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Impackt (2006-2009) Anno 2009 Numero 1



Green Visions

Sonia Pedrazzini



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Brian Jungen: He Just Did It
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Tutte le Strade Portano al Packaging
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Il Packaging Restituisce ciò che la Vita Consuma
Sonia Pedrazzini

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Food Design n° 5

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n. 2


Eko Logic Shop to Shop, carrello per la spesa interamente realizzato in PET riciclato

I've Bin, poltroncina ricavata da un bidone per il greggio, design Keoproject..

Le Keobox (design Keoproject) sono scatoloni del supermercato riconvertiti in borsoni per la spesa.

Parigi, novembre 2008, durante il Salone EMBALLAGE si è svolto il 1° Congresso Internazionale del Design Packaging “Pack-Vision”.
Produttori di imballaggi, agenzie di design, studi di tendenze, rappresentanti di grandi marche internazionali, oltre alle principali associazioni ed organismi professionali del settore, si sono dati appuntamento per condividere le proprie competenze sulle sfide future del packaging.
Tra i molti temi in discussione, ampio spazio è stato dedicato al “green packaging” e al design sostenibile, argomenti di grande attualità ed importanza sui quali l’ADI, la storica “Associazione per il Disegno Industriale” è stata invitata per apportare il suo contributo e offrire le riflessioni e le esperienze provenienti da un settore in continua espansione ed evoluzione come quello del design italiano.

Mi sono dunque recata al convegno di Parigi, questa volta in veste di rappresentante dell’ADI, per presentare una case history piuttosto unica e molto pertinente all’argomento: l’avventura - iniziata soli quattro anni fa, ma già di successo - di un gruppo di imprenditori piemontesi che ha fatto del recupero, della sostenibilità ambientale e dell’etica sociale, il proprio business.

Le aziende coinvolte in questo progetto, sviluppano prodotti ingegneristici, logistici e di design sulla base dei principi dell’ L.C.A. (Life Cycle Assessment ) e offrono a chi è interessato ad operare in modo sostenibile, soluzioni e materiali derivanti dalla raccolta differenziata.
Il loro business inoltre, è fondato sul concetto che, per migliorare la qualità della vita nostra e del pianeta, bisogna creare un sistema industriale che sostenga e promuova non solo la salvaguardia ambientale ma anche l’equità sociale. Secondo loro, le questioni economiche e produttive non possono essere disgiunte da quelle ambientali, sociali ed energetiche, ed ecco perché con il motto make money saving the planet, l’intento ideale e concreto di questi “pionieri della rivalorizzazione” è diventato quello di sovvertire, nel vero senso della parola, i meccanismi della tradizionale gestione imprenditoriale e di realizzare profitti non solo per sé ma anche per chi collabora alla loro visione, con azioni trasparenti, consapevoli ed etiche.

Il punto di partenza è stato quello di creare valore dalla cosa che apparentemente ha meno valore: la spazzatura, lo scarto, il rifiuto ed uno dei primi progetti realizzati, è stata la costruzione di Mr Pet, una macchina a tecnologia evoluta, pensata per raccogliere le bottiglie in PET che la gente di solito butta.
Mr Pet è stata quindi posizionata davanti a supermercati e centri commerciali per sensibilizzare la gente comune al problema del recupero ed per agevolarla nella raccolta selettiva. Infatti, grazie ad un’apposita carta elettronica, a chi si prende la briga di togliere dall’ambiente un po’ di spazzatura, Mr Pet eroga in cambio uno o più punti-spesa utilizzabili in quegli stessi supermercati davanti a cui staziona la macchina.
I vantaggi dell’ operazione, ad oggi, sono molteplici: la società proprietaria di Mr. Pet (una delle aziende del gruppo), può disporre in questo modo di materiale plastico già selezionato e di qualità, pronto da avviare al riciclo; i supermercati che hanno adottato la macchina, possono attirare nuova clientela, fidelizzarla e, con un basso investimento, avere un ruolo attivo nella diffusione dei valori ambientali; i consumatori, con un po’ di attenzione ed un piccolo sforzo, guadagnano punti per la spesa ed magari intanto diventano anche un più consapevoli; le amministrazioni comunali, infine, riescono a operare i modo più mirato (e gratuito) al recupero differenziato.

Mr Pet sta riscontrando un grande successo, basti pensare che nell’area torinese più di 40.000 famiglie hanno richiesto la tessera e partecipano quotidianamente e attivamente al progetto.

Ma il processo di rivalorizzazione non si conclude qui.
Regolarmente la macchina viene svuotata per procedere al recupero del PET, dopodiché,
con un sistema brevettato, la plastica ottenuta viene trasformata in un nuovo materiale dalle incredibili proprietà ottiche e meccaniche, il Keorex.
A questo punto, utilizzando questo materiale, un’altra azienda del gruppo, è in grado di produrre Ekologic Shop to Shop, una linea di cestini e carrelli per il punto vendita, resistentissimi, esteticamente belli, poco costosi e naturalmente in plastica riciclata.
Come dire…il supermercato produce rifiuti attraverso la vendita delle bottiglie di plastica, ma rimedia a questo problema acquistando carrelli realizzati con le bottiglie recuperate dalla sua stessa clientela e da Mr Pet.
Ad oggi i carrelli della linea Eko logic Shop to Shop si trovano in più di 2000 punti vendita in tutto il mondo, in negozi, supermercati e ipermercati come Carrefour, Le Clerc, Auchan, Biocoop, Leroy Merlin, Crai, Natura Sì.

Se Mr Pet ed Eko logic Shop to Shop sono due distinti progetti delle varie attività del gruppo di aziende, un’attenzione particolare merita il lavoro che sta facendo un’altra società, Keo S.r.l.,
che accosta al concetto di eco sostenibilità quello di “non – movimentazione” del rifiuto.
A Keo, (e al progetto di lavoro che prende nome di Keoproject) infatti, va il delicato compito di studiare le tipologie di rifiuti di un determinato contesto geopolitico (ad esempio, i bidoni del greggio ammassati a tonnellate nelle discariche di Nairobi) e di analizzare le risorse umane e tecnologiche disponibili “in loco” affinché questi siano il più possibile recuperabili e riciclabili.
I rifiuti recuperati, devono essere gestibili dalle popolazioni locali che li valorizzeranno per migliorare la loro qualità di vita, sia in termini ambientali che sociali ed economici.
Attualmente sono all’attivo diversi progetti per il recupero di rifiuti da “non movimentare” e alcune comunità di paesi lontani stanno richiedendo di partecipare alla loro rivalorizzazione.
Oltre a questa attività, in generale Keo si occupa dello sviluppo dei progetti architettonici, ingegneristici e di design, (di cui “eko logic shop to shop” è un esempio) legati alla sostenibilità e al recupero.

Molto altro ci sarebbe da aggiungere.
Ad esempio che il gruppo di imprenditori, per sovvenzionare le varie società e nuovi progetti sostenibili ed etici, ha creato una propria finanziaria di partecipazioni, la “Compagnia di Finanza Etica”; o che sta per inaugurare Re-Academy un’istituzione ad hoc che si occuperà di formazione, educazione, prevenzione, recupero nel senso più ampio del termine, dell’ambiente e dell’etica sociale… ma questa è un’altra storia.
Intanto, l’avventura di questi “visionari del recupero” è appena iniziata ma ha già dimostrato che oggi - in cui le emergenze ambientali ed energetiche sono all’ordine del giorno - creare un dialogo tra le questioni ambientali, l’industria e il mercato, è possibile; creare un’economia partendo dai rifiuti è realistico; considerare il rifiuto come una vera e propria risorsa, è doveroso.