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AI MAGAZINE Anno 4 Numero 37 marzo 2010



Spazzatura? Si, grazie!

Samira Leglib

A New York la cultura del Curb-Mining si traduce in un espediente commerciale: grazie ad un esperimento ideato dallo studio di design Blu Dot, la spazzatura diventa Arte.



a photography and CONTEMPORARY cultures’ mag.


L’APERITIVO ILLUSTRATO magazine.
La Rivista che ti disseta la mente.

> MARZO 2010 <
Sommario



Rubriche Illustrate
7
L’Editoriale
di Christina C. Magnanelli Weitensfelder
10
Lo sapevate che?
Così è (se vi pare).
31
GRETA(s)TRIP
Little Greta in Artland
33
FrancheSTRIPPATE
Tana libera tutti
39
Portfolio d’autore
Photographer: Giorgio Cutini
65
Le Previsioni di Marzo
L’oroscopo de L’Aperitivo



Arte & Dintorni
14
Arte contemporanea / 1
Ansia post-moderna
16
Art Review
De Chirico 900. Bellezza e Realtà.
17
Mercato dell’Arte
L’Arte di fare Mercato
18
L’Artista sott’occhio
Writing & Design. Pazo Steel.
20
New York report
Spazzatura? Si, grazie!

23
Ars Gratia Artis
L’arte di Enrico Gamba.
24
Arte contemporanea / 2
Oggetti viventi.
25
Arte a Milano
Le parole di Judith Butler
34
Il personaggio del mese
L’Architetto-Dinamite. Gabriello Anselmi.
37
Scatto e Contrasto
Lomografia: gioco o arte?
38
Ottava Arte
Al di là della frontiera



Mostre & Appuntamenti
16
Andar per mostre / 1
Little Constellation
22
Arte a Roma
Un viaggio dentro l’essere
27
Andar per mostre / 2
Omaggio al Sodoma
61
Appuntamenti MUSICA e SPETTACOLO
Gli appuntamenti migliori
segnalati dalla redazione
63
Appuntamenti ARTE e CULTURA
Gli appuntamenti migliori
segnalati dalla redazione




Design
28
Storia del Design
Dalla funzione al design e ritorno.
48
Oggetto “D”
Design al volante.
49
Orizzonti architettonici
Felix Nussbaum Haus. Osnabruck, Germania.
50
Design di Moda
H&M: il low cost si fa glamour.
53
I grandi Designer
Karim Rashid. Un mondo a colori.




Cultura & Spettacolo
12
La storia di copertina
La fiamma fredda. Brigitte Helm.
40
Insoliti noti
Lillo, Greg & Derivati.
42
Noti ignoti
L’altro volto di Dubai. Lorenzo Bassano.
43
Colpo di testa
HangartFest Pesaro
45
Venezia città aperta
The Tourist & the Cinema
46
Film Files
Tre recensioni selezionate del mese
47
Cinefilosofando
Il cavaliere oscuro
Ciak, si gira!
Il cinema di Fellini
54
Un libro in passerella/1
Letture consigliate dalla redazione
55
Un libro in passerella/2
Due recensioni selezionate del mese
58
Andar per concerti
I magnifici quattro
60
Note & Dintorni
Tre recensioni selezionate del mese



Costume & Società
30
Archivi contemporanei
Tutti pazzi per il vintage
32
Varietas
Dormire in sale “sacrosante”
52
Good morning America!
America: a decade in pictures
56
I viaggi dell’econauta
Hot and Cold
57
Vedo verde
Parliamo di influenza A/H1N1
58
Origami
Appuntamenti galanti di gruppo



Varie & Eventuali
54
L’arte del pensiero
Da Tamerlano a Turing
59
Frequenze Sonore
Grafica in musica
62+64
Rete di vendita e distribuzione
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n. 71 fall 2015

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n. 70 estate 2015

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n. 69 primavera 2015

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Laura Cornejo Brugués
n. 68 inverno 2015

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Brian Midnight
n. 67 autunno 2014

L'eco del tempo
Roberto Palumbo
n. 66 estate 2014


Locandina promozionale dell'esperimento
The Real Good Experiment

Una delle sedie posizionate
in alcune strade di New York

Una delle sedie utilizzate per l'esperimento

Esiste una pratica, molto diffusa nella città di New York e in particolare nei suoi distretti più popolati, per cui chi trova porta a casa. Letteralmente. Secondo le norme vigenti per la gestione dei rifiuti, i cittadini newyorkesi sono chiamati a collezionare il proprio pattume depositandolo sul marciapiede limitrofo dopo le dieci di sera in attesa che i bravi netturbini lo ritirino prima del mattino successivo. Se questo vale per la spazzatura di uso quotidiano che crea non proprio piacevoli paesaggi urbani e un costante richiamo per gli amici roditori, stesso è per i rifiuti di media o grossa mole come televisori, specchi, materassi e quant’altro possa venirvi ora in mente.
Suddetta procedura ha innescato un meccanismo che possiamo definire di “donazione anonima” per cui oggetti di arredamento comune migrano da un appartamento all’altro. In barba alle più elementari nozioni d’igiene, dopo tre anni a NYC posso assicurarvi che questa pratica è apprezzata tanto dal giovane studente che invece di comprarsi il tavolinetto all’Ikea lo ricicla dal ciglio della strada, quanto da collezionisti e artisti che in queste discariche sotto porta trovano dei veri e propri tesori d’antiquariato. D’altra parte di sa, Vintage imperat!

Seguendo il successo di quella che è ormai per alcuni una vera e propria cultura del curb-mining, ovvero l’atto di trovare pezzi d’arredamento e arte per la strada, una catena di arredamento con punto vendita in Soho decide di farne l’ispirazione per una campagna commerciale. Affidandosi all’agenzia pubblicitaria Mono, lo studio di design e rivenditore Blu Dot di Minneapolis decide di dare il via a The Real Good Experiment. Prendete 25 sedie di metallo in molteplici colori dal costo di listino di $129 (90 euro circa), aggiungete i marciapiedi di Manhattan e Brooklyn, sommate al tutto un dispositivo GPS nascosto all’interno della sedia, e otterrete un’ottima promozione! L’idea di fondo, poi messa in atto dalla campagna, era quella di lasciare incustodite le sedie in punti ben visibili della città e poi attendere, appostandosi con le telecamere sui tetti o parcheggiati all’interno di un furgone, che il passante di turno s’interessasse ed eventualmente decidesse di appropriarsi della sedia. A quel punto scattava la seconda fase dell’operazione, ovvero seguire tramite il GPS di cui sono dotati i comuni telefoni cellulari, il nuovo proprietario e richiedere un’intervista.

Dall’esperimento, che si è rivelato un successo, ne è stato tratto un breve film diretto da Andrew Zucchero che Blu Dot ha proiettato nel suo punto vendita di Soho:
«Cos’è bello? Cos’è desiderabile?
È il design formale? È l’utilità? O è qualcosa di astratto?
Queste sono le domande che hanno spinto Blu Dot a imbarcarsi in questo esperimento. Ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se avessimo lasciato una sedia di buona fattura abbandonata sul ciglio della strada».


La risposta è stata immediata: nonostante alcuni passanti si siano mostrati scettici sulle prime e altri si siano semplicemente limitati a sedere per alcuni minuti, nella maggior parte dei casi non si è dovuto attendere molto (in uno di questi meno di dieci secondi) prima che la sedia venisse sollevata e portata via.
Divertente, quanto socialmente curioso, è stato ascoltare le interviste e quindi la reazione dei soggetti una volta divenuti consapevoli dell’esperimento. Una giovane coppia, studentessa del Fashion Institute of Technology lei e (non a caso) designer di arredamento lui, ammette: «Di tanto in tanto troviamo delle belle cose in strada».
Un distinto signore conferma: «Ho trovato un pianoforte..e uno specchio che stava nella vetrina di un negozio, mi piaceva la forma ma non so bene cosa farne», e poi riferendosi all’ultimo ritrovamento, «non riesco a lasciare un oggetto ancora utilizzabile nella spazzatura, dovrebbe avere una casa, se non la mia, conosco delle persone che potrebbero aver bisogno di una sedia!»
Pensare che non molto tempo fa l’Italia diede scandalo su scala mondiale per la questione dei rifiuti. Certo, il paragone è inesatto e siate sereni (?) che New York in quanto a discariche per lo smaltimento ha i suoi scheletri (diciamo pure isole) nell’armadio, ma questa cultura del curb-mining proprio sbagliata non è, lasciatevelo dire da una che ha fatto più di una volta il giro dell’isolato piantonando l’uno o l’altro rifiuto!