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Equipèco Anno 8 Numero 28 estate 2011



Roberto Pugliese

Valentina Tanni

Soniche Vibrazioni Computazionali



Trimestrale di arte e cultura


SOMMARIO N. 28

In copertina | Cover stories
Jean-Luc Mylayne
N° c 334, 2005, 193×155 cm
Courtesy the artist and Gladstone Gallery, New York-Bruxelles

PROGETTI | PROJECTS
4_Illuminazioni. 54. Biennale di Venezia
Illuminations. 54th International Art Exhibition
Carmine Mario Muliere
14_SUPERMEDIA
Multimedia è morto! W il Supermedia
Multimedia is dead! Hurrah to Supermedia
David Pesarin
16_ Modernità e campo dell’arte: consumatori, consum-attori, consum-autori
Modernity and Art Field: living in a consumer world
Raffaele Quattrone
22_katARSis RINASCITE CONTEMPORANEE
Quelle tradizioni che non vogliamo perdere
Those traditions we do not want to miss
24_OR NOT dedicato a_dedicated to Emanuela Bartolotti
25_Amy-d Arte Spazio, Augusto Meneses Miniaty
Nila Shabnam Bonetti
26_Rodin, Le origini del genio
At the origins of genius
Luca Maffeo
30_NOMAS Foundation-Collezione Sciarretta
Carmine Mario Muliere

ARCHITETTURA | ARCHITECTURE
40_Biennale Internazionale
Biennial International
Barbara Cappochin 2011
Carmine Mario Muliere
43_TransArchitettura
Giulia Smeraldo
56_ARTE SELLA
Un’esposizione a cielo aperto
An oper-air expo
Alice Maritan

MUSICA | MUSIC
45_Girolamo De Simone
L’Avanguardia come controcultura
The Vanguard as counterculture
Max Fuschetto

ARTE | ART
50_Falco Pellegrino
Peregrine Falcon
Enrico Smith
71_Roberto Pruneddu
Di un pittore senza inganni
A painter without deception
Daniela Bettella
76_Immaterial Spaces, Lita Albuquerque, Laddie John Dill, Andy Moses
a cura di Cynthia Penna Simonelli e Marco Di Mauro

LEASING D’AUTORE | ARTISTIC LEASING
78_Principi generali del leasing
Leasing general principles
Valentina Rocchi

INTERVISTA | INTERVIEW
86_Arte è Vita, Teorema Fornasari ci confida la sua esperienza
Art is Life, Teorema Fornasari embosoms her experience to us
Carmine Mario Muliere

GALLERIE | GALLERIES - Roberta Palma
58_MILANO, WHITELABS, Angelo Bellobono-Vania Comoretti. MIMMO SCOGNAMIGLIO ARTECONTEMPORANEA,
Daniel Canogar, SPIN. A ARTE INVERNIzzI, In Parallelo. Una mostra. Tre luoghi.
VENEzIA, PALAzzO GRASSI, Elogio del Dubbio_In Praise of Doubt, a cura di Caroline Bourgeois.
ROMA, MLAC, Danilo Bucchi, Signs. The Black Line, a cura di Domenico Scudero e Giorgia Calò.
MONDO BIzzARRO GALLERy, TAROT, Group show, a cura di Alessia Filippi. FEDERICA SCHIAVO
GALLERy, Jay Heikes, The Material Mine. NOMAS FOUNDATION, Reading Room #6: NAME Readymade.
GALLERIA DOOzO, Angelo Cricchi, Profilo d’acqua. GALLERIA MARIE-LAURE FLEISCH, Marco Bongiorni-Sergio Breviario, Drawings by two, a cura di Ludovico Pratesi. DOROTHy CIRCUS GALLERy, The magic caravan. AUDITORIUM
DI MECENATE, I MARTEDì CRITICI, Robert Gligorov, Maurizio Mochetti, a cura di Alberto Dambruoso e Marco Tonelli. Collaborazione di Sara De Chiara e di Iter-Progetto Cultura. INGRESSO PERICOLOSO, Zaelia Bishop, Violetta Valery.
NAPOLI, GALLERIA OVERFOTO, Fernada Veron, A Dream of the Unknow, a cura di Micol Di Veroli. BLINDARTE CONTEMPORANEA, Adam Cvijanovic, Prophecy in a dead language. ROVERETO, HOTEL ROVERETO, Bruno Ceccobelli, Shöne Träume..., a cura di Francesca Bocci. VERONA, STUDIO LA CITTà, Roberto Pugliese, Computational Sonic Vibrations, a cura di Valentina Tanni. BOLOGNA, SPAzIO CARBONESI, ZAPRUDERfilmmakersgroup, CHiavi in mano, a cura di Xing. GENOVA, RINASCIMENTO CONTEMPORANEO,Max Papeschi, Oops!... I did it again: mi sono venduto mia madre, a cura di Igor Zanti.

AGENDA D’ARTE | ART DIARy - Roberta Colafranceschi
72_NEW yORk, Apexart; Borders. VANCOUVER, Grunt gallery. MANCHESTER, Cornerhouse.
CESENA (FC), Teatro Comandini, Zapruder Filmmakersgroup. MILANO, VIR Via Farini in residence; aMAElab Art&Cultures; Jerome Zodo Contemporary; Growing By Numbers, Architettura Attuale; Piazza Duomo, Salone del Mobile.
GRAz, Grazer Kunstverein. BRUSSELS, Nomad gallery. PROVIDENCE, FirstWorks. TORINO, Madama Knit 2011; Palazzo Madama, Luigi Mainolfi; La Cittàche cambia. ROMA, MLAC, Jacopo Benci; Andrea Rinaldi, Proiects; MAXXI, Universo Rietveld;
Franz Paludetto, Alessio Delfino, Tarots. CARBONIA, Museo Sulcitani, Rembrandt, La luce incisa.
kUNSTFORT BIJVIJFHUIzEN. NOTO (SR), Giardino della Bellezza. LyON, DocksArtFair 2011. LONDON, Gallery West. NAIROBI, Goethe-Institut. PARIS, Meteorite book. STROMBEEk-BEVER, Cultuurcentrum Strombeek Grimbergen.
GENève, ̀Centre D’Art Contemporain. MUNICH, Haeusler Contemporary. zURICH, University of the Arts.
TRNAVA, Biennial of Young Art, Jan Koniarek Gallery.

ARGOMENTI | TOPICS
44_Processo artistico e linguaggio verbale
Artistic process and verbal language
Valeria Biacioni
83_Santi e miracoli dal cuore della grotta. Una favola dipinta
Saints and miracles in the heart of the cave. A painted fairy tale
Giamatteo Funicelli

FOTOGRAFIA | PHOTOGRAPHy
90_Ritratti_Portraits
Timoteo Salomone

POESIA | POETRy
92_Le Abitazioni della Poesia_Poetry’s Homes
Carla Stroppa
Flavio Ermini

94_LIBRI_BOOkS
Rd
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Roberto Pugliese
Critici, ostinati, ritmici, 2011
Installazioni sonore interattive
Circuiti, computer, schede audio, speakers, connessione internet, cavi; dimensioni variabili
Courtesy Studio la Città – Verona
Foto Michele Sereni

Roberto Pugliese
Unità minime di sensibilità, 2011
Installazioni sonore interattive
Circuiti, computer, schede audio, speakers, connessione internet, cavi; dimensioni variabili
Courtesy Studio la Città – Verona
Foto Michele Sereni

Siamo abituati a vedere la tecnologia come il mezzo per raggiungere un fine. Tuttavia, se da un lato la consideriamo un semplice dispositivo per risolvere problemi, allo stesso tempo la carichiamo di simbologie, aspettative e paure. Ma mentre eravamo impegnati a cercare di definirla, è successo qualcosa che ha cambiato le carte in tavola, modificando per sempre lo scenario: tecnologie ed esseri umani sono diventati intimi. Con l’avvento dei personal computer, e poi con la miniaturizzazione dei circuiti elettronici - per non parlare di protesi e biotecnologie - abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con le macchine a un livello diretto ed empatico: sono entrate a far parte della nostra vita quotidiana, modificando i pensieri, i gesti, le abitudini, mediando i rapporti interpersonali.

Questa mutazione, passata a lungo inosservata, è invece fondamentale per comprendere quanto sia problematico oggi definire un confine tra naturale e artificiale; quanto i nostri corpi e le nostre menti siano inestricabilmente legati al linguaggio digitale, filtro concettuale e principio guida della contemporanea visione del mondo. L’arte elettronica – per usare un’etichetta poco precisa ma utile a definire il contesto – è stata fondamentale per analizzare e raccontare queste complesse relazioni: tra analogico e digitale, organico e inorganico, naturale e tecnologico.

Nel caso delle opere di Roberto Pugliese, la macchina – e più nello specifico, il software – diventa un dispositivo al servizio della vita. Un sistema per catturare le energie della natura e canalizzarle all’interno dell’opera d’arte, che diventa così un oggetto vivo, mutevole, imprevedibile. Ma lungi dallo smaterializzarsi, un processo che spesso attiene all’arte tecnologica, l’opera manifesta prepotentemente la sua fisicità ed esprime una qualità scultorea, quando non addirittura monumentale.

È il caso di Unità minime di sensibilità (2011), una grande installazione interattiva sonora. Un’interattività che in questo caso non è con lo spettatore, che fruisce l’ambiente sonoro senza poterlo determinare, ma con la natura stessa. Un sensore posto fuori della galleria registra, infatti, dati come la luce, l’umidità, la temperatura, la pressione atmosferica e li invia, tramite una connessione senza fili, a un computer. Un software trasforma queste informazioni in suoni, simulando dei circuiti oscillatori e producendo così onde sinusoidali, le forme d’onda minime ottenibili in campo audio. Nello spazio espositivo, centinaia di speaker sostenuti da lunghi cavi - un nero salice piangente - trasportano le variazioni dall’esterno all’interno, rendendole percepibili e di fatto trasmutandole. Il linguaggio digitale, infatti, pur semplificando e frammentando la complessità e la continuità dei processi naturali, permette quella che l’artista americano Robert Mallary definì, già negli anni Sessanta, «la traduzione tra differenti forme di energia» (transductive art).

In Critici Ostinati Ritmici (2010), invece, l’opera non si limita a evocare formalmente la natura, ma la include al suo interno, utilizzando un tronco di albero cavo come interfaccia. Sul tronco sono fissati dei solenoidi che, sollecitati da un impulso di corrente, lo traducono sonoramente in un click. Il software che controlla questi impulsi è collegato, tramite internet, a una statistica che ci aggiorna in tempo reale sullo stato della deforestazione a livello globale. A ogni click che sentiamo corrisponde un albero abbattuto, da qualche parte del mondo. Non possiamo vederlo, ma grazie a questa trasmutazione sonora possiamo avvertirlo, viverlo, farne diretta esperienza. Ed è una percezione dolorosa, una presa di coscienza forzata, che ci stupisce e ci mette a disagio. Attraverso la manipolazione e la canalizzazione dei dati informatici - una vera e propria linfa vitale sotto forma di impulsi elettronici - l’artista riesce a rendere presente e percepibile ciò che altrimenti avremmo potuto soltanto immaginare.