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AI MAGAZINE Anno 5 Numero 55 dicembre 2011-gennaio 2012



Il respiro della Terra

Gian Ruggero Manzoni



a photography and CONTEMPORARY cultures’ mag.


SOMMARIO N.55

14 L’Editoriale Mentre la notte ancora resiste di MIRCO SALVADORI e FABRIZIO LOSCHI
16 La storia di copertina Wladimiro ha lasciato il segno di MARIA STEFANIA GELSOMINI

ARTE
18 Ars Artis Il respiro della terra di GIAN RUGGERO MANZONI
25 Art Report Le peripezie del ritratto di GIACOMO CROCI
23 Occhio al mercato Quotazioni artistiche di ALESSANDRO ANTONACCI
24 Emozioni d’arte Mello: l’uomo e la maschera di ANNA BALZANI
25 Andar per mostre Venezia e l’Egitto a cura di ADELE ROSSI
26 Andar per mostre .2 Carte Rivelatrici di GRETA MARINETTI
27 ContemporaneaMente La creazione artistica è come un viaggio di VALENTINA MAJER
28 Archivi contemporanei L’opera d’arte come estensione del sé di GIACOMO BELLONI
29 Contemporanea Ombra e luce a cura della REDAZIONE
30 Installazioni Trinakria 2011 a cura della REDAZIONE
31 Street Art Davide Eron Salvadei di MARIANNA PERRAZZINI
32 Art Report .2 Ritratti di un fragile zoo a cura della REDAZIONE
33 Fotografie Pensare per immagini a cura di ADELE ROSSI
34 Andar per mostre .3 Beirut Nocturne – Giulio Rimondi di VERONICA CERUTI
36 Andar per mostre .4 Gendel: sono surrealista di MICHELE DE LUCA
38 Artehermetica Vertigine del catalogo di GIACOMO MARIA PRATI
41 Arte da raccontare Il maestro dell’arcobaleno di STEFANO GUIZZARDI
44 Andar per mostre .5 Ansel Adams a cura di MATTIA PAOLASINI
45 Gioielli Come un fiore puro di MARCO NARDINI
46 Novecento Josef Albers e l’esperienza a cura della REDAZIONE
48 Internazionale Pipilotti Rist alla Hayward Gallery di STEFANIA CARROZZINI
49 Andar per mostre .6 I tesori del Principe a cura di MARCO GIARDINI
96 Ausstellung begehen Valie Export Archiv von GRETA MARINETTI [DE]
98 Ausstellung begehen .2 Through the looking brain von der REDAKTION [DE]
100 Austellung begehen .3 Architekturzeichnungen, partiture n und realisationen des “o.m.theaters” von GRETA MARINETTI [DE]
101 Austellung begehen .4 Melancholie und provocation von der REDAKTION [DE]

48 Ottavo d’artista / Artist’s Platform DANIELA ALFARANO testo di FRANCO CAPOGLIO Bellezza e carità

58 GLI APPUNTAMENTI DA NON PERDERE

ATTUALITÀ E CULTURA
60 Installazioni .2 La “Firenze del sud“ s’illumina di arte contemporanea di ALESSANDRA ZANCHI
62 Un racconto Montecorvo di CARLO GREGORI
65 Recensioni Francesco Stringa e la pala di San Mauro di MARGHERITA BAI
66 Recensioni Racconti di MARIA STEFANIA GELSOMINI
67 Recensioni Le voci della salsa di MARIA VITTORIA BOLDI
68 Recensioni Il cuore al guinzaglio di GIOVANNA RENZINI/ Trinidad & Tobago a cura della REDAZIONE
69 Recensioni Il vuoto motore di Giulia Ghini di DAVIDE RONDONI/ All a cura della REDAZIONE
70 Recensioni Infinitamente meno a cura della REDAZIONE/ Fino alla fine del giorno di DONATELLA NERI
72 Riflessioni Prefabbricati virtuali di MARCO NARDINI
74 Arte terapia Curarsi con l’arte di MICHELANGELO INGED
75 Arte prêt-à-porter Abiti come forme di design a cura della REDAZIONE
76 Orizzonti architettonici Berlin Auptbahnhof di ALESSANDRO ANTONIONI
77 La cultura del fare Tassonomie immobiliari di BENEDETTA ALESSI
78 Design La forma del design contemporaneo. Ron Arad di TOMMASO PEDONE
80 Cinema d’autore That must be the place! di SALVATORE MORTILLA
82 Cinefilosofando Un’altra giovinezza di MARCO APOLLONI
83 Turismi culturali Il “vero” spettacolo di Spira di CHIARA VECCHIO NEPITA
84 All’opera Il Regio e il farnese, due granti teatri per il festival di Verdi 2011 di CLAUDIA MAMBELLI
86 D-Contemporanea Filosofia in danza di ALESSANDRA ZANCHI
87 L’aperitivo high-tech Per non dimenticare di FRANCESCO CANTARINI
88 Happy-Tech Affidarsi ad una nuvola di MATTIA PAOLASINI
90 Origami Rivoluzione verde di ISABELLA DIONISIO
91 Incontri Sotto la lente di CHIARA PEGGE
92 Pensieri Machina di ALESSANDRO DI CARO
93 Motori ruggenti Jaguar Mark II (mk II) 3.4 di FRANCESCO SINGER
94 Ricette d’autore Elogio della proteina dello Chef LUIGI BOSCO
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photo courtesy of Paola Castagna

photo courtesy of Paola Castagna

photo courtesy of Paola Castagna

“Meditare il Vangelo fino in fondo, questo è l'essenziale. Là c’è la spiegazione di ogni problema anche odierno. Studiatelo e approfondite meglio la sua essenza, non si è mai studiato e capito abbastanza. Là si parla di amore, non di violenza o giustizia come la intendete voi”, così Laura Maschi, autodidatta, grande conoscitrice delle Sacre Scritture, donna appartata, studiosa notturna, dall’indole visionario-profetica, spesso boicottata dalla Chiesa Cattolica, scriveva nel lontano 1968, in piena contestazione giovanile. Una sorta di richiamo, il suo, a riprendere quella voce che scaturiva dai nostri archetipi tradizionali, dalla nostra struttura fisico concettuale giudaico-cristiana, come un tempo la si catalogava, definendola in tal modo così che il resto del mondo mistico-filosofico intendesse bene la matrice di provenienza, per poi confrontarla con la propria, e trovare eventuali punti di congiunzione e poi d’intesa.
Molti i suoni e tante le immagini che da allora si sono venuti a innestare in quel tronco originario… un tronco che ha le radici nel paganesimo, nei venti d’Oriente, nelle saghe teurgiche, nei bisbigli del Grande Nord, nel confabulare dei filosofi greci… suoni che il Cristo ben conosceva e, prima di lui, il suo popolo, l’ebraico, il grande errante, fra parole consonantiche private di vocali. Parole di gola, rotolanti o aspirate, rimbombanti nel cavo orale delle Monadi.

Conosco Paola Castagna, fotografa e poeta, da tempo. L’aver frequentato il fotografo emiliano Luigi Ghirri e il grande regista Ermanno Olmi, per mestiere, ma anche per antica amicizia, le vale come biglietto da visita. Il suo essere, lei e in lei, una grande madre dello scatto e del suono non mi è nuovo. L’attendevo, perciò, a una prova del genere, cioè il ridare sembianze a quelle componenti mistiche che, maggiormente, l’hanno colpita dei testi sacri, rivisitandone i caratteri, tratteggiandone i profili, dando loro nuove movenze, analizzandole nel loro rutilare, mantenendone il senso metafisico, il gesto fiero oppure umiliato dall’impotenza… quella dovuta all’incapacità di misurarsi totalmente col divino.
Sempre la Maschi, negli anni successivi, scriveva in lettera a noi giovani “maghi”, seguaci del sapere occulto, indagatori dei misteri, kabbalisti, alchimisti, rosacrociani, poi simbolisti, quindi poeti-sacerdoti-guerrieri invasi dall’ultraumano: “Solo gli umili e i semplici capiranno il profondo significato che è nascosto nelle figure e nei fatti narrati nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Ogni fatto e ogni figura ha un suo significato ultraterreno, perciò gli uomini superbi, fra cui molti intellettuali, non vogliono credere, quindi non potranno capire.”

Queste nuove fotografie-racconto di Paola Castagna, frutto di una seria e rispettosa immersione in materia oltremodo esplosiva, diventano, in prospettiva, un atto di fede, un misurarsi oltre che con se stessa anche (se non soprattutto) con la nostra cultura e, di seguito, con la nostra rappresentazione e le nostre scritture (quelle, appunto, di stampo occidentale).
Del resto si sa che le opere frutto della mistica femminile si possono leggere e studiare da più punti di vista: teologico, religioso, letterario, sociologico, psicoanalitico, filosofico, ma nessuna di esse, a mio modesto avviso, può ignorare (pena una comprensione ridotta o deformata dei testi stessi) le strategie di libertà messe in atto dalle loro autrici. Libertà, e non parità o emancipazione, affinché l’onda emozionale non si arresti al confronto con l’interpretazione che fu tipica (e, spesso, è ancora prerogativa unica) del maschile, facendoci perdere, insieme all’allegoria dell’assoluto, che caratterizza ogni creazione rivolta a un vertice, il legame originario tra tale figurazione metaforica e il piacere femminile, legame che fa sfociare, quel gusto, nel cielo di una gioia svincolata dal canone, e perciò indistruttibile, perché atemporale e iniziale (se non iniziatica). Infatti in ogni opera avente matrice mistica, la donna è in rapporto con un altro che non è l’uomo. In questo le immagini sono parlati/parlanti di un’esperienza di relazione i cui termini non stanno nell’ordine di questo mondo, proiettando molta luce creatrice sulla particolarità tipica, propria del femminile, di gestirsi, per indole e per metabolismi, e non per induzione, il magma arcano.

Così spirito e paesaggio si ritrovano uniti nel loro insieme (e anche in questo la grande prerogativa del femminile), e, dall’anima e dalla terra, che sono (secondo la nostra tradizione) le due parti che definiscono l’essere, può prendere significato il tutto che è l’umano (e l’umanità); quindi l’uomo vivente in base all’anima e l’uomo che si misura in uno spazio non sono due dimensioni diverse, ma la medesima essenza, cioè l’uomo che vive secondo l’uomo e per l’uomo, appunto quale volontà divina… quale convergenza naturale.

Ribadì il grande teologo luterano Jürgen Moltmann durante una lezione da lui tenuta presso l’Università di Tubinga “sull’alienazione nel contemporaneo”, lezione a cui assistetti quando dimoravo in Germania: “Il vostro disagio è giusto. Le congetture fatte dagli uomini, in materia di fede, spesso non sono esatte. Oggi l’uomo moderno ha bisogno di nuove formulazioni di realtà spirituali inerenti ai doni concessi da Dio alla Sua creatura. Tali formulazioni hanno bisogno di essere aggiornate, spiegate, rilette e comprese con lo spirito critico moderno.”
Reputo che con tale approccio di ordine sapienziale necessiti avvicinarsi a questi scatti fotografici, a tratti epici e a tratti lirici, sottoposti a quell’altalenare musicale ritrovabile anche nella Septuaginta (la prima versione in greco antico della Bibbia). Quell’ordine sapienziale che ha sempre fatto in modo che i testi sacri siano eterni, perché eterna sarà la ricerca dell’uomo, quale unica certezza a noi concessa, assieme a quella del dover (prima o poi) morire.

Seppure Paola Castagna affondi con coraggio le mani nel mistico (perciò nel trascendentale), è comunque dell’uomo ciò che lei narra, così che la dimensione artistica risulta, in ultima istanza, ben concreta nel misurarsi con immagini simboliche, leggendarie e figurate. Tale componente e tale metodo di compenetrazione mi paiono i migliori, in quest’epoca di perdita, di assenza, di effimera incapacità di definirsi, così da riportarci a una sorta di visionarietà catartica quale dimensione prima del suo esistere, cioè quale processo caldo di relazione, quale incontro, quale possibilità, quale passione, al di fuori di ogni aspetto epistemologico, quindi freddo, razionale, comandato (cioè: imposto), e, di seguito, in piena rottura con codici prestabiliti.
Infine, a pensarci bene, non è un ordine quello che ricevette Maria dalla presenza misteriosa e alata che le apparve, ma una richiesta, una di quelle che, in un sistema patriarcale, si avanzano al padre, non certo alla figlia. Infatti il dio annunciò ad Abramo, e non a Sara, che sarebbe rimasta incinta di Isacco. Fu Zaccaria e non Elisabetta a ricevere, in tarda età, l’annuncio della gravidanza di quel figlio che poi sarebbe diventato Giovanni il Battista. Invece, nei Vangeli (nel Nuovo), quella luminosa presenza non rispettò le regole, evitò tutti i passaggi rituali del sistema tribale giudaico per rivolgersi, direttamente, a Maria (al femminile), rendendola unico soggetto protagonista della scelta che più la riguardava, cioè il diventare madre (oltretutto della divinità), come è giusto nell’oggi, ma come non era certo normale allora.
Paola Castagna, in questa suo ultimo lavoro, che presto vedremo esposto in importanti gallerie europee, mira all’insieme di ogni componente, privilegiando, però, l’aspetto antropico del rimando visivo, non senza innalzare il respiro che, comunque, viaggia sempre alto, non vincolato, non schiavo di mode o approcci condivisi all’interno di un sistema che sta divenendo sempre più fallace, omologato, spesso volgare, perché privato, giorno dopo giorno, di specifiche e particolari koinè e, soprattutto, della “presenza del miracolo” (come definiva l’arte William Blake).