The Hiring hall: refund your trip!
by Maddalena Fragnito e Emanule Braga
“Sei stato alla Biennale di Venezia? Qual’è la tua professione? Quanto hai speso pur di partecipare a questa grande manifestazione? Se vuoi ti possiamo rimborsare, ma solo se ti piace la limonata!”
/ENG/
Were you at the Venice Biennale? What is your job? How much did you spend in order to participate in this great event? If you want it we can reimburse you, but only if you enjoy lemonade!"
/Links:/
The Map -
http://www.lacollezione.eu/after_the_storm.html
http://www.lacollezione.eu/hiring_hall.html
Quanto si è disposti ad investire pur di non rimanere esclusi dal grande evento della Biennale? Abbiamo poggiato per terra un tavolino con su scritto 'Refund Your Trip'. Avevamo messo in giro la voce che avremmo rimborsato chiunque, delle spese sostenute per partecipare a questa Biennale di Venezia. In questi grandi eventi dove gira parecchio denaro, dove per affittare uno spazio espositivo ci vogliono i milioni di euro... Volevamo capire quanti sono i soldi destinati agli artisti e agli operatori culturali, ovvero ciò di cui si parla e si guarda: il contenuto di questa vetrina. Gli artisti sono accorsi numerosi al nostro tavolo (com'era prevedibile), perché nessuno aveva coperto loro le spese di viaggio, di alloggio, di produzione dell'opera... niente di niente. Sono venuti per ricevere il rimborso promesso e noi li abbiamo ripagati con una limonta acida, spremuta sul momento. Tra un sorso e l'altro ci siamo intervistati a vicenda cercando di capire per quale motivo siamo ridotti così male... noi chiedevamo.... in che percentuale il tuo lavoro come artista riesce a coprire il tuo reale costo della vita, insomma: riesci a mantenerti lavorando in campo artistico? In che modo? A quali condizioni? Quanto queste condizioni determinano il tuo grado di indipendenza? Non credi che più il tuo lavoro è finanziato più è indipendente? Se ci fossero delle istituzioni in grado di farti lavorare in modo indipendente, la tua ricerca ne guadagnerebbe? Arrabattarsi ed essere costretti a declinare la propria ricerca a quello che offre il mercato del lavoro fa bene alla produzione culturale? Artisti riconosciuti che fanno anche i fotografi di matrimoni, che fanno anche i montatori video, che fanno anche gli allestitori, che fanno anche i camerieri, che dilapidano il patrimonio di famiglia... artisti che non alzano la testa, che pagano per essere esposti, che pagano per partecipare ad un premio ed essere premiati, artisti che pagano per essere nelle fiere e nei grandi eventi. Artisti che non hanno più diritti e che si sono dimenticati di essere lavoratori. Artisti che lavorano facendo guadagnare sempre qualcun altro più potente di loro... Gli artisti ci hanno risposto che in Italia si guadagna con l'arte il 5% del reale costo della vita, vale a dire, non si riesce a campare di arte. Gli artisti stranieri ci hanno detto che hanno lottato per avere un welfare e delle istituzioni che fossero fondate su altri principi dal mero mercato, e che ora si ritrovano in una situazione migliore della nostra. Alcuni artisti stranieri ci hanno detto che in stati attenti a finanziare la cultura, l'arte riesce a produrre in modo più indipendente, altri artisti stranieri ci hanno detto che se in Italia gli artisti si mettessero a lottare per difendere i loro diritti, produrrebbero in modo più indipendente e potrebbero cominciare a porre delle condizioni di 'cura' collettiva del sistema dell'arte e della cultura.





