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Equipèco Anno 6 Numero 20 estate 2009



L'informe, qualcosa.

Luca Arnaudo

A proposito di Siri Kollandsrud



Trimestrale di arte e cultura


INDICE

EDITORIALE | EDITORIAL
4_Richiesta di scambio | Request of exchange
Carmine Mario Muliere

POESIA | POETRY
7_Arendt Oak Speser, Poesie | Poems
Luca Arnaudo

ARTE_Approfondimenti | ART_Deepenings
8_Modelli unidimensionali di relazioni acustiche, emozionali, estetiche
Unidimensional models of acustic, emotional and aesthetic relations
Piero Mottola
15_Scott Short, Cardi Black Box
Hamza Walker
30_Il MAXXI si accende con Garutti
The MAXXI Illuminates with Garutti and the show begins
Irene de Vico Fallani
34_Mundus Novus, Padiglione America Latina
New Worlds, Latin American Pavilion
53. Biennale di Venezia
Irma Arestizábal
42_Cronostasi 2
Sara D’Alessanrdo
44_Stanislaw Drózdz, Miedzy / Tra | Miedzy / Between
Anna Maria Nassisi
49_Siri Kollandsrud. L’informe, qualcosa | The formless, somethhing
Luca Arnaudo
50_Teatr’Arteria 2009. Edificio scenico
Teatr’Arteria2009. Building stage
Ilari Valbonesi
52_Progetto d’Arte per la propria casa - Sorgente
Art Project for your home - Source
Carmine Mario Muliere
56_Go East!
Alan Santarelli
58_Ono Emiliani, Pietraia | The heap of stones
Luca Arnaudo

INTERVISTA | INTERVIEW
60_Luigi Ontani
Paola Consorti

ARTE_Focus | ART_Focus
65_Harpa proiects, Correspondences 2.2
Michela Gulia - Gabriella Arrigoni
66_Michelangelo Mandich, Il Canto delle ore
Armando Soldaini - Michelangelo Mandich

ARCHITETTURA | ARCHITECTURE
18_Arup Associates: Druk wait lotus School in Ladak
holistic engineering in a climate of extremes
Luigi Prestinenza Puglisi - Anna Baldini

DESIGN
26_Museo MADRE Napoli
Cinzia Ferrara

ARTE_Recensioni | Art_Reviews
67_Turco - Bandinelli, Mondo. Prolegomeni a un’arte interrogativa
Mondo. Prolegomena to an interrogative art
Luca Arnaudoi
François Morellet
Rd
Springacademy
Antonella Arnaboldi
Annette Messager: The Messengers
Matteo Consonni

MUSEI | MUSEUMS
70_Roma, Accademia di Spagna: Guglielmi - Guerrero.
MACRO, Italian Genius Now.
Boncopagni Ludovisi, Ginna futurista
Elisa Perseo

JAZZTIME
78_Chet Baker, Jazz dal carcere | Jazz from prison
Walter Mauro

ARGOMENTI | TOPIC
72_La bellezza del Caos | The beauty of chaos
Edoardo Angeloni

80_Facebook: oltre la prefazione | beyond the preface
Luca Valeri

82_Giappone paese dell’oro | Japan, country of the gold
Yoshiko Takama

87_La gioia tremenda | The Tremendous Joy
Francesco Maurizio Pullara

88_Il Segreto e l’Ottimismo | Optimism and The Secret
Marco Miglio

RACCONTO | TALE
90_17° capitolo | Chapter 17°
Pirofilo

EDITORIALE | EDITORIAL
94_Fondazione Hangar Bicocca
Carmine Mario Muliere

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Jan Fabre
Michela Santini
n. 32 estate 2012


Siri Kollandsrud
Fingers, 2008
linocut
In copertina
Cover stories
Arup Associates
Druk Withe Lotus School, Ladak, India
Photo © Christian Richters
Courtesy Arup Associates

In un fondamentale saggio di fine anni venti, Georges Bataille introduceva nell’arte il concetto dell’informe, «termine che serve a declassificare, posto che generalmente si esige che ogni cosa abbia la sua forma».
In contrapposizione alle più rassicuranti, polite determinazioni allora predilette da scienza e filosofia, l’informe irrompeva a denotare un’alterazione, la presenza di una trasgressione o, per usare le parole di Rosalind Krauss che molto ha studiato la questione, «lo sfumare dei limiti intorno al termine». Pur attivato in un contesto storico e critico assai lontano ormai dall’originario campo di Bataille, il dispositivo dell’informe non cessa di mostrarsi significativo, assumendo anzi un’ulteriore valenza nella sua vivente contrapposizione (non tanto a diverse categorie concettuali, quanto) a quel disagio, da ultimo contrabbandato per unmonumental, della precarietà confusa che domina le principali esposizioni, quando non più direttamente le esperienze artistiche contemporanee.

Ora, simile discorso ben si presta alla verifica dell'opera di Siri Kollandsrud, artista di origini norvegesi da tempo attiva a Copenhagen e spesso di passaggio in Italia (la sua più recente personale si è tenuta a Roma nello scorso dicembre), poiché è propriamente il sentimento dell’informe a imporsi in ogni sua piega, mosso da istanze che non si deve temere di riconoscere nordiche e femminili. Depongono a favor critico e spirituale di simile affermazione la liberalità struggente tanto di materiali che accostamenti, risolutamente al di fuori della portata di qualsiasi artista dalla costituzione mediterranea: vedi i colori acidi degli acquerelli, la leggerezza al contempo frivola e torbida delle linocut in cui corpi generosi di donne impacciate o con una bara sulle spalle si alternano ora a mescolanze anfibie di membra umane, ora a sontuose celebrazioni del potere visivo del drappo e della macchia. È il caso, più in generale, del perturbante immaginario di tutta l’opera dell’artista, sempre sospeso tra pulsioni ctonie e minime trasfigurazioni.

Si parlava dell’informe, appunto, che, se non va confuso con il precario, neppure compartecipa delle forme accademiche dell’informale: di fatto, quel che si afferma è qui piuttosto un’esuberante organicità, la proliferazione cellulare di più cose insieme e all’apparenza incongruenti, al modo di una soffitta dell'animo dove matasse-sculture di lana si accumulano a disegni toccati dalla grazia dello schizzo, stampe emergenti dall'oscurità degli inchiostri come sogni al limitare del sonno, installazioni effimere di materiali eventuali, ma che appunto nell’insieme trovano e affermano un senso, all’insegna di un’accogliente straniazione (e sfortunato chi non ha mai provato il piacere del rifugiarsi in soffitta, accolto da masse buie di oggetti e ricordi che parlano di sé, sussurranti d'altro). Qui, insomma, c’è niente ma qualcosa, la celebrazione – secondo le stesse parole dell’artista – di quei momenti nella vita di ognuno quando si verifica un indistinto, l’informe appunto che sfugge al controllo del quotidiano: ed è un dono di colori, una festa oscura, non più definizioni ma tensioni dell’immaginazione, aperte sulla meraviglia.

Note
La teorizzazione originaria di Georges Bataille a cui si fa riferimento nel testo è stata svolta nel saggio Informe (dalla rivista Documents, n. 7, 1929). La rete abbonda di rimandi alla stessa: tra i saggi più interessanti di immediato reperimento, v. quello di Alessandra Violi, L’immagine informe: Bataille, Warburg, Benjamin e I fantasmi della tradizione, www.farum.it). Quanto a Rosalind Krauss, tra i diversi scritti in cui si occupa del tema v. da ultimo in italiano L’originalità dell’avanguardia e altri miti modernisti, Fazi 2007.


Luca Arnaudo, vive e lavora a Roma