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Viatico (2007-2010) Anno XII Numero 49 settembre-ottobre 2008



TorinOver 08 – Everywhere you come from

Elisa Lenhard

paesaggi, design, materiali



Bimestrale d'arte e cultura contemporanea a cura dell'Associazione Culturale


Ritorna Viatico, Viaggio sulla Terra ed Oltre alla ricerca del Se artistico individuale e collettivo, bollettino numero 49: il vento di bonaccia non impedisce di continuare l’avventura tra condizioni avverse se non proibitive.

Prossimo approdo previsto per il giorno 9 ottobre presso il Palafuksas di Torino dove si terrà la mostra TorinOver, curata da Elisa Lenhard, che vede Viatico in veste di Media Partner: di qui la Quarta di Copertina e lo Speciale di questo numero interamente dedicato all’attesissimo evento.

Senza tralasciare una Prima di Copertina dedicata ad un evergreen dell’arte contemporanea, ovvero David Salle, presente in Italia con un’imminente mostra allo Studio Raffaelli di Trento.

Ed ancora un Paginone di rara suggestione dedicato ad un giovane artista italiano finalista all’ultima edizione del Premio Cairo, stiamo parlando di Simone Pellegrini a cui è dedicata anche una intervista tanto enigmatica quanto illuminante.

Un Calendario Mostre sempre ricco di News e Recensioni accuratamente selezionate per il ns pubblico.

Per finire con la rubrica degli Approfondimenti, curata da Fabrizio Tramontano, che vede protagonisti due giganti dell’arte contemporanea Glegg&Guttman…da non perdere
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“Usciamo dalla saggezza come da un orribile guscio, e gettiamoci, come frutti pimentati d’orgoglio entro la bocca immensa e torta del vento!...Diamoci in pasto all’Ignoto, non già per disperazione, ma soltanto per colmare i profondi pozzi dell’Assurdo!”
F.T. Marinetti 1909.

L’assetto rivoluzionario non soltanto è annunciato ma in completo svolgimento. La rivoluzione industriale, madre indiscussa della era moderna, ha fatto la sua entrata trionfante nella società, portandosi dietro le contraddizioni storiche e sociali tipiche di così drastici e violenti cambiamenti. Tuttavia, non si vuole in questa sede disquisire sugli aspetti profondi di questa complessa epoca storica, piuttosto esaminare, nel modo più esaustivo possibile, un percorso artistico che, attraverso repentini esperimenti concettuali e formali, che partono dai primi anni del ‘900, dove l’apparente supremazia della produzione seriale sul concetto di unicità ed irripetibilità dell’opera d’arte ha sviluppato una corsa da primato del mondo verso il ritrovamento della legittimità artistica, ha proposto diverse soluzioni estetiche, smembrando e ricostruendo e poi ancora demolendo il significato di opera d’arte, scoprendo nuovi campi d’azione e nuove tecnologie, fino ad un più attuale pensiero riconducibile ad una visione assai estesa di opera d’arte che abbraccia una moltitudine di linguaggi diversi e occupa precise dimensioni spaziali, plasmando a suo piacimento -o per necessità- il paesaggio che la ospita.
La ricerca di un’arte nuova che ha partorito un’universale commistione di generi e il generale distacco dalle leggi che la contraddistinguevano fino a quel preciso momento, stimolano l’Essere Umano, artista, ad irrompere in altri spazi che comunemente non appartenevano all’aulica sfera dell’arte, con il risultato di soddisfare sempre di più un bisogno di Conoscenza, da un lato, e il continuo ampliamento dei confini dell’arte stessa dall’altro.
Il movimento Arts and Crafts prima e la novità dell’Art Nouveau,,dopo, che si affacciava su un panorama in continuo e vorticoso movimento, aggiungevano alla funzionalità di un oggetto un qualsivoglia ornamento, con il risultato di un’accentuata caratterizzazione espressiva capace di far risaltare sia la funzione dello stesso oggetto sia la qualità puramente estetica. La grande sensibilità plastica e il gusto per il movimento nonché una ricerca di espressività della funzione attraverso la decorazione, sono il riconoscimento distintivo di una maniera creativa che mira alla elevazione delle arti applicate allo stesso piano delle arti figurative, proponendo l’unità di pittura, scultura e architettura per ricostruire gli oggetti e i “Luoghi della vita”.
L’inarrestabile progresso tecnologico e lo studio di materiali nuovi, nei confronti dei quali gli artisti provavano un certo fascino seduttore, si insidiano in poco tempo in molte pratiche artistiche, acquisendo in tal modo quel plus valore che anima un certo riconoscimento estetico intellettuale che fa sì che un’opera d’arte sia riconosciuta come tale.
Allo stesso tempo si assiste al fenomeno della Massificazione, conseguenza della rivoluzione industriale, che, in campo artistico, agita e sostiene numerose esperienze. Esempio calzante è quello dei Cubisti Praghesi che disegnano mobili e oggetti di uso quotidiano dove la ricerca della funzionalità è superata dalla volontà di creare un’opera d’arte vera e propria.
Una spinta in questa direzione si assiste in primo luogo con il Primo Futurismo e poi con l’arte di Vladimir Tatlin, che proponeva la stretta interazione fra i diversi settori delle arti e l’esplorazione delle proprietà scientifiche e meccaniche dei materiali. Si tratta di un bisogno di compenetrazione tra arte e realtà, del rifiuto delle strutture inutili e la netta negazione dell’arte come pura attività estetica. “Sappiamo che tutto ha una propria immagine essenziale: la sedia, il tavolo, la lampada, il telefono, il libro, la casa, l’uomo. Sono tutti mondi completi, coi loro ritmi e le loro orbite”. A. Pevsner.
Seppur con tecniche e materiali diversi nonché differenti obiettivi estetici, l’intento era dunque sempre lo stesso: un bisogno progressivo di evocare un linguaggio alternativo che potesse adattarsi a qualsiasi spazio e condizione sociale alterando l’equilibrio razionale della comunicazione estetica.
Le sperimentazioni al di là dei tradizionali confini artistici si fondono, almeno concettualmente, nel Bauhaus, “Riunificare in una nuova architettura, come sue parti inscindibili, tutte le discipline artistiche, scultura, pittura, arti applicate, artigianato”. Al Bauhaus si insegnano infatti scultura, pittura, teatro, fotografia, lavorazione dei metalli e del legno, ceramica, tipografia e grafica pubblicitaria, tessitura.
Nonostante abbia avuto vita breve a causa della volontà politica hitleriana che nel 1933 mette a tacere “la parte più impegnata della cultura architettonica europea”, la lezione del Bauhaus, rafforzata dalle esperienze precedenti, sarà fondamentale per la futura ricerca artistica.
Il processo è ormai inarrestabile, i presupposti storici descritti hanno eretto fondamenta solide e stabili difficili da soppiantare nuovamente. La coesistenza di generi diversi, il progresso tecnologico, la sperimentazione di materiali naturali e artificiali, l’attenzione al paesaggio, inteso non solo come natura ma anche come prolungamento della fisicità dell’Uomo, quindi soggetto alle medesime leggi possibilistiche, la riproducibilità tecnica, che si è ormai conquistata un posto autonomo tra i vari procedimenti artistici, diventano ufficialmente parte integrante dell’Arte, motivi di ispirazione intellettuale o protagonisti di dibattiti accesi e ironiche querelle.
Per concludere questa breve dissertazione su alcuni dei più celebri e significativi esempi storico artistici, è doveroso in questo specifico contesto un cenno al movimento del secondo Futurismo, di cui Ugo Pozzo fu uno dei massimi esponenti del gruppo torinese. Si tratta essenzialmente del passaggio dall’azione alla rappresentazione di temi dell’attualità che comporta un atteggiamento operativo applicabile a diverse esigenze espressive e a molteplici campi di produzione, dalla grafica alla scenografia, dall’architettura alla moda, dall’arredo al cinema.
Sebbene una disputa più ampia e dettagliata sia obbligata di fronte ad argomenti di incomparabile spessore e di così alto valore culturale e filosofico, lo scopo è in realtà quello di osservare una di tante possibili riflessioni che giustificano tale scelta espositiva, dove storia e pura contemporaneità, arte e design, attraverso singolari ricerche e compositi materiali, sviluppano un dialogo articolato sull’attuale tema del paesaggio, sprigionando i pensieri più personali allo stesso modo di una denuncia universale.