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AI MAGAZINE Anno 6 Numero 56 febbraio-marzo 2012



Gertrude e i suoi fratelli, un capolavoro di famiglia

Maria Stefania Gelsomini

Quando tutto il mondo parla degli Stein



a photography and CONTEMPORARY cultures’ mag.


SOMMARIO N.56

21 L’EDITORIALE Creare

ARTE E FOTOGRAFIA

22 ARS ARTIS L’inverosimile reso simile
25 ARS MUNDI All/ Maurizio Cattelan a New York
26 ARCHIVI CONTEMPORANEI La obre de arte lu gar ideal
28 PHOTO .1 Soffione
29 ANDAR PER MOSTRE .1 La New York del passato rivive a Milano
30 ANDAR PER MOSTRE .2 L’Italia è il mio amore
33 ICONE The man who shot the sixties
34 L’OPINIONE Obscur(n)ations p
36 CONTEMPORANEAMENTE Danser sa vie:
l’importanza della danza nel XX secolo
37 ART REPORT Violenza in scatola
38 I SENSI DELL’ARTE Firenze, ‘500. Fare arte
40 INTERNAZIONALE Iqbal Hussain il controverso pittore di Lahore
42 ANDAR PER MOSTRE .3 Huma Bhabha in players
43 MERCATO DELL’ARTE L’anno dell’Arte Povera
44 NOVECENTO Gertrude e i suoi fratelli, un capolavoro di famiglia
47 ANDAR PER MOSTRE .4 Re-cycle
48 OBIETTIVI Anime e plumbee visioni
50 ANDAR PER MOSTRE .5 Are we still going on?
51 COMPRARE ARTE La scommessa e l’investimento
52 ANDAR PER MOSTRE .6 San Marino e la pittura americana del XX secolo
53 PHOTO .2 Imaginary landscapes
62 GLI APPUNTAMENTI DA NON PERDE

CULTURA

64 HAB. REPORT Architettura sen- za compromessi
66 DESIGN La forma utopica del colore
68 ORIZZONTI ARCHITETTONICI Copenhagen, the Royal Playhouse
69 ARCHI. REPORT Non credo ai miei occhi
70 SPOTLIGHT 1. Moda teutonica, riciclata / SPOTLIGHT 2. Libri ecologici per una sana lettura
71 DESIGN .2 Korea design / DE- SIGN .3 Nuovi spazi espositivi: Vitra Design Museum Gallery
72 MOTORI RUGGENTI Rivolu- zione Tesla. L’indimenticata arte del motore elettrico
74 PERSONAGGI L’incompreso Da Vinci del XX secolo
76 LO SAPEVATE CHE? L’anno dell’Apocalisse è già iniziato
78 ARTEHERMETICA Apokalips. Guardare la voce
80 NEUROESTETICA Una nuova via per comprendere l’arte?
82 L’APERITIVO HIGH-TECH Scrivere con Omnitouch / HAP- PY TECH Frigoriferi particolari
83 SOCIAL CULTURE Brandizza- zione sociale
84 NEW TECH .1 3Dimensioni, no problem / NEW TECH .2 Nuove frontiere della stampa
85 TECH. REPORT Fotovoltaico al mirtillo
86 GODERSI LA VITA Pantone matching system
88 GLOBETROTTER Città invisi- bili sotto gli occhi di tutti
90 SOTTO LA LENTE Anima ter- restre per fotografie spaziali
92 COLPO DI TESTA Dram- mi e passioni tra passato e presente
93 EVENTI Berlinale 2012, passio- ne cinema
94 CINEMA D’AUTORE La fine del mondo secondo von Trier
96 CINE NEWS Le code rosse degli uomini neri
97 CINEFILOSONFANDO L’emo- tività del presente
98 FARE DESIGN Ceramica. Com- plemento di design
99 ORIGAMI K-design / RICETTA D’AUTORE Capesante al pepe verde
100 LA VITA DEGLI ALTRI Forme derivate dalla cucina
101 NOUVELLE CUISINE Molecole in pentola?
102 NICE PHILOSOPHY Storie e pro gresso
103 RECENSIONI .1 La meditazione Vipassana: un’arte di vivere
104 RECENSIONI .2 Echi. Sedici in- cisioni
105 RECENSIONI .3 Gli occhi di mia figlia / RECENSIONI .4 Café des artistes
106 IL RACCONTO La ricreazione a scuola
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Pablo Picasso
Gertrude Stein, 1906
Huile sur toile, 10 x 81.3 cm
Metropolitan Museum of Art, New York, USA
© Succession Picasso 2011

Henri Matisse
Femme au chapeau, 1905
Huile sur toile, 80.65 x 59.69 cm
San Francisco Museum of Modern Art, don d’Elise S. Haas, San Francisco, USA
© Succession H. Matisse
Photo : Moma, San Francisco, 2011

All’improvviso in tutto il mondo si fa un gran parlare di Gertrude Stein. Dall’America alla Francia all’Italia, l’arte, il cinema e la letteratura celebrano la scrittrice americana e i suoi fratelli, Leo e Michael, entrambi mecenati e collezionisti. La riscoperta passa attraverso tre grossi avvenimenti che la casualità, o forse no, ha reso contemporanei: una grande mostra, un film, l’uscita di alcuni suoi libri. Finalmente, verrebbe da dire. Finalmente una delle figure più eccentriche e più influenti della scena artistica e letteraria del Novecento (figuriamoci, Gertrude si vantava di averlo inventato lei il Novecento!) squarcia la penombra dell’ingiusto quanto inspiegabile semi-anonimato che l’ha avvolta sino ad ora per riconquistare una popolarità planetaria legittima, degna del ruolo che per oltre quarant’anni le è stato riconosciuto da tutti gli artisti di cui fu amica, confidente e sostenitrice pur continuando a rimanere a lungo una scrittrice inedita: non poteva essere facile trovare editori di un certo livello disposti a pubblicare quei suoi manoscritti così dirompenti e scandalosi!
Eppure nella Parigi d’inizio secolo era proprio il suo appartamento, quello al 27 di rue de Fleurus, il centro dell’arte e del dibattito intellettuale. Perché da quando Gertrude aveva lasciato l’America e raggiunto il fratello Leo a Parigi nel 1903, il salotto degli Stein divenne ritrovo e rifugio dei più grandi artisti e scrittori, francesi e americani di passaggio soprattutto. Perché davanti allo sguardo severo di una Gertrude coltissima e carismatica, consigliera, e critica a volte anche feroce, prendevano forma quotidianamente le tele di Pablo Picasso e le pagine di Ernest Hemingway. Ai famosi “sabati dagli Stein” (non va dimenticato l’altro salotto, quello di Michael e di sua moglie Sarah al 58 di rue Madame) si davano appuntamento tra gli altri Henri Matisse, Ezra Pound, Thomas Stearns Eliot, Francis Scott Fitzgerald con sua moglie Zelda, Man Ray, Apollinaire, Picabia, Duchamp, Gris. Erano gli anni ruggenti delle avanguardie, trascorsi a scoprire pittori geniali e accumulare capolavori: Leo e Gertrude furono i primi in assoluto ad acquistare le opere di Picasso, Matisse, Bracque e Derain e a mettere insieme una delle primissime collezioni d’arte cubista.

Si comprende allora perché Woody Allen, intorno all’appartamento di rue de Fleurus, abbia imperniato la vicenda del suo ultimo film Midnight in Paris. Uscita nelle sale italiane nel dicembre scorso, la pellicola aveva inaugurato a maggio il 64° Festival del Cinema di Cannes. E il 21 maggio, esattamente un giorno prima della chiusura del festival, si apriva al Museum of Modern Art di San Francisco una sontuosa mostra intitolata Matisse, Cézanne, Picasso… The Stein Family che riuniva insieme per la prima volta gran parte delle inestimabili opere d’arte collezionate dai membri della famiglia Stein, persone eccezionali che grazie a una sensibilità sopraffina e a una visione lungimirante arrivarono a stabilire un nuovo gusto dell’arte moderna e a indirizzarne persino il percorso futuro. Dalla California, proprio come fece a suo tempo Gertrude, l’esibizione itinerante è volata in Europa al Gran Palais, Galeries nationales di Parigi col titolo di Matisse, Cézanne, Picasso…L’aventure des Stein (5 ottobre 2011-16 gennaio 2012) per poi fare ritorno oltreoceano: dal 16 febbraio è esposta al Metropolitan Musem of Art di New York, dove sarà visitabile fino al 3 giugno prossimo.

Le otto sezioni in cui è divisa (“I quattro grandi”, ovvero Manet, Renoir, Degas e Cezanne, i pilastri dell’arte moderna; la “Rivelazione Fauve”; “Matisse”; “Gertrude Stein e Picasso”; “1920-1930: Post-Cubismo e i Neo-Romantici” e così via), trasportano il visitatore nell’universo fuori dall’ordinario degli Stein, così come fa Woody Allen col protagonista del film Gil, giovane aspirante romanziere americano pieno di frustrazioni che vive scrivendo sceneggiature a Hollywood. Durante una vacanza a Parigi, complice l’atmosfera incantata della Ville Lumiere, allo scoccare di ogni mezzanotte Gil si ritrova catapultato nel suo sogno e tra i suoi idoli, negli anni Venti e nella frizzante girandola di personaggi che li popolano, incontrando uno dopo l’altro i più fenomenali artisti e intellettuali dell’epoca, da Scott e Zelda Fitzgerald a Hemingway, da Salvador Dalì a Man Ray a Bunuel, al suo autore preferito T. S. Eliot. Con loro Gil discute, impara, frequenta feste e club, beve, balla, ride e vive. Sono loro che lo portano a far salotto da Gertude Stein, perché è lì che tutti vanno (“questa casa è sempre aperta” gli ricorda una volta la scrittrice) ed è lì che si ritrova a chiacchierare con Pablo Picasso. E allo spettatore più attento non sarà sfuggito il famoso ritratto che Picasso fece alla Stein nel 1906, simbolo della profonda amicizia che li legò e una delle attrazioni principali della mostra tuttora in corso a New York, appeso in bella evidenza alle spalle di Gertrude in una scena del film.
Gli sottopone la bozza del suo primo romanzo al giudizio inflessibile della scrittrice, tornando in quella casa notte dopo notte per ascoltarne i preziosi suggerimenti, fino a quando troverà il coraggio di pubblicarlo (e di vivere la vita che gli piace). “Il compito dell’artista non è soccombere alla disperazione ma trovare un antidoto alla futilità dell’esistenza”, le parole di Gertrude a Gil racchiudono il senso di questo film e anche della grande mostra franco-americana.

L’interesse per la Stein in questi ultimissimi anni è cresciuto anche in Italia, specialmente intorno alla sua produzione letteraria. La casa editrice Liberilibri in particolare, che ha iniziato a pubblicare la scrittrice americana nel lontano 1989 con la raccolta di poesie in prosa Teneri Bottoni, poi ristampata in seconda edizione nel 2006, è quella vanta al momento il maggior numero di titoli steiniani in catalogo, avendo dato alle stampe nel breve volgere di pochi mesi dal 2010 a oggi uno dietro l’altro tre volumi: Geografia e Drammi, Opere ultime e Drammi e Sollevante Pancia.