|
RICOGNIZIONE
a cura di Daniele Gasparinetti e Andrea Lissoni
l repertorio a seguire prefiggerebbe
essere uno strumento utile per conoscere ed eventualmente approcciare
quelle strutture, pubbliche o private, che in Italia si occupano
con continuità in questi anni della promozione e della
divulgazione delle arti elettroniche.
In merito si dà conto di alcune
precisazioni.
La prima riguarda la difficoltà
a fissare una mappatura rispetto ad un territorio nel quale molte
entità nascono e scompaiono o mutano i loro orientamenti
piuttosto repentinamente: si sono quindi
selezionate solo quelle realtà
che più stabilmente negli anni hanno prodotto un percorso
costante e non sporadico manifestando in questo modo un interesse
specifico pur all'interno di tagli disciplinari molto diversificati.
Si è inoltre escluso un approfondimento
dell'area milanese essendo assolto il compito in catalogo da
una mappatura più specifica ed approfondita.
Si è infine ritenuto opportuno
allegare un'essenziale e si auspica esaustiva bibliografia di
riferimento che possa fungere da sottotesto e contestualizzazione
di tutta la ricerca.
In una ricerca che ha dunque necessariamente
più un valore di orientamento che strutturale emerge
evidentemente una serie di constatazioni: per esempio quella per
cui appare vistosa, nell'articolazione per livelli funzionali,
la mancanza di strutture di produzione. In questo specifico caso
si osserva e s'invita a dedurre che in realtà queste,
se intese come centri che producano su progetto od in forma
di servizio, in Italia sono totalmente assenti. Un inventario
delle case di produzione private, nate sovente dall'intraprendenza
di singoli operatori ed artisti o da gruppi di essi, fornirebbe
tutt'al più un parziale indice di autori, sezione peraltro
non prevista nella presente ricerca.
Una riflessione più ampia sul
sistema produttivo delle arti elettroniche si trova nello spazio
relativo e di contestualizzazione rispetto alle opzioni effettuate
per l'Infoteca, cui si rimanda per meglio
comprendere alcune dinamiche.
Come ricordato anche altrove il taglio
di questa cartografia ambirebbe restituire la complessità
di un settore situato o, meglio, individuabile, piuttosto trasversalmente
tra diversi ambiti disciplinari e
circuiti: quello cinematografico, quello
televisivo, quello delle arti visive, del teatro, della danza,
della musica, anche della pubblicità o del design, non
trascurando quello delle culture nonufficializzate o underground.
Sarebbe certamente interessante riuscire
a stendere una descrizione quanto più esaustiva possibile
di questo sfuggevole territorio a partire, per esempio, da categorie
storiche che vedano lo sviluppo dei dispositivi tecnici per
la produzione di immagini come un lungo corso secolare segnato
da precise continuità, scismi e fratture. Analogamente
sarebbe interessante ed utile cercare di ricostruire le vicende
italiane, con criteri storiografici prima, riflessioni di tipo
estetico poi, di una tale tormentata area o settore, accomunato
dalla continuità e permanenza del medium video.
Si rimandano per il momento queste
forse utopiche intenzioni, consegnando pertanto un elenco e
scusandosi sin d'ora per le sue eventuali e probabili lacune ed
omissioni, dovute in buona parte a disorganica eredità.
|
|