Expecta Vulnus. Performance-installazione. L'artista ha strutturato un percorso visivo in cui il piano delle idee trova consonanza con quello delle forme (le "scene" allestite per la rappresentazione della performance, con i relativi colori, suoni, musica, forme simboliche come la conchiglia, evocazioni visive).
Expecta Vulnus. Performance-installazione
Nel Mistero della vita
Con questa performance Alice Masprone si china sul trascurato, quasi dimenticato
mistero della vita. Il mistero - ha scritto Karoly Kereny- esige una spiegazione:
ma questa avra' solo il compito di indicare, appunto, ove risiede il vero enigma.
Con un fare lieve e pieno di bellezza Alice ha strurrurato un percorso visivo in cui
il piano delle idee (il cerchio che e' un archetipo) trova consonanza con quello
delle forme (Le "scene" allestite per la rappresentazione della performance, con i
relativi colori, suoni, musica, forme simboliche come la conchiglia, evocazioni
visive): essi, insieme , indicano appunto dov'e' l'enigma.
E' la morte che da' inizio a questa rappresentazione, che affronta con coraggio i
segni del perdersi, cercarsi, trovarsi, condensati in un percorso circolare in cui
la vicenda spirituale e fisica personale trova voce e senso nell'alveo del destino
umano, e la condizione di esistenza dell'artista assume una modalita' di proiezione
simbolica, uno schema di autorappresentazionein cui l'idea del cerchio e della
circolarita' dell'alternarsi morte-vita-morte, fornisce la struttura di supporto
mitico-figurale.
"Tutto -ha scritto Alice- ovvero le tematiche che questa performance tratta, sono a
mio vedere le tematiche dell'esistenza intera".
Ma la morte, in questo inizio, nella prima scena,in cui tutto e' buio e' energia
intrinseca: "mors ianua vitae", la morte e' la porta della vita, secondo una
concezione contraria a quanto affermano, ciascuno a modo suo, Platone ed Epicuro,
secondo cui la morte non riguarda l'essere umano in quanto l'essere dell'una
escluderebbe l'esistenza dell'altro. Qui,la morte trascorre nel nascere e
trasformarsi. Si muore per rinascere, e con profetica e poetica certezza Alice nella
scena seconda muove colori e voci che parlano del bianco dell'est e' do quello
dell'alba, del bianco della nostra anima e di quello del silenzio. Ma e' nella scena
terza che Alice trova " posizione" e "situazione" per il proprio corpo e vivifica
uno spazio corporeo che non ha soltanto un significato teoretico.
Alice osserva la condizione umana , ma nell'osservare -ha scritto Umberto
Galimberti- non si puo' prescindere dal punto di osservazione.
Per questo lo spazio corporeo che Alice allestisce in questa scena e' simbolico, connotato dalle
conchiglie "antiche"della nascita della femminilita', ma anche esistenziale, vulva e
occhi e pancia e ginocchia, voce dolente e ferita expecta vulnus, aspettati una
ferita, termina questa discesa nel mistero, con il rientro da dove si e' arrivati,
termina con un bagno nel "sugo della vita". Ha scritto Piero Camporesi: "Si
favoleggiava una volta d'una strana sensibile lucerna, che, alimentandosi di sangue,
segnasse il confine ed il tempo della vita. Un rossastro, malinconico faro il
quale, nel riverbero cangiante delle sue ombre, proiettava il destino (col suo
seguito di patimenti e di felicita') che quesl liquido, sensitivo come un alito del
fato, riusciva inesplicabilmente a segnalare".
Cosi' Alice, immergendosi in una vasca-ventre piena del "sugo della vita" ritorna
alle origini, alla morte-vita che il padre di tutti gli umori simboleggia e
riannoda. Eleonora Frattarolo e Grizzana Morandi.
La performance avra' luogo il 7 e il 18 marzo 2006 ore 21
Associazione Culturale Mache'
Via della Consolata 9/g - Torino
Orario: Lunedi'/sabato h. 18.00-22.30