SORRIDI!

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Indice :

1 Scopri tutti gli appuntamenti e i contenuti speciali della rassegna

2 AGRODOLCE

3 SPECCHIO RIFLESSO

4 PELLICOLE

5 Introduzione al primo focus: AGRODOLCE

6 SORRIDI!

7 La fotografia è un elettrodomestico spettacolare

8 Terra di mezzo

9 Lo spettatore come cavia

10 Marco Giusti, testo introduttivo al lavoro Audience di Marco Calò

11 PUBBLICO DI MERDA!




© Daniel Cerrejon
5 MIN SMILE
Mono channel video / 5 min / 2012
performance: Ramiro Mínguez.
lighting: Gorka Alba
editing: Diana Rojo

Il precedente post finiva con queste parole di Arnaldo Fraccaroli:

"Perdonate dunque, e se qualche volta vedete in fotografia un tale con un sorriso straziante, non prendetelo in giro. Pensate che quel pover'uomo non rideva perché fosse allegro, ma perché il fotografo gli ordinava serio serio: «Sorrida!...»."

Il sorriso (forzato) viene da Fraccaroli citato come elemento fondamentale di molte fotografie; il video di Daniel Cerrejon dilata in modo esasperato questa forzatura al sorriso.
Mettere in relazione anche questo estratto del testo di Desmond Morris è interessante per provare a capire cosa sia un sorriso.

Fabrizio Bellomo

"Sembra che la reazione del riso sia derivata da quella del pianto nel modo seguente: come ho già detto prima, il pianto esiste fin dalla nascita mentre il riso non appare fino al terzo o al quarto mese. Il suo arrivo coincide con lo sviluppo della capacità di riconoscere i genitori. Il bambino che riconosce il proprio padre è un bambino saggio, ma quello che riconosce la propria madre è un bambino ridente. Prima di imparare a identificare il viso della madre e a riconoscerla tra gli altri adulti, il bambino borbotta e gorgoglia ma non ride. Quando comincia a distinguere la madre, inizia anche a temere gli altri adulti a lui estranei. A due mesi, qualunque faccia adulta va bene, qualunque adulto amichevole è benvenuto. Ora invece, cominciano a maturare i timori del mondo esterno e chiunque non gli sia familiare può sconvolgerlo e farlo piangere. (In seguito egli impara che anche altri adulti possono dare delle soddisfazioni per cui non li teme più, ma questo processo avviene selettivamente e si basa sul riconoscimento personale). Come conseguenza del processo di fissazione sulla madre, il bambino si viene a trovare in un conflitto strano. Quando la madre fa qualcosa che lo spaventa, ella gli fornisce due serie di segnali opposti: una serie dice «Io sono tua madre, la tua protettrice personale, non hai nulla da temere», mentre l'altra serie vuol dire «Attenzione, c'è qualcosa che fa paura». Questo conflitto non può sorgere prima che la madre venga riconosciuta come individuo, perchè prima, se ella facesse qualcosa di allarmante, farebbe semplicemente paura. Adesso invece, ella può dare un doppio segnale: «C'è pericolo, ma non c'è pericolo». Oppure «Apparentemente c'è pericolo, ma siccome questo proviene da me, non occorre che tu lo prenda troppo sul serio». Come risultato, il bambino presenta una reazione che per metà è reazione di pianto e per metà borbottio di riconoscimento della madre. Questa combinazione magica determina il riso. (O meglio, lo determinava nel corso dell'evoluzione.) Adesso questo è diventato una reazione a sé stante, distinta e separata, ormai fissa e completamente sviluppata."

estratto da:

LA SCIMMIA NUDA - Studio zoologico sull'animale uomo
di Desmond Morris
1968 edizioni Bompiani