Alfabetizzazione visiva

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Indice :

1 Alfabetizzazione visiva

2 Generazioni

3 Le tre fasi

4 Forme di pensiero

5 Limiti e regole

6 Figurativo e plastico




I segnali stradali sono un esempio comune di immagini il cui significato tutti possono facilmente e velocemente comprendere. Forse non tutti sanno che sono stati creati per consentire la loro riconoscibilità anche ad una parte della popolazione che era, in passato, in buona parte ancora analfabeta. Sono nati anche per scopi "turistici", in quanto potevano essere riconosciuti anche da quei turisti che parlavano una lingua diversa da quella del paese in cui si trovavano.

Per spiegarvi cosa intendo per "Grammatica della espressione visiva" devo prima di tutto spiegarvi che cosa sia l'alfabetizzazione visiva.
L'alfabetizzazione visiva è la capacità di costruire significato con le immagini. Non si tratta di una abilità; ma di una forma di pensiero critico che intensifica le capacità intellettive, facendo uso combinato di diverse abilità dell'individuo.
Non è certamente un concetto nuovo: la International Visual Literacy Association fu fondata nel 1969. In quell'anno John Debes, fondatore e primo presidente dell'associazione, diede questa definizione dell'alfabetizzazione visiva: "Si tratta di un gruppo di competenze per la visione che un essere umano può sviluppare vedendo e, allo stesso tempo, integrando altre esperienze sensoriali.

Lo sviluppo di queste competenze è fondamentale per il normale apprendimento umano. Una volta sviluppate, esse consentono ad un soggetto visivamente alfabetizzato di distinguere e interpretare azioni, oggetti, simboli, naturali o artificiale, che appaino visibili e che egli incontra nel proprio ambiente.
Attraverso l'uso creativo di queste competenze, è in grado di comunicare con gli altri. Attraverso un apprezzabile uso di queste competenze, è in grado di comprendere e godersi i capolavori della comunicazione visiva".

Tuttavia molto è accaduto dal 1969 ad oggi, sia in termini di studio che in termini di progresso tecnologico in materia di visione.
L'evoluzione degli apparecchi fotografici, l'ingresso in tutte le case della televisione, l'aumento esponenziale della pubblicistica e il conseguente incremento degli studi associati a questi progressi sono stati alcuni degli importanti fattori che hanno determinato la disseminazione delle immagini nella cultura contemporanea.
Disseminazione che è sfociata nella rivoluzione informatica cui abbiamo assistito negli ultimi anni.

La rivoluzione informatica non avrebbe potuto aver luogo se non si fosse verificata prima una rivoluzione nell'ambito per così dire delle "immagini"; quella che Gottfried Boehm definisce una "svolta iconica" (La svolta iconica, Meltemi, Roma 2009).
L'evoluzione dei mezzi di produzione, riproduzione e diffusione delle immagini ha avuto un ruolo preponderante nel determinare la situazione attuale, nella quale in molti casi si è addirittura ribaltato il vantaggio che aveva la scrittura rispetto all'uso delle immagini. Inoltre la semplificazione dei processi di produzione e l'aumento della circolazione delle immagini ne hanno determinato l'utilizzo anche in ambiti sociali inediti.

Abbiamo cominciato ad accostare, tagliare, montare ― in una parola ― "articolare" le immagini, raggiungendo gradi di finezza espressiva paragonabili a quelli del linguaggio verbale. Le nostre facoltà mentali si sono dunque adeguate a queste nuove potenzialità. Sicché spesso usiamo le immagini in luogo delle parole oppure le usiamo per cose impossibili al linguaggio verbale come ad esempio per potere essere compresi al di là delle differenze linguistiche.

Nasce ora l'esigenza di reintegrare tutte le capacità dei nostri sensi perché siamo ormai nell'era digitale, o che sarebbe meglio definire "informatica". Abbiamo bisogno ora di integrare le immagini e le parole; perché comprendiamo il linguaggio dei segni prima di comprendere le parole scritte. Il 90% delle informazioni che noi riceviamo dalla realtà esterna ci provengono dall'ambito visivo.

Si calcola che oggi l'uomo "legga" non-testo 60.000 volte più velocemente di quanto possa leggere un testo. Un programmatore forse direbbe che ogni cosa trasmessa, comunicata è testo, in quanto tutto ciò che appare "a monitor" in internet sottende un codice testuale; un artista, magari un fotografo, direbbe che ogni cosa trasmessa è immagini; ma forse la verità è che ogni cosa è un immagine e un testo al tempo stesso.

Dovremmo porre attenzione a ciò che potremmo definire "il guardar lento", cioè quel processo, quel "metodo" che inneschiamo quando abbiamo bisogno di porre ordine al nostro caos, all'immenso e caotico insieme delle nostre percezioni.
"Guardare lentamente" vuol dire osservare per realmente vedere, udire per realmente stare ad ascoltare: soltanto quando quardiamo qualcosa possiamo effettivamente vedere quel qualcosa; soltanto quando lo vediamo possiamo descriverlo; e soltanto quando siamo in grado di descriverlo possiamo analizzarlo; e solo dopo averlo analizzato possiamo cominciare ad interpretarlo e dunque costruire significato a partire da quel qualcosa.
Solo a partire dal guardare una cosa noi possiamo dare avvio al processo di comprensione e di creazione di significato.
Le immagini visive hanno il potere di tenere insieme i nostri sensi simultaneamente e di impressionare visivamente le nostre emozioni.

Quello di cui oggi abbiamo bisogno sono un alfabeto e una grammatica della alfabetizzazione visiva. Perché, ad esempio, sappiamo argomentare un discorso in termini di cifre o in termini di lettere, ma se ci troviamo di fronte ad una un'immagine astratta non sappiamo in che modo approcciarla; eppure, a ben vedere, possiamo incominciare a parlarne in termini di sagoma, di forma (tridimensionale), di volume, di linea, di composizione, di colore, di ritmo, di motivo, di movimento, di unità, di valore, di tonalità, di intensità, ecc. ecc.
Una persona visivamente letterata può leggere e scrivere il linguaggio visivo, può codificare e decodificare il linguaggio visivo in qualunque forma esso si manifesti.

Credo fermamente che ci troviamo in una fase di transizione rivoluzionaria sia delle modalità di comunicazione che di apprendimento; tale cambiamento è chiaramente frutto della repentina evoluzione e diffusione di nuovi strumenti tecnologico-informatici, tuttavia la mia opinione è che lo sviluppo di strumenti innovativi sia solo il culmine di un processo simbolico che è cominciato già più di cento anni fa, nel quale l'arte, e l'arte visiva in modo particolare hanno avuto un ruolo determinante.

Ciò che sta avvenendo nelle scuole di tutto il mondo, nelle università, in generale nei luoghi di formazione, è una preparazione alla comprensione e alla espressione attraverso il linguaggio informatico, che si è aggiunta alla preesistente tradizione che affidava l'archiviazione e la trasmissione delle conoscenze alla scrittura.
Ma forse non si sta ancora dando il giusto valore alla comprensione del visivo?

Abbiamo bisogno di addestrare le nostre capacità visive.
Abbiamo bisogno di addestrare la nostra capacità di "leggere" le immagini.
Abbiamo bisogno di addestrare la nostra capacità di costruire significato dalle immagini.
Questo è ciò che ho in mente di fare con questo nuovo progetto da realizzare in collaborazione con UnDo.Net.