Urban Anno 13 Numero 115 giugno 2013
Città come stratificazione di luoghi reali e virtuali. Spazi che reinventano la propria destinazione e il destino di chi li abita. Dinamiche urbane bottom/up. Joseph Grima ci racconta idee, fermenti e fenomeni per la metropoli di domani
Quattro giorni, a New York, negli spazi del New Museum, per Ideas City Festival: creative thinker, antenne puntate sul futuro, speech, performance, nuove piattaforme come StorefrontStarter, crocevia digitale per progetti che mirano a trasformare radicalmente l’ambiente costruito o Pitch the City, il contest promosso da Architizer Municipal Art Society di New York, cinque team di architetti per quello che potrebbe essere il prossimo High Line.
Il focus è la città che verrà: progettazione dal basso e cultura di rete. In sintesi una rivoluzione antropologica, accelerata, condivisa, silenziosa.
Ne parliamo, davanti a uno spritz, con Joseph Grima, direttore di Domus, critico, ricercatore, curatore di architettura e design, che al New Museum ha moderato uno dei panel e riallestito – dopo la Biennale di Istanbul – Adhocracy, indagine sulle ultime frontiere del progetto.
Dal collettivo francese UX a Bitcoin, la moneta virtuale cifrata e criptata: nata come territorio di hacker libertari, ad aprile Bitcoin, protagonista di una grande bolla speculativa, ha registrato un controvalore pari a 1,4 miliardi di dollari statunitensi. All’incirca, 280mila spritz.
Per che cosa viene utilizzata? Per acquisti di beni e servizi via web.
Con Bitcoin, che può essere convertita in moneta in apposti siti di cambio, si possono comprare semi di peperoncino piccante Habanero Orange (www.ziomik.net/market/) ma anche prodotti di contrabbando su siti pirati come Silk Road.
™IDEAS CITY∫ 2013: TEMA, IL CAPITALE INUTILIZZATO.
La dimensione latente della città è un argomento molto interessante. A Milano sono i famosi 25mila appartamenti sfitti: un esempio molto forte, in un momento di grande bisogno di spazi domestici. Capitale inutilizzato significa guardare la città come bacino di risorse con grandi potenzialità. La sfida è capire come le reti di informazione possano rimetterle in moto, rendendo la città più efficiente, dinamica.
È IL CASO DIº
Penso a App come Uber, la piccola start up di San Francisco che ha messo a disposizione a prezzi morigerati un servizio limousine, partendo dal dato che gli autisti di vetture extralusso dedicano solo il 20 per cento del tempo a trasportare passeggeri e il resto lo trascorrono fermi ad aspettare.
CHE COSA DOBBIAMO ASPETTARCI?
In un passato recente, l’innovazione era concentrata ai vertici di organizzazioni governative o in centri di ricerca, come il MIT di Boston, fucine di tecnologie nate per applicazioni militari e ricerca spaziale, come il Teflon sviluppato per la Nasa poi finito nelle padelle. Quello che sta accadendo ora è che ognuno di noi è più partecipe all’innovazione: la cultura dei network è qualcosa in cui tutti sono coinvolti, è qualcosa che sta cambiando ogni ambito della vita, in tempi brevissimi, dal design alle città.
™ADHOCRACY∫ PARLA DI TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. È AZZARDATO PENSARE CHE IL MOTORE NON SIANO (SOLO) I PROCESSI MA UN VERBO: CONDIVIDERE?
È sicuramente una chiave di lettura molto interessante. La rivoluzione tecnologica ha prodotto anche una nuova etica: l’idea di grandi comunità che non rispettano suddivisioni classiche di stato, nazione, sovranità, età, disciplina ma sono estremamente fluide e mutevoli. È il caso di Maker Faire Africa, la piattaforma open source fondata da Emeka Okafor, la dimostrazione più chiara della democratizzazione dell’informazione. In segmenti sociali che hanno bisogno di strumenti di emergenza, l’accesso a nuovi tool non è più un lusso ma qualcosa che può essere ormai dato per scontato. I risultati non si sono fatti attendere. Per noi avere uno smartphone in tasca è una questione di abitudine, quando sei in una situazione di emergenza il tuo atteggiamento verso questi oggetti è di incredibile inventiva.
UN ESEMPIO?
I kit per l’autocostruzione di semafori potenziati dalla luce del sole: possono sembrare una cosa banale, poco sexy, in realtà hanno un forte potere trasformativo nella vita delle persone.
PADRI NOBILI?
In economia si parla molto di Bitcoin: la valuta elettronica creata nel 2009 da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, una moneta che non è sovrana, non è appoggiata da nessuna banca centrale. È quasi un movimento culturale difficile da riassumere in una snapshot. Storicamente, i padri nobili sono pensatori forti del secondo dopoguerra, come Giancarlo De Carlo o Yona Friedman. Le loro idee sono implicite persino in qualcosa come Bitcoin, dove aleggia il fantasma di un’idea di una città senza confini, disconnessa dallo stato sovrano.
ALCUNE PRATICHE BOTTOM-UP SEMBRANO FIGLIE DEL SITUAZIONISMO: PENSO A UX, IL COLLETTIVO FRANCESE. CE NE PARLI?
UX unisce la strategia della sovversione, la cultura punk anni Ottanta, all’idea etica di contribuire alla vita urbana, tramite reti di persone. Oggi siamo tutti responsabilizzati a plasmare la città come vogliamo. Parigi
– come molte città europee – ha un capitale latente molto preciso, fatto di architetture, spazi museali e storici, in primis le catacombe. Già una decina di anni fa, UX ha iniziato a infiltrarsi negli uffici catastali per appropriarsi di mappe sotterranee di ogni tipo, mappe della rete dati, elettrica, acquifera... Dicono di avere accesso a qualsiasi ufficio pubblico, sono veri artigiani dell’infiltrazione. La loro opera più interessante è il restauro dell’orologio del Pantheon. Il dato importante è la natura di questi approcci che deviano da ciò che è stato predeterminato dallo Stato, agendo talvolta in margine alla legalità. Nel caso di UX abbiamo assistito a una vera collisione frontale con l’apparato burocratico. L’epilogo? Quando hanno presentato la chiave del meccanismo al direttore del Pantheon, li ha fatti arrestare.
CHE COSA RENDE ™TOLLERABILE∫ IL CONFLITTO?
La potenza della cultura di Network. Come in Restaurant day, un progetto in corso a Helsinki. Tre anni fa, un ragazzo ha cercato di aprire un food kiosk ma tale era la mole di noie burocratiche, che alla fine ha lasciato perdere, inventandosi un’altra cosa. Ha aperto una pagina Facebook, invitando tutti ad aprire un ristorante temporaneo a casa propria. Io che sono un immigrante argentino faccio le empanadas, tu che sei di Helsinki fai l’alce fritta e ognuno vende quel che vuole. Un successo: oggi la manifestazione conta su 2.500 diversi punti di adesioni, 10mila user, un’App. Certo, il tutto è completamente illegale, non puoi vendere empanadas dalla finestra di casa, eppure è tollerato. Il punto nevralgico è la trattativa sociale: lo stato di eccezione o di eccezionalità che rende praticabile un progetto impensabile su scala individuale.
SUPER AFFASCINANTE MA ANCHE SUPER PERICOLOSO, NON CREDI?
Indubbiamente: è il caso dello studente texano Cody Wilson, fondatore della discussa organizzazione non-profit Defense Distributed, ora in possesso della licenza federale che gli permetterà di fabbricare e vendere armi da fuoco con i tipici processi della stampa tridimensionale. La logica di processo è la stessa: ma il campo di Cody Wilson è molto più anarchico, abbraccia una dimensione che evade dal potere di controllo di uno Stato. Lo stesso vale per Bitcoin che rivela la debolezza nei limiti dell’anarchia. In passato, pochi esempi di sistemi anarchici hanno funzionato in maniera plausibile. Ma è anche vero che, fino a poco tempo fa, l’umanità non si è mai trovata in una situazione di interconnessione. In sintesi, l’anarchia fa parte del dna della contemporaneità.
QUALE FUTURO?
Di certo non è quello dei Jetsons o di certe rappresentazioni che la fantascienza ha prodotto sul futuro con attori come macchine volanti… Le vere trasformazioni avvengono in maniera trasversale e inaspettata. In fondo, ha cambiato più il mondo uno smartphone che un grattacielo.