Artissima 20: again...

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Indice :

1 Torino giorno e notte

2 Club To Club, 7 novembre

3 Artissima 20

4 Fondazione Merz

5 Castello di Rivoli

6 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

7 Club To Club, 8 novembre

8 Palazzo Cavour

9 Artissima 20: again...

10 The Others

11 Spazio Velan

12 La Notte delle Arti

13 Club To Club, Gran finale!




Lavori di Denes Farkas (Estonia) e Mikko Hintz (Finlandia). Galleria Temnikova & Kasela, video di Stefano Lo Muzio.


Riflessioni di Barbara Fassler sulla presentazione del libro "Interno Domestico", Fortino Editions, a cura di Federica Boràgina e Giulia Brivio.

La pubblicazione della giovane casa editrice Fortino Editions, appena sfornata e presentata al pubblico ad Artissima 20, è di importante valore storico, perché salva esperienze uniche ed effimere - nate fuori dai canali ufficiali dell'arte – per la conoscenza delle generazioni future.
Il libro è denso d’informazioni ed è il risultato di anni di ricerche svolte dalle giovani storiche dell'arte, Federica Boràgina e Giulia Brivio e racconta esperienze di mostre che si sono svolte nelle case private – lontane dalle istituzioni – dagli anni Settanta fino ai nostri giorni.
Sul palco si trovano le due curatrici, l'editrice Michaela Arfiero e me stessa, oltre a Francesca Chiacchio con "There is not...", Ermanno Cristini e "L’ospite e l'intruso", Luca Scarabelli con "Fare una cosa per il piacere di farla" e "Vegetali ignoti", per "No Admittance" parla Paolo Bergmann. Mentre raccontano le loro testimonianze, mi accorgo di aver partecipato come artista a ben tre dei progetti elencati: negli anni '90 alle mostre e pubblicazioni di "Vegetali ignoti", con un’installazione ad un evento di "No admittance" e nel 2010 come intrusa in casa di Ermanno Cristini.
A pensarci bene, si crea un contrasto molto forte - per non dire un paradosso - nel presentare la documentazione di queste attività “underground”, caratterizzate da atteggiamenti disinteressati e di ricerca, proprio all'interno di una fiera, dove l'obiettivo è primariamente la vendita di oggetti.
In realtà i due poli del sistema sono connessi logicamente: le mostre negli "Interni domestici" nascono come risposta a un mercato impenetrabile per gran parte degli artisti. Sono - insieme ad “artist spaces”, a iniziative nei luoghi pubblici, ecc, - parte di una serie di manifestazioni di autogestione e di appropriazione dei canali di distribuzione e visibilità. Perché l'arte, se non si confronta con un pubblico, l'arte senza dialogo, è un’arte priva di ragion d'essere.
Dal senso d’impotenza, quindi, scaturisce una forza che viene dal basso e si trasformano spazi privati in spazi pubblici. Se il mercato non si interessa ai bisogni elementari degli operatori - fare ricerca e sperimentazione nonché di confrontarsi e dialogare - questi prendono il proprio destino in mano. Lo spazio pubblico non si limita alle piazze, ma nasce proprio laddove si crea una piattaforma di riflessione comune e quindi si estende ugualmente allo spazio privato.
Come nel lontano 1874, quando un gruppo di giovani artisti organizzarono una mostra nello studio di un fotografo. Al tempo, nello spazio privato di Nadar a Parigi è nato l'impressionismo come reazione ad una cultura ufficiale che negava l’accesso agli artisti non allineati. Nello stesso modo ci saranno altre generazioni che costruiranno il proprio futuro sconvolgendo gli equilibri spaziali, temporali e di potere e s’inventeranno nuovi canali di distribuzione per fare sentire la propria voce.
La presentazione si è tenuta ad Artissima il 9 novembre.

http://www.fortinoeditions.com/book/interno-domestico/


Corrado Levi, presentando il suo ultimo libro (Soggettività Opere Luoghi, edito da et al./edizioni Chissà com'è?), parla della vita come di un insieme di frammenti, ognuno all'insegna dell'instabilità. E' un concetto questo che spesso emerge anche dalle parole degli artisti intervistati da Concetta Modica nel libro "In pasto al presente", edito da A+MBookstore, che è stato presentato appena prima. In fondo sono due voci che ci raccontano dell'identità tra arte e vita e della necessità per l'arte di alimentarsi dei terremoti della vita. E' bello sentirlo in un contesto di prodotti, e dunque è bello sentirlo nonostante la fiera.
(Ermanno Cristini, artista)




Presentazione del libro di Corrado Levi al Book Corner di Artissima. Foto di Yari Miele



Ambiente interno terribilmente riscaldato, eccoci arrivati, siamo all'International Fair of Contemporary Art 2013. Partiamo proprio dal termine "Internazionalità", parola chiave di Artissima. Diretta da Sarah Cosulich Canarutto con un team di 45 curatori internazionali (definito "plotone di curatori"), la fiera ospita una selezione di 190 gallerie da Brasile, Africa, Asia e Medio Oriente, solo un terzo di quelle presenti sono italiane. La sezione "Back to the Future", catalizza l'attenzione proprio in questi termini, divenendo una rete all'interno della quale non si percepisce semplicemente distinzione individualista tra opere ed artisti quanto invece, relazione e connessione comunicativa ed emozionale. Un'esempio tra tanti lo sono l'artista italiano Piero Gilardi in galleria Guido Costa e l'artista Janusz Lukowicz in galleria Starter di Varsavia, due lavori dall'argomento eterogeneo che guardano attraverso ed oltre la crisi politica e sociale come una riflessione sull'impatto della crisi economica e finanziaria mondiale. Dennis Mc Nulty, Reto Boller, Brian O' Doherty, Christoph Meier, ci dirigono, invece, verso una comprensione del concetto assoluto di forma applicata allo spazio, attraverso una polisemia del concetto di forma, che diviene una "morfogenesi della forma" e della progettazione, con una produzione di opere compositivamente evolute, fresche e giovani dalle quali imparare che le premesse non sempre devono avere un epilogo, ma possono essere una composizione in continuo divenire. (Eleonora Valguarnera)



Brian O Doherty. Foto Eleonora Valguarnera



Brian O Doherty. Foto Eleonora Valguarnera



Christoph Meier. Foto Eleonora Valguarnera



Dennis Mc Nulty, Everything that dies... Foto Eleonora Valguarnera



Dennis Mc Nulty, Everything that dies... Foto Eleonora Valguarnera



Dennis Mc Nulty, Everything that dies... Foto Eleonora Valguarnera



Janusz Lukowicz in galleria Starter di Varsavia con l'opera "Crisi Forever". Foto Eleonora Valguarnera



Piero Gilardi. Foto Eleonora Valguarnera



Reto Boller. Foto Eleonora Valguarnera



Galleria Francesco Pantaleone. Foto di Stefano Lo Muzio