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AI MAGAZINE Anno 3 Numero 34 dicembre 2009



Spirali di bit

Greta Marinetti

L’Intellettualismo arcaico di Mai: l’arte digitale a servizio dell’immaginazione



a photography and CONTEMPORARY cultures’ mag.


L’APERITIVO ILLUSTRATO magazine.
La Rivista che ti disseta la mente.

> DICEMBRE 2009 <
Sommario



Rubriche Illustrate
4
L’Editoriale
di Christina C. Magnanelli Weitensfelder
10
Lo sapevate che?
Il lungo naso di pietra
35
Portfolio d’autore
Photographer: Giacomo Croci
30
GRETA(s)TRIP
Little Greta in Artland
40
FrancheSTRIPPATE
Buone Feste!
53
Rubrica Celtica
Dove vivono i Senones
64
Le Previsioni di Dicembre
L’oroscopo de L’Aperitivo


Arte & Dintorni
12
L’opinione
Ma che centri tu con la Biennale?
16
L’Artista sott’occhio
Spirali di Bit. Francesco Mai
19
Arte Contemporanea
La Nuova Gam di Torino
22
Archivi contemporanei
La forma del tempo. Walter Schlup
24
Stanza d’artista
Polimaterismo variopinto. Romano Bozzolla
27
L’artista del mese
Il ritorno al mestiere. Salvatore Mammoliti
29
Ars Gratia Artis
Lettera d’amore a Monna Medusa
32
Art Review
Migrazioni. Damiano Tullio
34
Ottava Arte
Testimone del mondo. Steve McCurry
36
Scatto e Contrasto
Memento Mori
51
Didattica museale
Lezione di etimologia
52
Le relazioni pericolose
Divina sinfonia
53
Varietas
Il futuro ha bisogno dell’uomo intero


Mostre & Appuntamenti
20
Arte a Milano
Architettura della leggerezza
21
Mondo Contemporaneo
Sassu: i rossi e il futurismo
Arte in evidenza
L’ignoto sublime di Marcelo Moscheta
28
Arte a Roma
Sculture in movimento
62
Appuntamenti MUSICA e SPETTACOLO
Gli appuntamenti migliori
segnalati dalla redazione
63
Appuntamenti ARTE e CULTURA
Gli appuntamenti migliori
segnalati dalla redazione


Design
42
Oggetto “D”
Un oggetto da favola
43
Design Italico
Genova, sedute di creatività
44
Design di Intenti
Stress da lavoro
45
Orizzonti architettonici/1
Il Tietgenkollegiet di Copenaghen
46
Design di Moda
John Galliano e l’eterno fascino del Vintage
47
Orizzonti architettonici/2
Il Liberty di Vucetich

Cultura & Spettacolo
14
La storia di copertina
Marlene Dietrich. Dimmi, dove sono tutti i fiori?
37
Teatralmente
Coppie da scoppio /
La Carmen di Bizet diventa siciliana
38
I soliti ignoti
Non essere un uomo qualunque. Mario Mattia Giorgetti
41
Colpo di testa
Fuoristrada a Ferrara
48
Film Files
Tre recensioni selezionate del mese
49
Ciak, si gira!
Gli esordi registici di Federico Fellini
Cinefilosofando
L’ultimo Re di Scozia
59
Un libro in passerella
Due recensioni selezionate del mese
60
Note & Dintorni
Tre recensioni selezionate del mese


Costume & Società
54
Venezia città aperta
2010: Love in Venice!
55
Good morning America!
America’s changing gender roles
56
I viaggi dell’econauta
La forma della prima casa
57
Vedo verde
Vademecum e non solo


Varie & Eventuali
50
Sole, Colline & Fantasmi
Castello conteso
Origami
Doppie felicitazioni
58
L’arte dei numeri
La casa di Wittgenstein e la Secessione
61
Frequenze Sonore
La nascita dello Street Wear
61
Rete di vendita e
distribuzione


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Andrea Tinterri
n. 71 fall 2015

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Christina Magnanelli Weitensfelder
n. 70 estate 2015

Il Tempo non si ferma mai
Andrea Tinterri
n. 69 primavera 2015

Andrea Morucchio
Laura Cornejo Brugués
n. 68 inverno 2015

Ignacio Maria Coccia
Brian Midnight
n. 67 autunno 2014

L'eco del tempo
Roberto Palumbo
n. 66 estate 2014


Coppia spiralizzata e unita
127X127 cm 2008

Torniosa dual mat in the sky
145X105 cm 2006

Spiral study opressive view glazx
106X87 cm 2006

La domanda iniziale è d’obbligo, se non altro per accompagnare i nostri lettori con modalità agevolate nel tuo mondo fantastico: crei le tue opere completamente a computer?

Vorrei iniziare questa intervista ringraziando l’intera redazione de “L’Aperitivo Illustrato, in particolar modo Christina C. Magnanelli per l’opportunità che mi è stata concessa. Sì, ogni mia opera passata, presente e futura era, è e sarà realizzata con la più incredibile invenzione della tecnologia recente ovvero il computer. Posso ben capire quindi questa domanda per sciogliere il ghiaccio con i lettori. In effetti sia alle mostre che nella concreata realtà di Internet, molte persone mi chiedono come vengono realizzate le mie “Alien Digital Sculptures”. Alcuni credono siano fotografie elaborate, quindi ritoccate, a partire da immagini scattate a sculture reali, chi pensa all’aerografo, chi addirittura tira in ballo la litografia. Solo in pochi, magari qualche architetto o ingegnere al passo con i tempi, timidamente accenna qualcosa che si riferisce al magnifico mondo dei bit. Ma anche chi capisce la fonte del mezzo spesso non riesce a capire molte altre cose. Cercherò di dare una breve sintesi del mio operato. Premetto che la magia del digitale mi permette di creare Arte alla velocità del pensiero e che la mia ricerca artistica è la somma di tre grandi Arti: la scultura, la pittura e la fotografia (con quest’ultima mi sono formato, oltre agli studi universitari legati alla biologia). L’ordine dato non è casuale:infatti inizialmente c’è la parte scultorea in cui io modello, taglio, estrudo, levigo, cesello e plasmo geometrie semplici come sfere e cubi (le cosiddette primitive). Tramite sofisticati programmi di modellazione tridimensionale riesco a trattare questi inizialmente semplici solidi geometrici come una sorta di creta virtuale. Durante l’intera fase di modellazione ho un controllo a 360 gradi sui tre assi X, Y e Z e quindi posso visionare la mia scultura nascente in ogni suo più intimo anfratto. Quando sono soddisfatto della forma raggiunta arrivo alla sessione pittorica ovvero assegno alla superficie della mia scultura dei materiali in cui posso specificare un’infinità di caratteristiche quali la diffusione, la specularità, le riflessioni, le rifrazioni e tanti altri ancora. Miscelando con fare quasi alchemico questi parametri (che sono matematicamente e fisicamente corretti) si possono forgiare pressoché tutte le materie fino a crearne di nuove come bronzi fosforescenti, cristalli arrugginiti e velluti riflettenti. L’unico limite è la fantasia. In questa sessione lavoro anche sulla disposizione delle luci che andranno ad illuminare la mia scena. Anche in questo caso si hanno diversi parametri fisicamente corretti che mi permettono un controllo molto fine sulle proprietà della luce. Nella terza e ultima parte, quella fotografica, studio l’inquadratura che possa rendere al meglio l’armonia generale, la forma, l’ambientazione e la potenza per le mie sculture. E’come se lavorassi con una fotocamera virtuale (o telecamera nel caso volessi animare il tutto) di cui ho il controllo di diversi parametri che si incontrano nel mondo “vero” della fotografia: quindi ecco la possibilità di variare la lunghezza focale passando dal grandangolo al teleobiettivo, di controllare le profondità di campo per dar maggior realismo alla scena e tanto altro ancora. Una volta che il progetto di composizione è terminato si lancia il rendering, ovvero quel processo di simulazione del comportamento della luce secondo equazioni matematicamente e fisicamente corrette. Dal mio cielo e dalle mie luci precedentemente disposte partono come nella realtà, dei raggi luminosi, o fotoni. Questi ultimi reagiscono con gli oggetti che incontrano lungo il loro percorso e interagiscono in base ai parametri assegnati ai materiali della mia scultura. Ecco allora la creazioni di ombre, di riflessioni, di rifrazioni, di bagliori, di chiaro-scuri. Questo spiega quel fotorealismo che ai più (ma anche a critici e galleristi) fa pensare appunto a fotografie reali di sculture ambientate in particolari condizioni di luce. Questo processo di rendering è molto oneroso per le risorse del computer anche a causa delle enormi risoluzioni da me utilizzate nelle immagini (fino a 16.000x12.000 pixel, qualcosa come 10 monitor in lunghezza e 10 in altezza per poterle visualizzare al 100%). Tutto questo per preservare anche il più piccolo dettaglio nella fase finale del lavoro, utilizzando stampati Lambda su carta fotografica professionale resistente a UV e agenti atmosferici con dimensioni fino a 200x127 cm con una media di 150x90 cm). Ogni pezzo appartiene a una tiratura limitata di 5 pezzi garantiti e certificati.

Sei riuscito a coniugare in modo meraviglioso l’aspetto biologico con l’aspetto ipertecnologico, al punto di lasciar trasparire un fil rouge quasi filosofico che lega il tuo lavoro. Allora anche l’artista moderno, o concettuale qualsivoglia, necessita di una cultura vasta, dal classico al sociale allo storico, per dare un valore al suo operato?

Questa domanda mi piace molto. Io sono convinto che il risultato di un artista, un vero artista, sia il frutto di una matura filtrazione tra ciò che più gli piace e ciò che meglio conosce. Mi spiego meglio; le maglie del suo pensiero fissano quegli aspetti di piacere e conoscenza che hanno un valore assoluto per l’artista. Spesso per chi crea Arte il risultato finale di una sua opera si divide tra l’intuizione e la tecnica, il tutto mediato più o meno inconsciamente da alcuni aspetti trascendentali che fanno vibrare le corde dell’anima dell’artista. Quindi penso proprio che più ci sia cultura e conoscenza più materiale possa essere filtrato dalle capacità e fantasia del creativo. Tutto il patrimonio culturale che ha accumulato nella sua vita si andrà indubbiamente a riflettere nelle creazioni artistiche. Il talento, se non è supportato dalle conoscenza, non fa molta strada. E dato che l’Arte è anche sintesi, più si sa, più cose si possono sintetizzare. E quindi creare.

È consuetudine parlare dell’artista come testimone del suo tempo. Quali sono le tue idee in proposito?

Io lo sono sicuramente. Mi sento molto testimone, spettatore e osservatore del mio tempo per aver scelto il bit e non l’atomo come strumento per la mia creatività. So di essere un pioniere (oddio, è da 30 anni che alcuni artisti usano il pc) ma è solo ora, grazie alla potenza dei processori e dei software attuali che si riescono ad ottenere risultati che sono oltre l’incredibile. Fino a qualche anno fa alcune cose erano semplicemente inimmaginabili dal punto tecnico. Ad esempio basti pensare che al giorno d’oggi dalle mie sculture digitali si possono ottenere “vere” sculture ottenute tramite la tecnologia della prototipazione rapida ovvero tramite stampanti tridimensionali. Come una volta era miracoloso ottenere un libro dai propri scritti al computer o, in tempi più recenti, avere una fotografia a colori (magari a casa propria) scattata con una macchina digitale, ora è altrettanto miracoloso avere degli oggetti solidi, concreti, tangibili e soprattutto reali e fruibili con ciò che abbiamo progettato al computer; poco importa se si tratta di una scultura o di un giocattolo unico al mondo per il proprio figlio. Il digitale ha apportato così tanti e tali cambiamenti alla vita di tutti i giorni che ormai ci sembrano realtà consolidate nel tempo ma non sempre è stato così. Basti pensare che poco più di 10 anni fa le persone che usavano Internet nel mondo erano solo 3 milioni (in Italia solo 6. 000!). Ora gli internauti sono 1, 6 miliardi con incrementi di svariati ordini di grandezza. E sono in costante aumento. Così come è in aumento la potenza dei processi che segue la prima legge di Moore ovvero che le performaces di un processore raddoppiano ogni 18 mesi (e finora si è sempre dimostrata veritiera). In tutto questo evolversi informatico era solo una questione di tempo che la tastiera e il mouse venissero scelti come strumenti per la creazione artistica alla stessa stregua del martello e del pennello.

Il tuo pensiero sulla situazione generale dell’arte contemporanea in Italia.

Triste, molto triste anche perché ci si è stancati di provocazioni, trasgressioni e distruzioni. Va bene che l’arte rispecchia la società ma qui è oltre l’esagerazione. Io credo che l’artista, oltre a contenuti e tecnica, deve essere innovativo, ricco di idee, deve avere il senso del gusto e del bello. Quindi io penso che sia arrivata l’ora di chiusura di tutta questa paccottaglia che ci perseguita dagli anni 70. Qualche raro caso c’e’ ma sono davvero troppo pochi in uno scenario così desolante. Se poi pensiamo al prezzo da raggiro a cui vengono vendute queste cosiddette “opere” ci rendiamo conto che la situazione ha davvero toccato il fondo. Ora, è vero, come dice Botero, che i prezzi sono pompatissimi per dare l’idea a chi ha comprato di avere a che fare con qualcosa di valore ma siamo davvero arrivati allo strozzinaggio più puro. Troppe volte infatti le odierne creazione di arte moderna sono trattate al pare di investimenti finanziari, neanche al pari di azioni e fondi vari ma futures e covered warrant ovvero speculazione pura. Per chi crea come me Arte digitale in Italia devo scontrarsi con l’ignoranza informatica abbinata un ovvio, oserei dire legittimo retaggio culturale e storico legato all’arte classica. E troppo spesso in un siffatta condizione ci si sente dire che è il computer che fa tutto lui e che l’operatore si limita a schiacciare qualche tasto qua e là. Niente di più sbagliato. Proprio qualche giorno fa durante la mia ultima personale a Trento un ragazzo mi ha colpito dicendo che si vede chiaramente che le mie sono opere fatte a mano via computer...
Inoltre per gli artisti digitali non c’è ancora un legittimo riconoscimento come c’è’ ad esempio per la musica elettronica che ha dovuto attendere 30 anni prima di essere liberamente accettata dal grande pubblico. Chi poi dovrebbe fare da unione tra il pubblico e l’artista, ovvero i galleristi e i critici, ha il problema di essere una generazione che non ha conosciuto il mezzo informatico se non ultimamente per scrivere qualche email, magari tramite segretaria. Essi non ci rappresentano né vogliono farlo (se non pochi e rari casi) anche perché non hanno la conoscenza e capacità critica per valutare un’opera. Non hanno riferimenti con un passato rassicurante come può essere l’arte classica. Bisogna anche ricordarsi che la società accetta un cambiamento alla volta. C’è anche da dire che dopo un’euforia iniziale in cui chi miscelava una foto con un sfondo diverso poteva vantarsi il titolo di artista digitale, si sta assistendo a una vastissima e giusta scrematura. Alla fine viene sempre soddisfatta la sempre presente selezione (in)naturale in cui solo i più adatti diffondo i propri geni, pardon, la propria Arte al mondo.