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Juliet Anno 34 Numero 170 dicembre-gennaio 2015



Eugenio Re Rebaudengo

Giulia Bortoluzzi

Intervista



Art magazine


SOMMARIO N. 170

Copertina
Alexandra Bachzetsis “From A to B via C” 2014, performance (45’),
video (24’ loop), colonna sonora (8’ loop), mixed media (courtesy l’Artista,
ph A. Bachzetsis in collaborazione con Julia Born e Gina Folly)


Focus
42 | L’Artista come Coreografo / Luciano Marucci
71 | MindMachineMakingMyths. A brief history of François Roche, but Camille
Lacadee / Federico Giacomarra
78 | "Woman love poem" / Marcello Diotallevi

Saggio
48 | La Folie de l’or dans l’art contemporain et quelques unes de ses raisons
/ Gérard-Georges Lemaire

Inchiesta-Dibattito
52 | L’Arte della Sopravvivenza / Luciano Marucci
62 | Bologna e la resistenza del rinnovamento / Emanuela Zanon

Intervista
54 | Uta Grosenick / Alessio Curto
60 | Eugenio Re Rebaudengo / Giulia Bortoluzzi
64 | English Breakfast [14] / Matilde Martinetti
66 | Paci Contemporary tra Brescia e Porto Cervo / Pina Inferrera
70 | Silvia Camporesi. Out of the Map / Maria Vinella
76 | Rosanna Boraso.“Sweet Choices” / Rachele Lunardi
85 | Christine Hiebert and the Architecture of Line / Leda Cempellin

Reportage
56 | 31° Biennale di San Paolo / Emanuele Magri

Dialogo
58 | Il Nodo. Jorge E. Eielson / Enzo Minarelli

Recensione
68 | Universalmuseum Joanneum Graz. Panoramica autunnale / Chiara Longari
73 | “Spiriti Evocati”a Stresa / Liviano Papa
74 | Nicola Martino e Gianmarco Pulimeni / Carmelita Brunetti
77 | Enèrgheia a Mirano / Alessia Chiappetta
79 | Attinia. La crisi della conoscenza / Nikla Cingolani
80 | Bi / Positivo. Liuzzi e Bucci / Lucia Anelli

Presentazione
72 | Dominik Fras / Roberto Vidali
81 | Enrico Frignani. Accumulazione / Sara Rossino

Fotoritratto
75 | Paolo Cervi Kervischer / Fabio Rinaldi
87 | Renata Bianconi / Luca Carrà

Rubrica
82 | Roberto Re. Interiorità intensa / Rosetta Savelli
83 | P. P.* Emilio Isgrò / Angelo Bianco
84 | Ho del Display / Angelo Bianco
86 | Patrizia Novajra / Serenella Dorigo

Spray
88 | Recensione mostre / AAVV
99 | "Indovina chi è" / Pino Boresta
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Sebastian Lloyd Rees, Untitled, Found object, Budweiser neon sign, hardwood, carpet, paint, metal, 100 x 120 x 26 cm, 2014, Courtesy of ARTUNER (I've sent two angles of this work for you to choose)

Stephen Felton, point A to point B, acrylic on canvas, 168 x 168 cm, 2014, Courtesy of ARTUNER 

Luigi Ghirri, Magreta di Formigine, vintage c-print, 30.4 x 44 cm, 1988, Courtesy of ARTUNER and the Estate of Luigi Ghirri

Eugenio Re Rebaudengo, cominciamo con le presentazioni. Per diritto di famiglia sei cresciuto in un ambiente nel quale l’arte contemporanea ha avuto e ha tuttora un ruolo molto importante, nonostante ciò hai scelto di compiere studi di economia presso la LSE, a Londra. Com’è stata l’esperienza di studio all’estero e da dove nasce l’idea di questo sodalizio innovativo tra arte ed economia, che è Artuner?
Il mio Master in Management a Londra è stata un’esperienza fantastica: ho completato il mio percorso di studi, ma soprattutto ho avuto la possibilità di entrare in contatto con un ambiente internazionale e dinamico. È stato proprio durante la mia esperienza alla LSE che ho concepito Artuner: una piattaforma che oltre a coniugare la vendita di opere d’arte on-line, offrisse la possibilità a chiunque ne fosse interessato di avvicinarsi al collezionismo in modo consapevole e sicuro. A livello personale è stata quindi una decisione consapevole di coniugare il mio amore per l’arte con i miei studi imprenditoriali.

Artuner funziona non solo come una galleria virtuale ma è anche spazio di scambi, curiosità e approfondimenti curati da professionisti del settore e rivolti a un pubblico non necessariamente di “addetti ai lavori”. In che modo cerchi di avvicinare il grande pubblico all’arte e perché? Come spiegheresti il valore di possedere un’opera d’arte, al di là dall’aspetto economico?
Dare informazioni riguardo non solo agli artisti e ai loro lavori, ma anche a specifiche tematiche concernenti l’arte contemporanea in senso più ampio, è la strada giusta per avvicinare le persone al collezionismo. Sono convinto che ciò che si conosce diventa più desiderabile e l’arte è una passione contagiosa che una volta entrata nel sangue non ti lascia più. Così s’impara a conoscere e valutare sia il valore economico di un’opera sia una serie di fattori molto personali e intangibili.

Mi pare di capire che due sono i principi fondamentali con i quali ordini la selezione artistica. Il primo è il tuo gusto estetico, il secondo sono i prezzi accessibili rispetto a quelli che il grande pubblico è abituato ad associare all’arte contemporanea. Vuoi spiegarci meglio come funzionano questi criteri e quale è la loro forza?
La scelta delle opere e degli artisti nasce da un mix di fattori. Certamente nutro interesse per le opere che esponiamo sul nostro sito e, se potessi, le acquisterei tutte quante. Ma la scelta non ha direttamente a che fare con il mio gusto estetico. Gli artisti e le opere che vendiamo sono stati scelti dopo approfonditi confronti con i curatori che seguono le mostre e con il mio team. Solo quando siamo tutti convinti che l’artista entra nei parametri di qualità che vogliamo esporre, una determinata opera viene messa online su Artuner. Il fatto che i nostri prezzi siano più accessibili è una conseguenza del fatto che cerchiamo d’individuare gli artisti più promettenti prima che compiano il grande salto (spesso è questione di un paio d’anni se non di mesi), raggiungendo quotazioni difficilmente avvicinabili. In questo modo supportiamo anche la pratica dei talenti internazionali emergenti quando ne hanno più bisogno e prima che il grande pubblico si accorga di loro.

Nella tua ricerca, promuovi molti giovani artisti soprattutto focalizzandoti verso una pratica pittorica dalle geometrie pure e dalle tinte eleganti e tenui, come per esempio quella di Dan Rees, Christian Rosa o David Ostrowski (attualmente in mostra alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo fino all’1 febbraio 2015). Come riassumeresti il tuo interesse verso la pittura contemporanea?
Sono un amante di tutti i generi artistici, ma in questo momento sono particolarmente affascinato dalla pittura, che però spesso si presenta non nella forma più classica di tela e pennello. Ritengo che ci sia, a livello internazionale, una straordinaria nuova generazione di artisti che stanno realizzando opere di grande interesse, con referenze alla storia dell’arte e capaci di cogliere il presente. In Artuner siamo molto impegnati a individuare i più promettenti talenti internazionali per poter offrire in esclusiva accesso ad alcune delle loro opere più significative.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di lavorare principalmente online? Immagino che, nonostante la tua attività abbia una sede soprattutto nell’etere, tu sia sempre in viaggio per incontrare clienti o artisti...
Il vantaggio principale di lavorare online è sicuramente il fatto che in questo modo si ha la possibilità di entrare in contatto più facilmente con collezionisti e artisti che vivono in tutto il mondo. Inoltre anche i costi di trasporto e assicurazione si riducono ed è più facile curare collettive con artisti emergenti da tutto il mondo. D’altra parte però continuo fermamente a credere nell’importanza delle relazioni umane. Ecco perché il mio staff e io riteniamo fondamentale dare la possibilità a chiunque di contattarci in qualsiasi momento.

Artuner ha un anno di vita: quali sono gli obiettivi che hai raggiunto durante questo primo anno e quali quelli che ti prospetti per il futuro prossimo?
È stato un anno importante, abbiamo presentato quattro show online di grande rilevanza e con grande risposta da parte di collezionisti, curatori e amanti dell’arte in generale. Con la collaborazione di Filippo Maggia, curatore della Fondazione Fotografia di Modena, siamo riusciti a presentare fotografie rare, e in alcuni casi persino inedite, di Nobuyoshi Araki, Daido Moriyama e Luigi Ghirri. Inoltre, assieme a due tra i più affermati giovani curatori operanti in Gran Bretagna, Adam Carr e Andrew Bonacina, abbiamo elaborato due mostre collettive che, non solo dal punto di vista estetico sono state estremamente ben accolte, ma hanno anche posto nuove domande, dando una più ampia prospettiva alle opere di giovani artisti. Gli show online hanno aiutato a riconoscere ulteriormente il potenziale di Artuner, aprendoci la strada a molte interessanti collaborazioni che si concretizzeranno nei prossimi mesi, e che sempre più spesso comprenderanno mostre fisiche in luoghi pop-up. A Londra durante il periodo di Frieze presenteremo una mostra dedicata a Gabriele De Santis, uno dei più promettenti artisti italiani. Stiamo inoltre lavorando a una mostra che aprirà in concomitanza con Artissima a Torino, dove presenteremo il lavoro di tre artisti - Sebastian Lloyd Rees, Max Ruf e Adriano Costa - , e abbiamo in programma altri interessanti progetti a Parigi e Berlino la prossima primavera. L’obiettivo è quello di portare opere d’arte di grande qualità nelle case dei collezionisti che le sapranno apprezzare.

GIULIA BORTOLUZZI laureata in Filosofia con Pier Aldo Rovatti è curatore e critico indipendente. Ha creato julietartmagazine.com.