data da definirsi
dalla nostra ultima mail con i Postcards:
PROGETTO SOUVENIR DU MILAN-POSTCARDS
Forse un po' ve lo eravate immaginato, a noi piacerebbe lavorare sul tema del cibo, che riteniamo anche lo specchio culturale degli abitanti del quartiere.
Che cosa mangiavano i migranti italiani di prima generazione quando si sono trasferiti al Giambellino? E i loro figli? Come hanno integrato le loro culture culinarie con le materie prime e i piatti che erano disponibili a Milano? In quale modo i pasti si trasformavano in relazioni sociali? Come si rifletteva tutto questo sugli esercizi commerciali della zona?
E oggi? Cosa si mangia oggi al Giambellino?
Operativamente vorremmo indagare tramite foto e interviste sia sul passato che sul presente della gastronomia di quartiere, sia casalinga che pubblica.
Ci solletica l'idea anche di scrivere un piccolo libro di ricette raccolte e (perchè no) in parte reinterpretarle anche noi.
Tutto questo potrebbe culminare in un piccolo evento di presentazione del lavoro in luoghi e tempi da definirsi.
Ovviamente quello che stiamo scrivendo è suscettibile di ripensamenti, cambiamenti e discussioni.
A proposito del vostro testo ci ha colpito il condominio al n. 146 di via Giambellino
"sovente hanno realizzato dei grandi pranzi condominiali nel cortile nel quale ognuno ha portato la specialità titpica della propria regione o paese di provenienza"
che è un po' uno dei temi su cui stiamo lavorando nell'ultimo anno. Non vorremmo però confliggere con il lavoro di altri artisti (questo ce lo dovete dire voi).
Inoltre vi vorremmo chiedere un minimo di assistenza (se abitassimo a Milano non ne avremmo bisogno, ma essendo un po' poverelli dovremo condensare al massimo le nostre visite a Milano).
Ci è piaciuto scherzare con la nostra amica ospite milanese, quando le abbiamo portato i Baklava (i dolcetti di sfoglia, frutta secca e miele che si trovano nei negozi arabi e turchi) le abbiamo detto che erano un souvenir DOP del Giambellino. Perchè in fondo un po' è anche vero".
POSTCARDS FROM BEIRUT
(Elisabetta Mori, Livorno 1978 - Rocco Poiago, Firenze 1976)
Postcards from Beirut è un court-bouillon artistico in continua ebollizione. I suoi ingredienti compren-
dono: goyangi soju, fosfori e coni, audio e video, bombe postatomiche, onde radio, raggi gamma,
lattice e vinile, soda caustica, sarcasmo q.b. Postcards from Beirut è indicato per: noia, reumatismi,
virus, apatia.
Postcards from Beirut è un side project formato nel 2009 da due componenti del collettivo Liquid Cat
(www.liquidcat.org) attivi artisticamente già dal 2003, che hanno deciso di intraprendere una propria
impresa artistica.
Hanno esposto e operato a: BJCEM Biennale a Skopje, Macedonia, Museo Marino Marini e Centro di
Cultura Contemporanea Strozzina a Firenze, Museion a Bolzano.
(Bio: courtesy dell'artista)