Work.Art in progress (2006-2008) Anno 6 Numero 20 Speciale autunno 2007
… Le temperature sono miti, lo zero termico non è ancora stato raggiunto. Il clima artistico italiano è sereno, con qualche piovasco e un sistema depressionario in transito. Meglio essere più ottimisti: corpi nuvolosi in assottigliamento, orizzonte di ampie schiarite.
Recentemente invitato a Liverpool per Super Social, conferenza High Tea (del genere When Kittens Become Cats) in occasione della Biennale autoctona – ho avuto una rivelazione. L’originale funzionamento dell’iniziativa semiseria, ospita un curatore straniero in abbinamento a un artista nazionale (o viceversa); a ognuno dei due un’ora di tempo per intrattenere, coinvolgere, possibilmente generare partecipazione tra gli art lovers della città inglese. Alla prestidigitazione offerta dal mio compagno d’avventura ho risposto con un Indovina chi, un inedito cluedo giocato sulla piattaforma di italianarea.it (che insieme a portfolioonline.it è una delle diramazioni attraverso cui Viafarini e C/O careof diffondono e promuovono nel web i contenuti del loro pluriennale archivio giovani artisti.
Dopo aver scelto dieci artisti presenti nel sito il cui curriculum fosse evidentemente internazionale, in un certo modo abilitati a riassumere la storia dell’arte italiana degli ultimi quindici anni, li ho presentati attraverso una selezione di immagini riferite a cinque lavori ciascuno: dai fulminanti esordi alle celebrate consacrazioni. Al pubblico il divertissement culturale d’indovinare il nome degli autori. Sorpresa! Solo tre i valorosi identificati del mio ponderato corpo sceltissimo: Maurizio Cattelan, Monica Bonvicini e Paola Pivi… Sugli altri, diffusamente è caduta una spessa coltre di nebbie di brughiera.
Il mio intervento è valso certo a sollecitare l’attenta speculazione di qualche zelante curatore e ad accrescere la curiosità sulla situazione italiana… ma molto di più, e soprattutto con maggior metodo, deve essere fatto, necessariamente riconsiderando i criteri che abitualmente collocano in una prospettiva internazionale la valenza di un curriculum!
Questo numero speciale di “Work. Art in progress” si inscrive nell’imminente mirabile congiuntura di iniziative e si presenta idealmente, come incidentale ma cospicuo seguito, a un lustro di distanza, di precedenti pubblicazioni quali Espresso Arte Oggi in Italia (Electa, 2000) e Nuovo Spazio Italiano (Charta, 2002). “Work” si rivolge a un pubblico favorevolmente variegato, possibilmente straniero dato il tempismo cruciale, quale incipit all’edizione di Manifesta in Italia ritardata di quattro anni (causa forze maggiori) dall’ultimo aggiornamento dello stato attuale della giovane arte europea.
Non era il caso, qui, di redigere una graduatoria o esternare valutazioni. Non è un semplice sondaggio, non è un Cream all’italiana e neppure simile al recente Die50, pubblicazione presentata all’ultima fiera di Basilea che ha decretato, gerarchicamente dal primo al cinquantesimo posto, l’organigramma degli artisti svizzeri più significativi secondo il Gotha locale, una pubblicazione ad usum Delphini, fatta da svizzeri per svizzeri (addirittura – contravvenendo alla natura multilinguistica della nazione – per via dell’improbabile pubblicazione unicamente tedesca!?!?), ma i cui selezionati – è doveroso segnalarlo – sono tutti egualmente presenti nel nostro database culturale, senza eccezione alcuna.
Il nostro “Work” si vuole necessario e significativo aggiornamento dello stato attuale delle cose, augurandosi di poter contribuire a creare attenzione e familiarità intorno agli artisti che abitino questo eterogeneo insieme i cui elementi – è inutile dirlo – sono tutti variabili indipendenti di una scale of beings mobilissima e in costante evoluzione.
La metodologia
Appello ad una trentina di giovani curatori – indipendenti e/o istituzionali – attivi su tutto il territorio con invito chiaro ma aperto a eventuali interpretazioni nella richiesta di selezionare un massimo di cinque giovani artisti in base alla qualità della loro ricerca. Stessa missiva è stata recapitata anche ad alcuni artisti di chiara fama. Tra loro: Maurizio Cattelan, Paola Pivi, Eva Marisaldi e Roberto Cuoghi hanno risposto. A Cristina Natalicchio (Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento), Chiara Agnello (C/O careof) ed al sottoscritto (come rappresentante di Viafarini) il dovere di interpretare l’esito di questo censimento e quello più oneroso di operare una seconda selezione a scrematura della prima destinata a finalizzare i quaranta personaggi coinvolti in sezione.
Gli esiti
In primis si è delineato il possibile identikit del giovane artista evinto dalla lettura dei curricula. Età imprecisa, forse anche simulata, forse un sempiterno giovane, con un passato recente di partecipazioni significative a collettive in spazi alternativi e possibilmente anche una project room in qualche museo italiano… conta almeno una personale in attivo e qualche interferenza (sempre troppo raramente) con realtà straniere. Non ha quasi mai fatto residenze significative.
(Esperienze quali: Bethanien, IASPIS, Rijksakademie, Villa Arson e altre prestigiose realtà consimili emergono timidamente in soli tre casi: Luca Trevisani, Lorenza Boisi e Francesca Grilli).
Se l’artista porta una formazione artistica, i suoi studi si sono compiuti quasi collettivamente all’Accademia di Brera o allo Iuav di Venezia. Questo giovane in una casistica frequente collabora con una galleria commerciale – in casi più rari addirittura le collaborazioni con la realtà del mercato si moltiplicano o si stratificano. Se ha esposto all’estero è stato prevalentemente presentato da un curatore italiano… secondo un’aleatoria deregulation di affinità elettive ben diversificate nella loro natura…
Nell’esame dei portfolio il lavoro dei diversi artisti si configura portatore di un Dna tanto variegato quanto indefinibile secondo una nomenclatura statica. Potremmo certo tentare una sinestesia cromatica per questo Dna che si bilancia tra il celeste pallido e le tinte industriali sature… un Dna malinconico e ironico, serio o faceto, che si diverte della propria volontà di speculazione esistenziale. Come se apollineo e dionisiaco si polverizzassero di continuo non solo di artista in artista, ma anche di lavoro in lavoro… legge del contrasto e del paradosso…
Nota tecnica
Dal punto di vista dei “nominatori”, si sono riscontrate poche segnalazioni ricorrenti (segnalati più di tre volte solo Marinella Senatore, Luca Trevisani, Moira Ricci, Riccardo Benassi e Michael Fliri, che tuttavia, in linea con la suddivisione della rivista finisce nella parte regionale); la delineazione di un panorama eteroclita in una buona miscela di mezzi espressivi spalmato però su una varietà esigua di provenienza geografica. Milano dispotica: semper vincit.
Nell’augurio che questa pubblicazione possa raggiungere i suoi obbiettivi “prevedo” una prossima ventura necessaria ricentratura dell’attenzione internazionale sugli artisti italiani, una condizione per la quale lavorare di concerto con perseveranza ed insistenza… potenzialmente con una rinnovata strategia impositiva… e che la possibilità di un eventuale prossimo cluedo sancisca la riconoscibilità degli artisti italiani qui presentati.
Chiudo sottolineando che monitorare il “giovane” non deve far dimenticare il “vecchio” e quanto lavoro si debba ancora fare… anche per risparmiarci ogni sviolinata onanista, confidando in correnti anticicloniche e distensione dell’alta pressione.
Milovan Farronato è critico e curatore indipendente. è direttore artistico di Viafarini dal 2006. Collabora con la Galleria Civica di Modena e Arario Gallery, Seoul/Beijing/NY. Insegna allo IUAV di Venezia.