DROME magazine Anno 5 Numero 15 marzo-maggio 2009
art project synusi@blog by casaluce-geiger
synusi@: amare significa per certi versi perdere qualcosa di sé. tra investimento e rischio di una probabile moltiplicazione creativa del sé o forse una mutilazione identitaria. per citare baudrillard, potremmo andare incontro ad una sorta di “emorragia violenta della soggettività”. ma è davvero così?
ESTHER STOCKER: Ho sempre pensato che l’amore sia una liberazione, quindi nel migliore dei casi ci si libera di se stessi, perché all’improvviso c’è un’altra persona che vuole “averci”. Così ci si potrebbe disfare di se stessi. In questo senso si scioglie una parte della nostra identità. Ma nel mio caso questo non è un gran problema - ne ho abbastanza di identità.
s: il corpo si presta al desiderio, ma anche il corpo virtuale con la sua estensione. credi che potresti mai innamorarti in una chat, in un incontro attraverso facebook o attraverso un qualsiasi social network?
ES: Sì, se mi occupassi di cose come Facebook o le chat, ma non fanno per me. In generale, penso che nessuna situazione può essere strana o ridicola a tal punto da non permettere l’innamoramento. Più superficie per una “proiezione” c’è, più facilmente può succedere.
Ho un debole per l’innamoramento di un’idea piuttosto che di una cosa reale. Quando sono infelice cerco di innamorarmi di più persone contemporaneamente, perché così la delusione non è troppo grande. Una sorta di prevenzione del dolore.
s: il nostro essere artisti ci porta ad una forma di innamoramento nei confronti dell’arte. a cosa sei disposta a rinunciare per questo percorso?
ES: Mi piacerebbe dirti che non rinuncio a niente per l’arte. Ma naturalmente non è vero. Non faccio quasi nient’altro a parte l’arte. Si vive la propria vita svegliandosi un giorno con la sensazione che non ci si ritrova nella propria situazione. Allora cosa fai? Alla fine non ti viene in mente niente di meglio che dipingere rettangoli neri su sfondo bianco.
s: anche in amore siamo propensi a confondere i confini tra avere o essere, ricordando il celebre libro di fromm. cosa ti aspetti da chi ami in relazione al vostro rapporto?
ES: Mi piace l’idea che qualcuno mi voglia avere. Per il resto, cerco di liberarmi dell’idea di avere delle aspettative…
s: la prostituzione smentisce, forse, l’idea di kant che vorrebbe l’uomo come fine e non come mezzo. da noi, in austria, come in altri paesi, esiste una realtà legalizzata. non è così, ad esempio in italia, ma non solo. cosa pensi di quello che viene definito il “mestiere più antico del mondo”?
ES: Oh, amo Kant… Ho una grande simpatia per le prostitute. Non potrebbe sembrarci quasi romantica la prostituzione come scelta volontaria? Una situazione di lavoro aperta invece di una dipendenza nascosta? Mi disturbano molto le pessime condizioni di lavoro delle prostitute. La vicinanza con il traffico umano rende la cosa ancora più antipatica e, alla fine, nella prostituzione reale, si mostrano soltanto le tristi differenze di potere della nostra società.
Forse ci serve una nuova utopia per l’amore.
s: cosa non potresti mai perdonare in amore? e nell’amicizia?
ES: Non potrei dire che può esserci un evento particolare, ma potrei arrabbiarmi molto con la persona che mangia il mio ultimo pezzo di torta al cioccolato.
s: l’eros e il pathos sono stati nutrimento di creatività artistica nelle sue più varie forme. c’è una breve poesia d’amore che ti piace particolarmente? potresti condividerla con noi?
ES: Questa è la prima frase di una poesia che mi è rimasta impressa: Sono libero e ho la nausea / Ich bin frei und mir ist schlecht. La poesia è di Ernst Jandl e si chiama Frei und schlecht. Quando l’ho letta la prima volta ho pensato all’amore.
s: quali sono le tue passioni?
ES: Fisso volentieri i muri, leggo filosofia analitica e fumetti.
s: un regalo che ti piacerebbe ricevere - magari per san valentino ;-).
ES: Mi piacerebbe avere un gatto.