Ipso Facto (1999 - 2000) Anno 2 Numero 5 Settembre - Dicembre 1999
Prosegue l'indagine sul rapporto tra arte e nuovi media, in questo numero con tre testi molto diversi tra di loro sia per argomento che per posizione. Jay D. Bolter e Richard Grusin prolungano infatti la questione impostata da William Mitchell nel numero scorso, interrogandosi sullo statuto delle immagini digitali e su quanto le loro possibilità di "modificazione" incidono non solo sulla percezione della realtà ma anche sui criteri estetici tradizionali; Gianni Romano ci informa direttamente su ciò che molti artisti hanno fatto e fanno in Internet, dando vita a una nuova ma ormai già consolidata pratica artistica; Nicolas Bourriaud, da parte sua, ci fornisce un punto di vista più critico e problematico nei confronti dell'uso dei nuovi media in arte, proponendo una riflessione e una pratica più dialettica e formale.
Angela Madesani dà inizio a una carrellata storica sulla Video Arte in Italia, non uscendo di molto neppure lei dall'argomento precedente, ma cercandone le radici storiche e nostrane. La sua ricerca si spingerà nelle prossime puntate fino al presente e intanto noi apriamo una rubrica nuova che vorremo coltivare con cura, quella più direttamente dedicata all'arte italiana, soprattutto storicamente, contando di dare dei contributi per una sua rilettura aggiornata.
Continua anche la rubrica dedicata alle influenze e relazioni, molto importante per noi perché rivelatrice di altri modi, più dettagliati, di sondare la storia e da cui, come già si leggerà qui, pensiamo che il lettore potrà aspettarsene delle belle. Così, oltre all'ultima puntata del testo su Dalì e la cultura "ultralocale" catalana (ma non solo), proponiamo un testo di Jean-Claude Lebenszstejn davvero singolare, che, attraverso soggetti e argomenti culinari, va dalla distinzione (secondo de Kooning) degli artisti in artisti dello stufato e artisti del brodo, al bisticcio cubista sul brodo Kub e ad altro ancora (vi siete mai chiesto che cosa mangiava un artista come Mondrian?).
Nella rubrica "Opere, immagini, scrittura" ben tre proposte in questo numero: la poetessa Antonella Anedda indaga il silenzio dello spazio delle opere di Mark Rothko, Marion Hohlfeldt descrive e analizza un'importante installazione di Joseph Beuys, mentre Giuseppe Zuccarino aggiunge un'altra novità al nostro elenco introducendo l'appassionante argomento dell'interesse e della scrittura per l'arte di poeti e letterati - qui è la volta di Leonardo Sinisgalli -, i quali, evidentemente, si accostano alle opere e agli artisti figurativi in maniera alquanto diversa dagli storici e dai critici: un campo di indagine che svilupperemo di sicuro.
Proseguiamo senz'altro l'intervento diretto degli artisti: contributi originali per questo numero sono di Gianluca Codeghini e Aurelio Andrighetto. Oltre la copertina d'artista, naturalmente, particolarità di "Ipso Facto", soprattutto perché sviluppata, ricordiamo, sulle quattro facciate, che qui Alberto Garutti interpreta alla sua maniera, quasi che le copertine "esterne" si identifichino alle pareti della stanza che vi è illustrata, mentre quelle "interne" sono allora le pareti delle stanze al di là.
Come anticipato e promesso, i multipli di "Ipso Facto" si moltiplicano! Oltre alla grafica di Luca Pancrazzi, sono disponibili ora anche i multipli di Dario Bellini. Di entrambi si troverà la descrizione nelle ultime pagine. Altri ancora seguiranno.