre
La partecipazione è stato l’elemento che ha caratterizzato questa prima edizione del Talent prize. Partecipazione da parte dei numerosissimi, quasi novecento, giovani artisti che si sono messi in gioco presentando una loro opera. Partecipazione da parte dei giurati che insieme hanno ancora una volta dimostrato che il confronto con le giovani leve rimane un passaggio fondamentale per alimentare la comunicazione tra addetti ai lavori, critici e curatori, e gli artisti stessi. Se la morte, o meglio il fermo-immagine della sua facciata, caratterizza l’opera della vincitrice Rä di Martino, è la vita, in tutte le sue espressioni, il filo che lega i lavori dei nove finalisti che sono esposti, insieme all’opera premiata, al museo del Corso di Roma dal 6 al 12 ottobre. In particolare è il movimento a prendere il sopravvento nella visione d’insieme delle opere che sfruttano i mezzi di comunicazione oggi più usati, video e fotografia, prestati con sempre più frequenza al linguaggio artistico. Una predominanza della fotografia, presente infatti in ben sei lavori sui dieci in finale, prevarica sull’utilizzo della scultura, impiegata in due soli lavori in forma strettamente concettuale. La presenza di pittura e un solo video completano la panoramica. La spiritualità intrinseca nel lavoro di Silvia Camporesi, legata al suo video Dance dance dance, e nell’installazione concettuale di Francesco Carone che trasforma ne Il riposo del rabdomante il lapis, elemento primo di creazione e progettazione dell’artista, in una sorta di bacchetta magica da cui tutto prende vita, si contrappone all’univoca formalità espressiva dei lavori fotografici dove la città è protagonista. Città ferita nelle immagini di Martina della Valle, che risente della lezione di Gabriele Basilico e dei suoi scatti su Beirut, e senza vie di comunicazione nella Buenos Aires di Stefano Cento, nel progetto Tabula rasa, dove sono state eliminate digitalmente tutte le strade come per evidenziare l’assenza di socializzazione causata dalle paure che ci attanagliano. Sono Senza orizzonte invece i luoghi fotografati da Domenico Mangano che nel suo studio immagina un altro luogo possibile per tutti i luoghi che ci circondano, ambienti familiari ma al tempo stesso intrisi di mistero. Atmosfera surreale per la comunità fotografata da Samantha Casolari in Senza titolo, Nevada 2007 che cattura i riti comunitari durante il festival Burning man. Hilario Isola e Matteo Norzi con Mama, riflessione sull’immagine dell’arte africana trasfigurata dal colonialismo, portano avanti una ricerca a quattro mani che parte dalla scultura per esplorare differenti linguaggi. Grandi dimensioni per il Dittico della soglia #2, elaborata opera di Matteo Montani sviluppata come una lunga performance di pittura che disegna la dimensione percettiva come una membrana oculare nell’atto di schiudersi.
Ibrido il lavoro di Nadine Sajot, Ex voto 2008 + Cultura fisica white spirit, in bilico tra fotografia e scultura che presenta diverse tipologie di protagonisti a tavola. Come ha dichiarato Emmanuele Emanuele, presidente della fondazione Roma e della giuria del Talent prize: «La capacità di esprimere attraverso l’arte la complessità intellettuale dell’uomo e della natura consente l’evoluzione della cultura e con essa l’evoluzione della comunità umana».
Nicoletta Zanella, gallerista, vaglia le opere pervenute e analizza le scelte della giuria: «Abbiamo visionato i lavori congiuntamente e siamo arrivati tutti allo stesso risultato. Nulla di sorprendente, la tendenza è quella che già si era intuita da diversi anni: l’arte, così come la possono immaginare alcuni nostalgici, oggi non esiste più. La pittura o la scultura, intesa come impiego di materiali plastici, non è più utilizzata, non è più una espressione efficace per gli artisti che hanno bisogno di passare a mezzi che attengono ad altre discipline come il video e la fotografia. Credo si tratti dell’allargamento caratteristico del nostro mondo contemporaneo dove tutto serve per esprimersi. Nei dieci finalisti abbiamo riscontrato una reale qualità che è emersa per categorie: il video, un rappresentante della pittura, le installazioni e la fotografia che la fa da padrona sui palcoscenici internazionali ormai da molto tempo. Nel complesso è stata un’esperienza positiva per monitorare la situazione attuale in Italia dove rimane sempre una tendenza a essere esterofili e avere una specie di sudditanza rispetto agli altri paesi».
Anna Mattirolo, critica d’arte: «Più che grande originalità ho riscontrato delle conferme. L’impressione è, infatti, quella che buona parte degli artisti segua delle linee già avviate. Lo stato dell’arte è comunque in buona salute, abbiamo trovato degli artisti interessanti da considerare anche per il futuro. La logica che ha guidato la mia scelta è quella, come sempre, della qualità e la giuria intera è stata di questo avviso. È vero che la vincitrice è un’artista che ha già un curriculum considerevole, e questo può forse aver influito sull’immaginario di ognuno di noi, ma la di Martino rimane comunque un’artista giovane che ha ancora tanta strada da fare».
Ludovico Pratesi,critico d’arte, è dello stesso avviso:
«Per dare forza al premio nella sua prima edizione abbiamo concordato sul fatto di far vincere un’artista che avesse già un curriculum non solo nazionale ma anche internazionale. Anche per i finalisti abbiamo premiato artisti già conosciuti con esperienze espositive in Italia e all’estero, per dare al premio il giusto prestigio che merita. Molti i lavori con i video e la fotografia: un’internazionalizzazione dell’arte italiana più aperta a problematiche estere che si va sostituendo pian piano a tecniche più tradizionali, legate esclusivamente a un ambito locale».
Per Enrico Crispolti, storico e critico d’arte, l’opera vincitrice:
«Ha il merito di sottolineare il fattore della memoria, oggi piuttosto dimenticato e relegato in secondo piano. Questo è l’aspetto più interessante: la dimensione della memoria, a cui si torna a dare centralità, non è tanto una novità di linguaggio quanto di comportamento. C’è una tendenza a ritenere che sia più facile ottenere consensi e risultati positivi con i mezzi oggi più diffusi quali il video e la fotografia piuttosto che con quelli più tradizionali come la pittura. Credo sia più un pregiudizio a cui segue anche una sorta di autocensura o sfiducia da parte degli operatori. Ci si immagina che difficilmente si possa sfondare con la pittura e quindi non ci si prova nemmeno».
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell’omonima fondazione, riflette sulle possibilità formative delle scuole: «Rä di Martino è meritevole perché sta facendo un discorso di indubbia qualità, trovo il suo lavoro interessante così come il suo curriculum già ricco di esperienze. Ho riscontrato che la fotografia e il video sono due dei mezzi principali che i giovani artisti utilizzano per esprimersi e la di Martino è un’artista che esprime il suo lavoro proprio attraverso questi mezzi. Ho trovato molta eterogeneità nelle opere proposte e una maggior freschezza di linguaggio nei mezzi più nuovi rispetto ai tradizionali. Tra i finalisti segnalo Martina della Valle, una giovane fotografa che sta crescendo molto. Trovo che negli ultimi anni in Italia ci sia stato un margine di miglioramento ma quello che ancora riscontro è l’assenza quasi totale di istituzioni, scuole e strutture che possano seguire i giovani non solo durante la formazione ma soprattutto nel loro primo momento di presentazione e proposizione sul mercato dell’arte».
Oltre i nove finalisti e la vincitrice, sei giovani artisti under 35, le cui opere non saranno esposte alla mostra, sono stati investiti dalla giuria di una menzione speciale: Sara Basta, Andrea Botto, Giovanni Kronenberg, Margherita Caterina, Silvia Noferi e Ljudmilla Socci. Dal 6 all’12 ottobre, museo del Corso, via del Corso 320. Info: 0667862098; www.guidotalaricoeditore.it/talentprize08.
I MENZIONATI
Sara Basta, Roma, 17 settembre 1979, Vestiti per l’amore 2008
Andrea Botto, Rapallo (Genova), 8 giugno 1973, Tutto in una notte #6 2005
Giovanni Kronenberg, Milano, 13 aprile 1974, Senza titolo 2008
Margherita Caterina, Londra, 13 dicembre 1979, Museum 2008
Silvia Noveri, Firenze, 30 agosto 1977, Notturno 2008
Ljudmilla Socci, Ancona, 9 dicembre 1973, Just woman 2008