Equipèco Anno 6 Numero 22 inverno 2009-2010
Un eterno bambino, sguardo vispo, viso giovanissimo, una mente difficile da fermare impossibile da catturare. A 33 anni l'artista di Birmingham Roger Hiorns invade la scena artistica londinese con l'installazione Seizure realizzata presso un complesso immobiliare in via di smantellamento nell'area di Elephant & Castle col supporto di Artangel, una organizzazione che realizza progetti speciali di artisti emergenti, che quest'anno ha proposto l’aggiunta dell'artista anglosassone alla lista dei quattro in gara per il Turner Prize 2009.
Seizure (o Sequestro) è il progetto più ambizioso di Hiorns, un intero appartamento invaso dalla scultura dell'artista; ed è proprio di invasione che si tratta, una scultura viva che irrompe e sommerge l'intero spazio abitativo, senza bisogno di alcun controllo o intervento da parte dell'artista. Il risultato è una specie di rivestimento dell'intera superficie di cristalli di solfato di potassio: una soluzione chimica versata all'interno della stanza e fatta solidificare nel giro di due settimane alla temperatura di 20 C. Al termine del processo il risultato è uno spazio completamente ricoperto di cristalli appuntiti di un colore specialissimo, direi una sorta di invasione blu alla Yves Klein, al quale sicuramente l'artista fa riferimento realizzando una scultura monocroma di grande impatto visivo.
L'impressione iniziale è quella di entrare a far parte di un modo magico, una realtà soprannaturale, ma se solo ci si sofferma un attimo sul materiale che ci circonda allora l'effetto cambia. Basti pensare che il solfato, comunemente usato per i test sull'anemia, è usato anche come potente veleno fungicida, perciò si tratta di una sostanza molto tossica. In effetti il titolo da subito dovrebbe allarmarci; SEIZURE significa sequestro perciò aggressività, ostilità ed infatti lo spettatore stesso prima di entrare viene messo in guardia sulla rischiosità del luogo che richiede particolare attenzione nel muoversi, i cristalli possono tagliare.
Roger Hiorns, da sempre ricorre a materiali insoliti per ottenere trasformazioni dagli effetti sorprendenti, in passato aveva già cristallizzato motori di macchine ed altri oggetti d'uso comune. Detersivi, disinfettanti, profumi, fuoco ed cristalli di solfato di rame sono la sua passione e sono necessari per ottenere effetti fisici e trasformazioni estetiche singolari. Ciò che più lo affascina è il procedimento di creazione completamente autonomo che la soluzione chimica innesta; la mancanza di controllo, l'assenza di intervento e quindi la purezza del risultato finale sono i suoi obiettivi principali.
L’opera in mostra alla Tate Britain è altrettanto innovativa, ma in senso opposto: non una crescita ed invasione ma una distruzione e scomparsa del soggetto in questione. Si tratta di una grande macchia di polvere che copre il pavimento di un'intera sala, tutto quello che rimane del motore di un aereo di linea che Hiorns ha polverizzato grazie ad un potente compressore.
La scelta di Hiorns tra i possibili vincitori del Turner Prize di quest'anno ci fa riflettere sull'andamento del flusso artistico corrente a Londra, l'ispirazione viene sempre e comunque dai grandi del passato. C'è parecchia cultura pop nei suoi lavori e, guarda caso proprio ora presso la Tate Modern ha luogo una mostra focalizzata sulla cultura Pop «Pop life, Art in a material world».
In conclusione l'esperienza è ciò che veramente conta, la struttura ora non è più casa ma è la messa in atto di un pensiero e di uno spirito interiori dell'artista stesso. È come quando un pensiero risultante da uno stato d'animo affetto da depressione degenera e si concretizza in un problema rilevante. Hiorns sente quest'opera come fortemente interiorizzata, come la rappresentazione materiale di un continuo crescere all'interno di se stessi, un ostinato e costante processo, quello della soluzione chimica, impossibile da fermare o da controllare. Il lavoro inoltre si mette direttamente in discussione con il complesso architettonico che lo ospita e con l'intero quartiere, il suo crescere silenzioso, incontrollato e direi quasi invasivo si rapporta direttamente con ciò che accade all'interno dei piccoli appartamenti dell'area. L'occhio inesperto e straniero del visitatore occasionale vede solo un quartiere all'apparenza disabitato, abbandonato, privo di vita, qui tutto sembra uguale, in realtà molte vite si nascondono all'interno di queste anguste abitazioni, piccoli spazi per un gran numero di persone abituate a vivere a stretto contatto, circondate dalle stesse mura, legate alle le stesse idee senza via di fuga. A noi però non è concesso entrarne a conoscenza, la distanza e l'isolamento permette loro di studiarci da lontano e di crescere isolati dal resto del mondo, forse per proteggersi da un mondo a loro non ospitale. Hiorns non crede in questo stile di vita, gli è sempre stato diffidente, per questo cerca attraverso la sua opera di innestare una silenziosa invasione dall'interno, per smantellare ciò che non funziona, per dimostrare che questo ideale di vita in realtà non può funzionare e che il valore che qui viene attribuito al collettivismo in realtà distrugge l'individualismo.
La sua critica parte dal confronto scontro con la struttura architettonica del complesso, realizzata con buoni intenti allo scopo di offrire sistemazioni economiche alla società più povera, ma che in realtà non ha fatto altro che impedire una personale espressione dell'individualità che ogni persona possiede. Nell'insieme l'approccio di Hirons si presta più ad una ricerca filosofico sociale che non artistica, nonostante ciò con la sua installazione è riuscito a creare qualcosa di magico all'interno di quest'area urbana tardo-modernista rifiutata e screditata.
(L'intera struttura verrà demolita al termine della mostra)