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Arte contemporanea Anno 7 Numero 33 febbraio-marzo 2013



Maurizio Cesarini

Katiuscia Biondi Giacomelli

Acque di ritorno



bimestrale di informazione
e critica d'arte


SOMMARIO N. 33

Il Visionario flâneur
Franco Paletta l’artista del vuoto

Pino Pinelli
Il mito contemporaneo
Incognita e Quanta

Fabio Mauri
nel ricordo di Paolo Barozzi

Gino De Dominicis
La Calamita cosmica

Antonio D’Agostino
Creatività=Libertà

Women in Fluxus
& other experimental tales

Elio Marchegiani
2 la cultura è energia
opere magiche

Maurizio Cesarini
Acque di ritorno


American Dream

A casa di Jack Fisher
La videoarte bussa alla vostra porta

Renzo Vespignani

Conversazione con Massimiliano Gioni

Cesare Berlingeri
Una piega, un alito di vento

Lucia Corbinelli
Energia: mente-universo

Salvatore Basile
Ragnatele

Sandro De Alexandris

Francesco Antonio Caporale
Quando l’ora vacilla di luna

Cristian Iotti
Vis Circencis Omnia Vincit

Roberto Peccolo
Intervista al gallerista

Francis Bacon
e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea

La performance come autoritratto
intervista a Mona Lisa Tina

Ottavio Pinarello
Reverso: I profili della realtà

Pop Art a Torino!?

Set Up a Bologna
Fiera di Arte Contemporanea

Mirò-Artigas
La tradizione moderna della ceramica

Le nature morte di De Gregorio

Patrizia Lo Conte
Travestimento e/o realistica finzione dell’apparire

Libri d’arte

Eventi Flash

Mostre in Italia
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Gianfranco Zappettini
Diego Collovini
n. 34 giugno-luglio 2013

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n. 32 ottobre-novembre 2012


Maurizio Cesarini
Acque di ritorno, 2012
stampa su PVC, cm 150 x 150

Maurizio Cesarini
Tempo del fiume, 2011
still da video

Maurizio Cesarini
Cerchio d’acque, 2012
stampa su PVC, cm 40 x 30

Ritorna... quell'immersione nelle acque... scure, calde e dolci acque. Lo siamo stati tutti, il mio volto immerso nel godimento pieno di quel suono liquido di materia compatta e mobile, compatta e piena, piena di tutto, quando quel tutto ero solo io, prima che le cose apparissero con i loro nomi, prima che tutto fosse così distinto e... così lontano… ma non posso più ricordarlo perché ora ha un nome anche la mia Persona.
Eppure il mio corpo spinge continuamente a tornare là, ancora… ed è qua che sento il suono senza nomi, ma ora è solo un Vuoto, un vuoto così carico da ferirmi cercando di tagliare questa pelle troppo dura e definita, cercando di infilarmi nel flusso di materia indistinta senza buchi separanti da cui dover desiderare, sempre.
Cosa sono ora? Il tempo scorre portandosi via il volto di quello che sono stato, e mi obbliga a ricominciare, sempre da capo, nella ricostruzione di un Io che galleggia in un eterno ritorno. E quando le cellule di quello che sono stato riaffiorano, il mio nome è un laccio stretto: se mi cerco Io, è proprio allora che non mi trovo, perché non esiste nessun nome che possa dirmi chi sono.
Jacques Lacan in "Il seminario, Libro XX, Ancora (1972/73)": "Posso raccontarvi una storiella, quella di una cocorita innamorata di Picasso. Da che cosa lo si vedeva? Dal modo in cui gli mordicchiava il colletto della camicia e il bavero della giacca. Questa cocorita infatti era innamorata di quel che è essenziale all'uomo, cioè il suo bizzarro abbigliamento. Questa cocorita era come Cartesio, per il quale gli uomini erano degli abiti a passeggio – sì ma en... pro-ménade. Gli abiti promettono la ménade – quando si lasciano. Ma è solo un mito [...].
Godere di un corpo quando gli abiti non ci sono più, lascia intatta la questione di quel che fa l'Uno, cioè quella dell'identificazione. La cocorita si identificava a Picasso vestito".