L'edicola digitale delle riviste italiane di arte e cultura contemporanea

::   stampa  

Zoom Magazine (2006-2008) Anno 29 Numero 214 maggio-giugno 2008



Progetto Alice

Rosanna Checchi





Zoom 214
maggio-giugno 2008

Alice Project

Portfolios
Song Chao
ANdreas H. Bitesnich
Edward Burtynsky
Nathalie Daoust
Carl Warner
Elizabeth Opalenik

Webportfolio
Luigi Spina
Maurizio Frullani

Vision
France
Great Britain
America
Germany
Italy

ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

IKO NAKAMURA
Satomi Itai
n. 215 luglio-agosto 2008

Gli zingari: Gente diversa come lo siamo noi
a cura di Diana Grandi
n. 213 marzo-aprile 2008

Marshamstreet
Michela Balzarelli
n. 212 gennaio-febbraio 2008

Volti positivi
foto e testo di Silvia Amodio
n. 211 novembre-dicembre 2007

JIRKA STACH
Cristina Franzoni
n. 210 settembre-ottobre 2007

Indian Photography
Enrica Bortolazzi
n. 209 luglio-agosto 2007


Un momento della meditazione mattutina nel cortile della scuola di Sarnath Uno stupa buddista, un altare cristiano, un tempio Indù arredano l’area.
(foto di Patrizia Garberi)

Un gesto per gli altri: questa urna sigillata in uno dei centri del TCV,verrà riaperta nel 2050 quando i “tesori” depositati saranno regalati ad altri bambini ospiti

Rita Cantoni con alcuni bambini tibetani ospiti in un TCV.

A Sarnath i bambini arrivano a scuola attraverso i campi di riso, scalzi, con le loro consunte uniformi blu e i loro mozziconi di matite. Si raccolgono tutti nel cortile per la meditazione, il gesto con cui inizia la giornata, una preghiera di gratitudine per la possibilità di apprendere e per offrire questa esperienza ad altri che soffrono. Uno stupa buddista, un altare cristiano, un tempio Indù circondano l’area.
E’ un piccolo miracolo dell’educazione quello che sta avvenendo nei villaggi poveri dell’India, dove le Scuole del Progetto Alice stanno creando comunità di pace e di solidarietà. Ne sono coinvolti i bambini, gli educatori e le famiglie: in silenzio, senza clamore, si impara e si trasmette una consapevolezza nuova e, nello stesso tempo antica, come le domande di senso che l’umanità lungo tutta la sua storia ed in ogni dove ha espresso e continua ad esprimere.

Il Progetto Alice è una sperimentazione educativa avviata in Italia negli anni ‘80 da due insegnanti trevigiani, Valentino Giacomin e Luigina de Biasi, nell’ambito di Universal Education, ispirata dall’insegnamento di Lama Zopa e Lama Yeshe, e, a partire dal 1994, trasferita e ulteriormente sperimentata con successo in India con la creazione di più scuole e l’avviamento di numerosi progetti educativi e di promozione sociale per le categorie più svantaggiate, come i bambini-lavoratori. Dai suoi inizi a Sarnath, altre scuole basate sui programmi del Progetto Alice sono sorte
nelle zone rurali di Bodhgaya, Taiwan, ed ora Bogotà, in Colombia. In India sono oltre un migliaio i ragazzi che frequentano le due scuole del Progetto Alice.

Perché vi proponiamo queste immagini e vi raccontiamoqueste storie?
E’ difficile sintetizzare le emozioni e le motivazioni, personali e non. Ce ne sono sicuramente tre.

Informazione: riguardo ad alcune realtà con cui siamo venuti in contatto. Sono solo una piccola testimonianza delle tante che nel mondo operano a favore della solidarietà e per una cultura di pace.

Fotografia: l’immagine parla da sola ma ha bisogno di chi la guardi innanzitutto, la scelga, possa riflettere sui motivi di questa preferenza.
E di chi la colga, come ha fatto Piero Sirianni. Nelle sue foto riesce a comunicare, senza bisogno di parole, la profondità e la dolcezza dell’esperienza dei bambini delle scuole del Progetto Alice, iniziativa cui dedica molta parte del suo tempo.

Desiderio: quello di guardare ai fatti di questo periodo (le proteste e la repressione in Birmania, la “questione” Tibetana per molto tempo taciuta ed oggi inevitabilmente ripresa in vista delle Olimpiadi di Pechino) con lo stesso sguardo di questi ragazzi. E’ uno sguardo che parla di tolleranza e
di responsabilità verso l’altro, cui ci unisce un legame più profondo delle
nostre convenzioni.

tibetan Children’s Village
www.tcv.org.in
A Dharamsala, a nord dell’India,si trova il primo villaggio per bambini tibetani, sostenuto da Sua Santità Dali Lama. Qui la priorità educativa coincide con la necessità di sopravvivenza di una cultura, una lingua ed una tradizione, ovvero un’identità, quella tibetana, costretta al silenzio in modo violento.
Ora i TCV (Tibetan Children’s Villane) sono sette, grazie anche all’opera di un’associazione italiana (l’Associazione Amici dei Bambini Tibetani Onlus costituita con coraggio da Rita e Paolo Cantoni) che raccoglie fondi per sostenere il diritto allo studio in queste realtà. In uno di questi centri è stata costruita un’urna dove, nel 2000, i bambini hanno depositato i loro “tesori”. L’urna è stata poi sigillata: verrà riaperta nel 2050 e quei tesori saranno regalati ad altri bambini ospiti. L’esperienza di bene vissuta in questi luoghi creati, e tenacemente difesi, per l’infanzia lascia un segno nel loro cuore troppo importante per non essere consegnato al futuro.

ASSOCIAZIONE AMICI DEI BAMBINI TIBETANI Onlus sede a Brescia in via Tosio, 11 -C.F. - P.Iva: 02797140981 C/C bancario numero 001498/41 ABI 5512 CAB 11201 CIN J Banca Popolare di Cremona -Sede di Brescia Via aldo Moro, 3 CODICE IBAN IT13Y0551211201000000149841