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Cut up (2001-2004) Anno 3 Numero 3 nuova serie



Harmonia Ensemble

Andrea Campanella

Fellini [l'uomo dei sogni], Materiali Sonori 2001



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Ero solo l'altra sera, quando - tra un lavoro al computer e qualche lettura arretrata di giornali - ho pensato di poter ascoltare in sottofondo, con attenzione mediocre l'ultimo lavoro dell'Harmonia Ensemble, Fellini [l'uomo dei sogni], un ulteriore omaggio della formazione toscana all'invenzione compositiva del compositore italiano più rimpianto del dopoguerra, quel Nino Rota che, evidentemente, ancora oggi riesce a solleticare la creatività minimalista di musicisti sempre attenti alle avanguardie come Orio Odori (clarinetto) e Damiano Puliti (violoncello) che, con l'accompagnamento al pianoforte di Alessandra Garosi, costituiscono il trio di base dell'Harmonia. E, tra clownerie melodiche e rivisitazioni minimalistiche, appunto, o ancora intrecciando le atmosfere dei mercati rionali di Fellini con ritmi da casba, pensavo che l'operazione sottofondo stesse riuscendo. E in effetti il lavoro al computer procedeva e la lettura dei giornali di seguito, ma con una piccola peculiarità, forse di nessun conto: non stavo più scrivendo di quanto avrei dovuto scrivere, né porgendo attenzione alle notizie che tra una pagina e l'altra stavo con ordine ricercando: Fellini, Rota, l'Harmonia, le citazioni di qualche dialogo cinematografico avevano già cominciato a trasportarmi altrove, nel mondo immaginario che - anche in una sera senza immagini ma solo suoni, come era l'altra sera la mia sera - ti separa, ti solleva, ti sospende in un universo parallelo, dove la tua coscienza dimentica per qualche istante le scadenze del lavoro, le trafelate realizzazioni degli obiettivi, e si immerge nella poesia pura, quella che riesce a sgorgare dai toni del grottesco come da quelli dello struggimento romantico, dai contrasti e dalle continuità tra il mondo del circo e quello della strada. Una cavalcata nella storia del cinema e in quella della musica, uno sguardo indietro - un riappropriarsi - che fa muovere - con rinnovata consapevolezza - molti passi in avanti. E il sottofondo dell'altra sera si è diffuso per la stanza, avvolgente come un gas, regalandomi un mondo parallelo, che solo un inopportuno squillo del telefono ha improvvisamente interrotto, poco prima della sua conclusione. Una giustificazione per spostare, dopo aver risposto un po' sgarbatamente al telefono, il CD nel computer e riascoltarlo daccapo, questa volta con le sue multimedia tracks…

Arlo Bigazzi, Claudio Chianura, Lance Henson, The Wolf And The Moon, Materiali Sonori 2000.

Ecco il sound elettronico del progetto Drop, giunto al suo numero 6 (per non contare i sottocapitoli usciti dei numeri precedenti e di questo stesso, che fanno raddoppiare il quantitativo degli elaborati incrociati di un ampio spettro di musicisti da anni legati a Materiali Sonori che qui si esprimono in alcune tra le produzioni più avanguardistiche del panorama musicale attuale. E dietro ai tre nomi guida sotto i quali procede questo The Wolf And the Moon troviamo nomi storici dell'ambient, dell'elettronica e più in generale delle avanguardie musicali: Roger Eno, Alexander Robotnick, Pier Luigi Andtreoni, Richard Barbieri, Militia, Eraldo Bernocchi, Hector Zazou, William Orbit, No-Man. Ipnotici, visionari, percussivi, alieni o radicati, nel senso di "risaliti alle radici", i compositori che si sono impegnati in questo progetto hanno attraversato la notte urbana, metropolitana, e con la strumentazione a loro disposizione hanno traslato le coordinate dell'ascoltatore in una natura transustianziata, dove lo stato primigenio di un prato notturno e di un lupo che ulula alla luna passa attraverso il coordinamento di alcune miriadi di microcircuiti programmati dalla poesia estrema di una mente fredda. Elettronica di nuova generazione, il cui ultimo avanguardistico ritrovato, il più incredibile dai tempi dell'American Prayer di morrisoniana memoria, è la voce. Recitante. Umana.