Le tre fasi

Vai alla homepage di Grammatica dell'espressione visiva

3 di 6

Indice :

1 Alfabetizzazione visiva

2 Generazioni

3 Le tre fasi

4 Forme di pensiero

5 Limiti e regole

6 Figurativo e plastico




I cartelli stradali sono organizzati secondo una convenzione internazionale che è riconosciuta ed utilizzata in quasi tutto il mondo da ormai molti anni. Poiché gli elementi di questo tipo di comunicazione sono riconoscibili praticamente da tutti, essi, con piccole variazioni, possono essere utilizzati per esprimere concetti che vanno oltre il loro significato diffuso, e, proprio per questo, sembrano assumere un'accezione ironica.

Raffaele Simone, nel saggio La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo (Laterza, Bari 2000) distingue la storia della trasmissione del sapere umano in tre fasi.
L'invenzione della scrittura coincise con la prima fase, che permise di dare stabilità alle conoscenze che erano in precedenza ― affidate alla trasmissione orale ― un patrimonio fragile, sempre esposto al rischio di andare perduto («permise di fissare con segni scritti le informazioni su un supporto stabile, liberando la memoria individuale e collettiva dal peso di un'enorme quantità di dati»).
La seconda fase, invece, ebbe inizio con l'invenzione della stampa che fece del libro (fino ad allora costoso e riproducibile solo a mano) un bene a basso costo e alla portata di tutti, che consentì a milioni di persone di attingere a cose pensate da altri anche a immense distanze di tempo e di spazio; tale fase ha fatto del libro il simbolo del sapere e della cultura.
La terza fase avrebbe avuto inizio negli ultimi quindici o venti anni del XX secolo, da quando cioè ciò che l'uomo sa non deriva più dai libri, bensì dalla televisione, dal cinema, dal computer, e in generale da tutti gli strumenti tecnologici di cui l'uomo ha fatto progressivo uso dagli anni Ottanta in poi.
Sono fondamentalmente d'accordo con l'analisi di Simone: credo cioè che l'uomo si trovi effettivamente in una terza fase di acquisizione del sapere (anche se a ben vedere il periodo pre-scrittura potrebbe essere considerato una fase in quanto molte conoscenze prima di essere scritte ci sono state tramandate senza l'ausilio di tale tecnica: non solo miti e leggende, ma anche usi e costumi, si pensi all'agricoltura, all'allevamento degli animali, al trattamento dei metalli e di molti utensili, ecc.); tuttavia la mia opinione è che tale fase non sia cominciata negli ultimi vent'anni del Novecento. Secondo l'analisi di Simone, infatti, sarebbe la diffusione dei nuovi strumenti tecnologici ad aver generato un cambiamento radicale nel modo di pensare dell'uomo.
Solo un lento processo di mutazione di concetti ed esigenze di rappresentazione simbolica può giustificare la scoperta e la diffusione di nuovi strumenti tecnologici di rappresentazione e non viceversa; perché prima del saper fare è necessario il voler saper fare. Le tecniche dovrebbero essere considerate come un'estensione e un potenziamento di facoltà umane, in quanto ogni medium sviluppa un proprio sistema complesso di rappresentazioni che si inseriscono nell'insieme culturale in cui si sviluppa e in cui è vincolato. Proprio perché ha bisogno di inserirsi all'interno di logiche culturali ed essere accettato in un sistema simbolico socialmente riconosciuto, il prodotto di un nuovo medium di rappresentazione può essere recepito solo molto lentamente attraverso una serie di passaggi evolutivi. Qualsiasi invenzione tecnologica risponde inizialmente ad una esigenza sociale preesistente, poi col tempo il suo utilizzo suggerisce nuove possibilità e crea nuove esigenze. Se nuove tecniche vengono accettate repentinamente da una cultura vuol dire che esse sottendono ad una logica ed ad un sistema simbolico che è già maturato in precedenza.