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Equipèco Anno 5 Numero 15 primavera 2008



Lorenzo Lotto e Giovanni Francesco Capoferri

Carmine Mario Muliere

Il Coro della Basilica di Santa Maria Maggiore - Bergamo



Trimestrale di arte e cultura


0_Carmine Mario Muliebre
Copertina
La forza della Natura, Stazione S. Lucia FS Venezia, 2007

4_Carmine Mario Muliere
Editoriale
DIO. Uomo, Vita, Morte, Rinascita?

13_Giovanni Di Girolamo
Iconologia Ermetica
Il Mostro di Villa Grabau

16_Walter Mauro
Jazztime
Max Roach Addio

17_Raffaele Mozzillo
Parole a reazione
Flavio Soriga - Sardinia Blues

18_Irene de Vico Fallani
Arte - Aspetti del restauro contemporaneo

20_Claudio Mazzenga
Arte e Scienza
Parte XI

23_Antonella Arnaboldi
Arte
Il Piccolo Popolo dei Maestri Comacini

26_Nicola Bassano
Cinema
La poetica espressionista: dal Die Brucke al Dottor caligari -
Gli esordi del cinema comico americano

30_Raffaele Ruberto
Fotografia
Sentiero

31_Carmine Mario Muliere
Arte
Le tarsie di Lorenzo Lotto - Basilica S. M. Maggiore di Bergamo

48_Redazionale
Mostre_Eventi_Libri - Comunicati stampa75_Cynthia Penna
Arte
Todd Williamson,
Orizzonti.
Daniel Marchi,
Frammenti di Natura

77_Walter Curini
Arte - L’Arte delle Caverne

80_Yoshiko Takama
Ricerca - L’Arcobaleno Bianco

84_Yoshiko Takama
Ecologia - Il Giardino giapponese

86_Redazionale
Arte_Alchimia
Pro Fumum

88_Timoteo Salomone
Fotografia
Roma 2008, Festa del Cinemab

94_Vincenzo Abbate
Cinema
MovieClub - 100 film da leggere, a cura di Emanuele Venditti

96_Carmine Mario Muliere
Discipline
Intervista a J. H. Almeida

98_Redazionale
Incontri_Libri
Società Dante Alighieri - Il Mondo in Italiano

99_Redazionale
Libri ricevuti

100_Redazionale
Edizioni Equipèco
Tschudy, La Stella Fiammeggiante.
Betti, Quattro-Tre-Tre.
Moduli d’Attacchi

102_Carmine Mario Muliere
Quello che è in Alto ArtisticaMente
Agenda

103_Francesco M. Pullara
Esoterico-Essoterico
La Pentecoste

105_Marco Miglio
Domande
TEDIDEFAR

108_Fiorenza Rangoni
Recensione
Arnaboldi - Un ritratto del cardinale Casanate ricavato dal suo epistolario

109_Pirofilo
Racconto 12° capitolo

112_Silvia Segnalini
Arte e Diritto
Le conseguenze giuridiche di uno scherzo d’artista
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n. 32 estate 2012


Lorenzo Lotto
Magnum Chaos
L’universo scaturisce dalle tenebre primordiali.

Lorenzo Lotto
Amor sulla bilancia (Amor sapientiae)

Basilica di S. Maria Maggiore, Bergamo
Il coro intarsiato di Lotto e Capoferri, 1987

La Mostra
Le tarsie di Lorenzo Lotto: un itinerario tra Bibbia e alchimia, a cura di Fernando Noris, è stata prodotta da Cobe Direzionale in collaborazione con il Centro Culturale Nicolò Rezzara. L’allestimento supportato da una struttura mediativa ideata da Pierfrancesco Anzà, ha compreso le invenzioni semplici e geniali di Pierpaolo Venier e le fotografie di Silvio Gamberoni.
I testi di O. Roncelli, di G. O. Bravi, di M. Zanchi, di F. Noris introducono la lettura delle immagini di Lotto, rivolte ad un richiamo sotteso di conoscenza e ascesi, attraverso un percorso illuminante.
Un itinerario tra Bibbia e alchimia, a cura di Fernando Noris. Enti Promotori: Comune, Provincia, Camera di Commercio e Azienda Promozione Turistica di Bergamo, Regione Lombardia. Organizzazione, Cobe Direzionale: Paolo Boselli, Manuela Bottega, Laura Luzzana. Coordinamento scientifico: Centro Culturale Nicolò Rezzara:Gabriele Allevi, Francesco Vignaroli. Comitato scientifico: F. Noris, Orazio Bravi, osvaldo Roncelli, Mauro Zanchi. Ideazione espositiva, Pierpaolo Venier - PPV-Milano. Progetto mostra e direzione lavori, Pierfrancesco Anzà. Coordinamento alla realizzazione, Jaime Fadda - PPV-Milano. Fotografie di Silvio Gamberoni. Manifesto ed elementi di immagine coordinata, Fulvio Ronchi, Walter Bacciocchi. Grafica pannelli mostra, Mirabilia. Allestimento, Vanoncini/Knauf. Impianti elettrici, Volume Srl. Falegnameria, Oscar Preda.
I curatori -è scritto nel catalogo-, con questo intervento, hanno modestamente inteso corrispondere al desiderio che Lotto espresse quando, scrivendo a proposito delle cure da riservare ai suoi disegni, aveva precisato nel settembre 1524: Questi disegni li tenete in Misericordia et vogliate custodire acciò non si stropicino...; se io servo con amore et fede, tornati che mi sieno i disegni, siano anchor da vedere et godere. Non altro.

Il Catalogo
Scrive il curatore: «Le tarsie del coro di S. Maria Maggiore, testimoniano l’originale e sottile pensiero artistico di Lotto e l’interpretazione sapiente e tecnica dell’ebanista Giovan Francesco Capoferri.
La ricostruzione del coro nella grande sala del Palazzo della Ragione, ha offerto una doppia opportunità: illustrare l’opera nella sua attuale conformazione e dare corpo, insieme, al provvisorio ricongiungimento di ciascuna tarsia con il relativo coperto, secondo uno schema che storicamente non è stato mai realizzato; o, meglio, secondo il progetto esistito solo nella mente e nelle intenzioni dei primi ideatori dell’impresa, tra il 1522-1524.
Lorenzo Lotto aveva immaginato il proprio intervento come una esemplare summa di tematiche bibliche e alchemiche, intimamente tra loro correlate da profonde e poetiche simbologie, espressive nell’unità significativa di un racconto e del suo ermetico commento, sintetico e allusivo.
Riavvicinare i termini di queste due gemellate invenzioni, di tarsie e coperti, riportandole a specchiarsi tra loro, ha costituito, prima di ogni altra cosa, un omaggio al pensiero umano, religioso e artistico del pittore venieziano che, attraverso un procedimento concettuale così organicamente strutturato, secondo gli studi di F. Cortesi Bosco, aveva concepito questo straordinario e inedito universo di segni.
»

La Basilica
S. Maria Maggiore è situata tra Piazza Vecchia e Piazza Rosate - Bergamo Alta.

Il Coro
La prima fase. 1522-1533: Il primo progetto e la sua trasformazione.
1552, 18 settembre: Il Consorzio della Misericordia Maggiore, volendo dotare la Basilica di un cuovo coro, delega i Deputati Dondazio Colleoni, Alessandro Avogadro e Marcantonio Rumello, a trattare con il M° Giovanni Francesco Capoferri di Lovere.
L’artista aveva circa 25 anni ed era stato allievo del famoso intarsiatore frà Damiano Zambelli. Lorenzo Lotto gli fornisce il disegno di un’Annunciazione, affinché egli possa far valutare la propria perizia ai committenti.
1522, 23 ottobre: Il Capoferri accetta l’incarico e sottocrive i patti. Gli viene affiancato Giovanni Belli di Ponteranica come coadiutore. Il religioso frà Girolamo Terzi, avrebbe fornito indicazioni sui soggetti da trattare.
1523: Nei primi mesi dell’anno, Capoferri visita diversi cori in varie città d’Italia e, in seguito, si consulta a Milano con Bernardino Zenale. Lotto e Previtali, oltre ad altri pittori,sono invitati a produrre undisegno ciascuno.
1523, 29 ottobre: I Deputati della MIA stipulano un contratto con il pittore Nicolino Cabrini, che presenta un suo progetto globale, ma non ha il tempo di realizzarlo perché muore pochi mesi dopo, nel gennaio del ‘24.
1524, 12 marzo: Lorenzo Lotto viene invitato a subentrarglinell’incarico.
1524, 16 giugno: Gli accordi già sottoscritti con i vari artisti vengono integrati con la prescritta realizzazione di tanti coperti quante sono le tarsie, al fine di proteggerle.
1524. Dal 4 aprile al 26 novembre, Lotto consegna nove quadri, sette chiaroscuri per i coperti e due per i piedistalli. Sono i mesi in cui il pittore sta lavorando all’Oratorio Suardi a Trescore.
1525: Lotto consegna altri sette cartoni e quattro coperti.
1525, 6 ottobre: Si apre, con una lettera scritta da Credaro, la polemica di Lotto contro gli amministratori della MIA, riguardo al mancato riconoscimento economico per il maggior lavoto derivato dall’esecuzione dei quadri grandi, che vengono pagati come piccoli. Il pittore dichiara allora di rifiutarsi di continuare a profilare le tarsie, una volta che siano state eseguite dal Capoferri.
1525: Negli ultimi mesi dell’anno, Capoferri ingaggia scultori e intagliatori per l’esecuzione dell’iconostasi e per la realizzazione di capitelli, lesene, grottesche e decorazioni a fogliami con trofei e putti. Esegue i disegni Domenico Patengi di Albano e gli intarsiatori sono Donato e Pietro Prestinari, Alessandro Belli, Giacomo Alberti. A questi si aggiungerà Pietro Maffeis da Stabello.
1526, febbraio: I falegnami Giovanni e Alessandro Belli costruiscono le sedie. Il modello degli scranni è a forma aperta. La forma è squadrata e lo spazio, definito da semicolonne, è predisposto per ospitare le tarsie.
1527: Da Venezia, dove si è trasferito nel dicembre 1525, Lotto fa pervenire un parere favorevole alla scelta di lasciare gli stalli aperti verso l’alto: per far la cosa più sfogata et a l’ochio allegra.
1527, 23 ottobre: Dall’inventario dei quadri risultano intarsiati 24 quadri piccoli, 2 grandi, 19 coperti piccoli e 2 grandi; nel corso dell’anno, Lotto ha inviato 12 coperti e 3 storie, una piccola e 2 grandi.
1528, 8 dicembre: Lotto scrive ad Alessandro Moretto invitandolo a presentarsi alla MIA per assumere un incarico. Il pittore bresciano, nel gennaio 1529, è a Bergamo e realizza quanto richiesto. Intanto cresce la preoccupazione di Lotto di non poter riavere indietro i disegni originali inviati alla MIA.
1528-29: La guerra e la peste (di cui muore il Previtali) rallentano e poi interrompono i lavori del coro. Lotto invia i disegni da Venezia per le tarsie, ma si dice preoccupato per la grave situazione creatasi nella Bergamasca e capisce che le priorità, in tali frangenti debbano essere altre che la fabbrica del coro.
1529, 1 giugno: Capoferri rinnova il contratto, concordando un pagamento a tarsia e non più a giornate. Nel mese di agosto, l’intarsiatore, per evitare i rischi connessi alle vicende belliche e alla pestilenza, lascia Bergamo e si trasferisce a Lovere; da dove qualche mese dopo, si dice disposto a riprendere il lavoro, qualora la MIA gli avesse fatto pervenire strumenti e attrezzature.
1530, febbraio: Dopo la pausa imposta dalla guerra, i lavori possono riprendere. Ludovico da Mantova viene incaricato della profilatura di 15 tarsie; anche il pittore Gazzio Lucano da Imola ne profila 9, nel corso dell’anno, collaborando con altre prestazioni.
Alla ripresa dei lavori, comincia però a farsi strada l’idea di sostituire la mancata realizzazione della grande ancona in argento e rame, che avrebbe dovuto costituire il decoro del presbiterio, con l’ampliamento del coro, trasferendovi le tarsie dal coro dei religiosi (per cui erano state eseguite) al nuovo coro dei laici.
1530, luglio: I falegnami Tiraboschi, Passagni, Minoli trasferiscono il coro in S. Maria Maggire ed iniziano il montaggio della struttura.
1531, 25 gennaio: Lotto, informati dalla MIA dello stato di avanzamento dei lavori, invia gli ultimi 6 chiaroscuri per i coperti.
1531, novembre: Marcantonio, figlio di Pietro Isabello, riceve l’anticipo per produrre i modelletti della nuova struttura da dare al coro, come superamento dell’antico progetto dello Zenale. Forse il ritardo nella restituzione dei disegni a Lotto poteva anche dipendere da questa decisiva variante, che obbligava a riconsiderare tutto il materiale prodotto.
1533, luglio: Lucano da Imola esegue il disegno dell’insieme dei nuovi banchi.
1553, ottobre: Capoferri consegna gli ultimi 2 quadri intarsiati. A questa data i coperti risultano già disposti negli stalli del coro dei religiosi, mentre le tarsie piccole sarebbero rimaste per vent’anni nei depositi della MIA.
Il 29 dicembre è l’ultima data nella quale risulta ancora vivo il M° Giovanni Francesco Capoferri. Morirà di lì a poco, lasciando la famiglia nel bisogno, tanto che la si troverà destinataria di interventi di pubblica carità, come l’assegnazione settimanale di un certo numero di pani.

L’ultima fase. 1547-1574: La sistemazione definitiva.
1547-1549: Riprendono i lavori del coro.
1533-1555: I quadri delle storie del Lotto vengono collocati 6 per lato, a due ordini sovrapposti, altri 17 su un unico registro fanno corona nella parte circolare del coro. Dopo molti artisti contattati e rifiutati, erano stati ancora i discendenti delle famiglie dei Capoferri e dei Belli a condurre a termine la nuova fabbrica.
1564: Un fulmine devasta il coro. Si impongono restauri ed integrazioni.
1572-1574: Vengono operati altri rifacimenti e adattamenti che ci consegnano il coro quale oggi vediamo.
1556: A Loreto, dove si è ritirato presso la santa casa, Lorenzo Lotto muore senza mai aver più rivisto né Bergamo, né il suo coro. Qualora gli fosse stato possibile negli ultimi decenni della sua vita, visitare la Basilica, non avrebbe di certo riconosciuto l’originario progetto cui, d’intesa con Capoferri, si era così intensamente e dolorosamente applicato.
1575: In occasione della visita pastorale di S. Carlo Borromeo, i Reggenti della MIA presentano con orgoglio il coro di S. Maria Maggiore, un’impresa esordita nel 1522 e durata più di 50 anni.

Presenza alchemica nei simboli
Il ricorso di Lotto ad un immaginario spesso di contenuto alchemico ed ermetico, non può non far cogliere la novità di un tale procedimento espressivo, pur se connotato sempre come elemento di una esplicita esigenza spirituale.
Da qui, emerge con chiarezza, la sua sottile intenzione di vivere l’alchimia, più che soltanto rappresentarla, come ulteriore possibilità di perfezionamento spirituale della persona, proprio come l’alchimia, con le sue proposte di trasmutazione, aiutava a fare.
Quella sua finalità misteriosamente iniziatica bene si accompagnava sia alle aspettative di una intelligente utenza, sia alla sensibilità del pittore, proprio come Egli aveva già incominciato a mostrare nelle storie degli affreschi di Trescore.