Inside Art Anno 8 Numero 73 febbraio 2011
SINCERAMENTE INSIEME
Anno dello scambio culturale con mostre e iniziative ad hoc
di Maria Luisa Prete
Il rapporto tra Italia e Russia, sancito da accordi economici bilaterali soddisfacenti per entrambe le parti (Finmeccanica ed Eni ringraziano), viene ulteriormente rafforzato, se non bastasse la ben nota ospitalità del premier in quel di villa Certosa, da uno scambio “di cultura” tra i due paesi. Breve digressione sul termine cultura: dal latino colere, coltivare, assume il significato classico di formazione personale e quello antropologico di insieme di costumi, valori e ideali di un popolo.
Bene, oggi più che mai gli uomini del nostro governo si sentono vicini culturalmente ai “compagni” russi nel rivendicare una certa idea, per alcuni discutibile, di democrazia. Per cementare la sinergia con gli ex bolscevichi, il 2011 diventa l’anno della lingua e cultura russa in Italia e della cultura e lingua italiana in Russia. La stetta di mano tra il “traballante” ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi, e il ministro della Cultura russo, Alexander Alekseevic Avdeev comincia a portare i suoi frutti: mostre, convegni, conferenze, concerti, spettacoli, proiezioni cinematografiche, fiere, presentazioni e altre iniziative nel campo umanistico.
Il calendario degli eventi è molto fitto, più di 300 iniziative. In Russia sbarcano Caravaggio e Botticelli, in Italia la collezione di argenti dei Medici, conservata a Mosca, e le famose uova Fabergé; la nostra nazione sarà rappresentata dalla compagnia del teatro Piccolo di Milano e ospiterà il balletto del Bolshoi e la compagnia del teatro Taganka; l’Italia sarà ospite d’onore alla fiera del libro di Mosca e la Russia a quella di Torino. Molte le esposizioni di artisti russi storicizzati e di giovani emergenti.
A Bologna lo spazio Carbonesi si fa carico di presentare al pubblico italiano le proposte artistiche più innovative e i temi ad essa sottesi: tra gli altri l’affannosa ricerca della libertà. E poi i grandi classici dalle icone a Malevich a Firenze. L’anno viene inaugurato al palazzo delle Esposizioni di Roma con la mostra dedicata al pittore, scultore e grafico Alexander Deineka, uno dei più importanti esponenti del realismo sovietico.
Berlusconi sarà ben felice di ammirare il lavoro di un pittore comunista della prima ora, amico del nostro Guttuso. Piccole incoerenze nostrane che certo non potranno scalfire un’amicizia così sincera.
La mostra/1
“Svoboda” a Bologna
Spazio Carbonesi (palazzo Zambeccari, via Val D’Aposa 12, Bologna), sotto la direzione artistica di Daria Khan presenta fino al 27 feabbraio la collettiva “Svoboda”. Un tentativo di indagare, attraverso le opere di dodici artisti, il concetto di libertà nei suoi molteplici aspetti. Infatti, “Svoboda” significa libertà in russo, ma scritta in caratteri latini perde il suo significato e diventa solo una parola. Una combinazione di lettere che trasforma il concetto in astrazione: la parola è ancora lì, ma il suo significato è scivolato via.
L’ATTUALITÀ DI DEINEKA
A palazzo delle Esposizioni la semplicità e il dinamismo dell ’artista russo che ha segnato un’epoca
di Elena Voronovič (curatrice della mostra, estratto dal catalogo cortesia Skira)
“Deineka è un combattivo, una delle personalità più inquiete dell’inquieta arte sovietica. Direi che è il più contemporaneo degli artisti sovietici. I suoi quadri e i suoi disegni non hanno bisogno di date. Le sue forme e i suoi soggetti parlano da soli. Deineka non sa contenersi. È un pittore dell’attualità. […] Le sue impressioni sono acute e durevoli”. Così descriveva l’artista Abram Efros, uno dei più brillanti critici dell’arte sovietica dopo la prima esposizione personale di Aleksandr Deineka a Mosca. Fu proprio Efros ad accorgersi della fondamentale originalità dell’arte di Deineka, e cioè la sua viva, diretta, attenzione per l’attualità, di una nuova percezione del mondo e, allo stesso tempo, dell’alta qualità del suo fare. Osservando le tele di questo pittore non è necessario avere una speciale cultura, né sapersi orientare in sottili sfumature stilistiche, per capire che si tratta di opere eseguite nel ventesimo secolo, ed è proprio di questo che parlano con ogni evidenza “i grandi piani, […] le belle forme, i vivaci elementi compositivi, i contrasti dei piani e dei volumi, le superfici opache e le leggere pennellate sulle tele, […] il colore nitido e potente.” Semplicità, comprensibilità e dinamismo della composizione ne sono gli elementi determinanti. La ricerca di come rappresentare il movimento su una superficie ha attraversato e impegnato la sua intera esistenza. Ma a parte il carattere dell’uomo e le tendenze artistiche dell’epoca, tutto ciò ha anche un’altra spiegazione: nel 1920 Deineka si ritrovò infatti a figurare tra i primi passeggeri di un aeroplano. Quel volo rivoluzionò la sua visione della realtà, dell’alto e del basso, della statica e del movimento, degli scorci e dei punti di fuga, nella costruzione di qualsiasi composizione. Dopo quel volo, Deineka rimase per sempre un ideatore di strutture imponenti, come pronte a balzare fuori dal foglio dove erano disegnate. […] Gli anni dei suoi studi coincisero con uno dei periodi più affascinanti dell’arte russa. La rottura degli antichi criteri di rappresentazione del mondo, dell’uomo, toccò allora il suo apogeo, l’antica gerarchia dei valori perse la propria attualità. Un inebriante senso di libertà: era questo forse lo stato d’animo acutamente condiviso dalla giovane generazione del nuovo stato. Lo spazio della cultura sovietica era visto come lo spazio dell’arditezza e della straordinarietà, uno spazio in cui la realtà poteva essere trasfigurata con gli strumenti della creatività. Erano anni speciali, in cui si aveva una piena percezione della propria individuale potenza, delle nuove possibilità, mentre la fame e la quotidiana assenza di comodità si facevano catalizzatori del processo creativo. Né è casuale che in una poesia del poeta proletario e scienziato Aleksej Gastev gli artisti fossero paragonati a tecnici: “Eccovi il paese bruciato. Nella borsa avete due chiodi e una pietra. Con queste cose costruite la città!” . E quelli, “rimboccate le maniche e il cervello”, dalle rovine fanno sorgere cose inaudite.
la mostra/2
Il maestro sovietico della modernità
Evento inaugurale del programma di scambio culturale italo-russo, la mostra rappresenta la prima grande monografica dell’opera di Aleksandr Deineka (1899-1969), tra i maggiori pittori realisti dell’Unione sovietica. Più di ottanta capolavori, provenienti oltre che dalla Galleria Tret’jakov anche dal museo statale russo di San Pietroburgo e dalla pinacoteca statale Aleksandr Deineka di Kursk, si articoleranno in un percorso che abbraccia l’intera opera dell’artista, dagli anni Venti ai Sessanta e che contempla, oltre alla pittura, esempi della produzione grafica (disegni, illustrazioni, manifesti), plastica e monumentale. A cura di Elena Voronovic, Irina Vakar e Matteo Lafranconi.Dal 19 febbraio al primo maggio, palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194, Roma.