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Equipèco Anno 8 Numero 29 autunno 2011



Gino de Dominicis

Carmine Mario Muliere

Catalogo ragionato a cura di Italo Tomassoni



Trimestrale di arte e cultura


SOMMARIO N. 29


In copertina | Cover stories
Os Gemeos, Untitled, São Paulo, Brazil, 2009
Photo by Ignacio Aronovich / LOST ART
Courtesy MoCA, Los Angeles


In copertina | Cover stories
Giovanni Anselmo, Particolare, 1972-1972
Photo by Marc Domage.
Courtesy: Galerie Marian Goodman, Paris;
Archivio Anselmo, Torino

PROGETTI | PROJECTS
4_54. Biennale di Venezia
46_Signum Foundation
Particolare, percorsi di democrazia_paths of democracy
64_Gino de Dominicis - Catalogo ragionato a cura di_Catalogue
raisonné curated by Italo Tomassoni

Carmine Mario Muliere
16_Gino de Dominicis - Teoremi Figurativi_Figurative Theorem
Vittorio Sgarbi
Modernità e campo dell’arte | Modernity and Art Field
22_La complessità sociale_The social complexity
Raffaele Quattrone
32_Anish Kapoor, Dirty Corner
Luca Maffeo
56_Elogio del dubbio_In praise of doubt
Alice Maritan

SUPERMEDIA
20_Lo spazio che non c’è_Neverspace
David Pesarin Brocato

LEXICOGRAMMA
21_Tautologia_Tautology
Arnaldo Filippini & Leonardo Romei

katARSis RINASCITE CONTEMPORANEE
28_Milano. East Ex East, Brand New Gallery. Marjolijn De Wit, Abstract gardening, Otto Zoo Gallery. Marco Neri, Giardini, Galleria Pack,
Roberto Ciaccio, INTER/VALLUM, Palazzo Reale
Nila Shabnam Bonetti

INTERVISTA | INTERVIEW
36_Art in the streets - MoCA, Los Angeles
Intervista con_Interview with Robert Gastman
Patrick Steffen
54_Julian Schnabel, Permanently Becoming and the Architecture of seeing
Giandomenico Romanelli, Norman Rosenthal
Julian Schnabel in conversazione con_in conversation with
Alex Gartenfeld
60_Glasstress 2011
62_Nato a Venezia - Koen Vanmechelen
Rd

FOTOGRAFIA | PHOTOGRAPHY
90_Ritratti_Portraits
Timoteo Salomone

GALLERIE | GAlLERIes - Roberta Palma
68_Roma - MLAC - Czech Point / 2 - Lukas Machalicky | Valerio Ricci - Soul. A cura di Alessandra Troncone
69_Gli irripetibili anni ‘60. Un dialogo tra Roma e Milano
The unrepeatable Sixties. A dialogue between Rome and Milan
A cura di_Curated by Luca Massimo Barbero
70_GNAM: Giacinto Cerone - MACRO - Testaccio: ADD
71_The Art Horror Picture Show
Alberto Dambruoso
74_Francesco Clemente, Winter Women, Summer Self
Roberta Palma
72_MILANO RADICALE - Radical Intention + Caterina Iaquinta
73_Milano, Lisson Gallery
73_Enrico Robusti. 75_ Libro d’Artista_Artist book: Anna Torelli
Giulia Smeraldo
Tra il sublime e l’idiota_Between the sublime and the idiot
A cura di_Curated by Luca Beatrice
74_De Conciliis.
Fabrizia Palomba
76_Tra Cielo e Terra_Between Heaven and Hearth
Rd
77_I Martedì Critici_The Critics Tuesday
Sara De Chiara

AGENDA D’ARTE | ART DIARY
78_Roberta Colafranceschi
85_Muliere, Quadratura del cerchio_Squaring the circle

ARGOMENTI | TOPICS
82_Tutela di acquirente e venditore nei contratti di compravendita di beni culturali_Buyer’s and seller’s protection in the sale of the cultural heritage
Valentina Rocchi
86_Fly - 5ª Edizione di Arte nell’Orto
Enrico Smith

JAZZTIME
89_Il Blues oggi_The Blues today
Walter Mauro

POESIA | POETRY
92_Le Abitazioni della Poesia_The Homes of Poetry, Luigi Ballerini
Flavio Ermini

94_LIBRI | BOOKS
Rd
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Michela Santini
n. 32 estate 2012


De Dominicis
L’artista e il suo doppio
anni ottanta,tecnica mista su foto, 23,5×36 cm
Collezione privata, Tezze di Arzignano

De Dominicis
Calamita cosmica, 1988-1989
Gesso, polistirolo, resina sintetica, anima di ferro, collante vinilico, 8,7×24×6,3 m
Collezione Cassa di Risparmio di Foligno

Cofanetto_Slipcase: De Dominicis
Con titolo (In principio era l’immagine: No!), 1981-’82
Pastello a olio su carta su alluminio, 276,8×196 cm
Museum of Modern Art, New York

Per gli archivi dell’arte moderna di Skira è stato pubblicato il Catalogo ragionato delle opere di Gino de Dominicis (1947-1998), a cura di Italo Tomassoni, che nel 1999 ha curato, con Harald Szeemann, la prima retrospettiva sull’artista alla 48ª Biennale di Venezia.

De Dominicis, una delle figure più emblematiche, controverse e misteriose del panorama artistico del secondo dopoguerra. Artista complesso e inafferrabile, non inquadrabile nelle correnti e nei movimenti del XX secolo, è considerato una figura chiave per l’arte italiana contemporanea e punto di riferimento per le giovani generazioni successive.
La sua vita è stata sempre circondata da un alone di mistero.
Questo volume non risolve il mistero, ma getta luce sulle sue opere e mette ordine nella sua creazione: documenta e commenta 632 opere, ciascuna corredata da un’ampia scheda che fornisce, oltre alle abituali voci tecniche, espositive e bibliografiche, le notizie relative al contesto e alle circostanze che ne hanno visto la nascita e la realizzazione.
Oltre al saggio del curatore che rievoca la leggenda del Maestro, il libro comprende anche una sezione dedicata ai suoi scritti e la riproduzione di documenti rari e inediti. La totale mancanza di pubblicazioni su De Dominicis fa di questo Catalogo Ragionato uno strumento di studio indispensabile alla conoscenza dell’opera e dell’artista.

Italo Tomassoni, nella premessa, scrive: «Gino de Dominicis non ha mai permesso la pubblicazione di monografie e cataloghi delle sue mostre; non ha consentito che le sue opere venissero fotografate o riprodotte; ha cercato di distruggere, prima di scomparire, ogni sua traccia documentale e scelto di rivelarsi al mondo secondo modi e opere che hanno disorientato i criteri della storia dell’arte. Per questo, Gino De Dominicis è percepito come artista “misterioso”, “autodistruttivo”, ma anche votato all’”immortalità”.
Le contraddizioni ravvisabili tra l’immagine dell’artista come segno di sé svincolato dalla concretezza delle opere, la volontà di distruggere le tracce della propria vita e il salvataggio in extremis di alcuni capolavori sono state percepite e oggi descritte in questo catalogo dall’autore, che ha coltivato un rapporto umano, di studio e di lunga condivisione con l’artista.
Nel suo testamento spirituale, ricavato dalla assidua frequentazione con l’artista negli ultimi anni della sua vita e dai documenti, è percepibile una volontà di tramandarsi che, collegata a un’esigenza culturale sedimentata da oltre tredici anni di silenzio, ha legittimato il superamento di strategie e interdizioni che soltanto l’artista avrebbe potuto perseguire. [...]»


Personalmente, ho un bel ricordo di Gino de Dominicis: 10 febbraio 1993, inaugurazione della mostra Paolo Uccello, Battaglie nell’arte del XX secolo nei luoghi romani di Santa Maria del Popolo, a cura di Achille Bonito Oliva, Sale del Bramante di Piazza del Popolo, Roma. Accadde che, nel primo pomeriggio - quando era quasi tutto pronto - arriva Achille e disse ai miei amici responsabili dell’allestimento: «De Dominicis, non vuole dare l’opera, (riprodotta nella pagina seguente: Senza titolo (Figura nera con lancia) (II Guerriero o apparizione), perché teme che nel trambusto dell’inaugurazione, qualche malintenzionato potrebbe farla sparire. Non è per il valore in sé, ma tiene molto a quest’opera».
Provai a risolvere il problema: mi recai da un corniciaio e feci realizzare una cornice simile a quella dell’opera che fissammo con viti alla parete.
La sera, Gino volle conoscermi e ringraziarmi per la soluzione trovata!
Risposi: «A volte, un piccolo mezzo -com’è anche l’uomo- è necessario per un fine che ci è sconosciuto!». è stato l’unico incontro con Lui.

Ma oggi Egli riappare, tramite questo volume dedicato al suo lavoro, e leggendo i suoi scritti, sono certo che potrò conoscerlo e forse, tentare un Collegamentoatemporale con lui.
Egli ha dichiarato: «Premetto che anziché “storia della bellezza” la chiamerei “storia delle persone vive e vicine che hanno la possibilità di giudicare le persone morte e lontane”. Normalmente una persona è considerata bella solo se guarda molto attentamente la persona che la deve giudicare. Una persona fisicamente immortale può fare a meno di guardare attentamente. La bellezza è utile solo a chi corre perché fa sembrare il viaggio più lungo.» [...](1)

«Comunque le opere d’arte per esistere e per avere un buon rapporto con il mondo non avrebbero neanche bisogno di essere viste, e non essendo partecipi della dimensione temporale sono tutte contemporanee.»(2)

«Non è mai esistito e non esiste un mondo dell’arte, ma solo opere d’arte nel mondo. L’arte riguarda il genio, e il suo spazio è quello della verticalità: non si sposta orizzontalmente da destra a sinistra, o viceversa, ma si muove, immobile, dall’alto verso l’alto. Come giustamente pensava anche mia zia. [...]»(3)

«Raggiungendo l’immortalià, l’uomo forse per la prima volta dalla sua comparsa sulla terra potrebbe veramente e indiscutibilmente differenziarsi dalle altre specie viventi; fermandosi nel tempo a un’età da lui scelta e interrompendo l’invecchiamento romperebbe l’incantesimo della dimensione più misteriosa che regola l’universo e questo sarebbe il primo vero passo verso la possibilità di una maggiore comprensione della vita. Spero un giorno di prendere un bicchiere, riempirlo di vino e bere e portare a passeggio una gallina ed essere veramente io a farlo. [...]»(4)

«... io penso che le cose non esistano. Un bicchiere, un uomo, una gallina, ad esempio, non sono veramente un bicchiere, un uomo, una gallina, ma solo la verifica della possibilità di esistenza di un bicchiere, un uomo, una gallina. Per esistere veramente le cose dovrebbero essere eterne, immortali, solo così non sarebbero solo delle verifiche di certe possibilità, ma veramente cose. Infatti, modificandosi continuamente sono usate dalla “natura”, che verifica attraverso le loro trasformazioni tutte le possibilità di cui dispone. Così, ad esempio, una gallina nel momento in cui adempie al suo “dovere naturale” di fare un uovo, cessa di essere una gallina, per diventare solo il mezzo attraverso cui la “natura” verifica la possibilità di esistenza dell’uovo, e quindi del mondo dei pennuti. Anche per il problema dello spazio è valida la stessa legge (sia per il macrocosmo che per il microcosmo). Nell’universo che si espande, o comunque che si muove, i pianeti e le stelle spostandosi occupano e “verificano” l’esistenza di nuovi spazi dimensionalmente a loro congeniali (in caso contrario si modificherebbero o si disintegrerebbero). L’uomo spinto anche lui dalla stessa “causa naturale” balza dalla terra e invade nuovi spazi. Una delle proprietà per cui un oggetto è tale è il fatto che con la sua presenza in un dato luogo impedisce ad altri oggetti di mettersi al suo posto. [...]»(5)

Note:
1- de Dominicis, Dichiarazioni di poetica e interviste, p. 147

2-3-4-5 de Dominicis, Dichiarazioni di poetica e interviste, pp. 154, 157, 159, 236