Viatico (2007-2010) Anno XII Numero 50 novembre - dicembre 2008
La catena genetica del mercato delle pulci
In concomitanza non casuale con Artissima e proprio all’inizio di novembre che a Torino è diventato per antonomasia il Mese dell’arte contemporanea, la Galleria Allegretti Contemporanea propone al pubblico un omaggio a Daniel Spoerri (nato a Galati, in Romania, nel 1930, oggi vive e lavora a Vienna) con una mostra personale che apre i battenti martedì 4 novembre 2008 presentando un lavoro storico del celebre artista rumeno, mai esposto prima d’ora nella sua totalità: La catena genetica del mercato delle pulci. Un accrochage di migliaia di oggetti acquistati da Spoerri al mercatino delle pulci di Parigi, e poi incollati sulle pareti della galleria sopra una “tavola” lunga 100 metri.
Chi conosce Spoerri, certo ricorda lavori analoghi, realizzati, però, con piatti, bicchieri, bottiglie, tazze da caffè, posate e posacenere, lasciati in disordine sopra un tavolo imbandito come dopo un pranzo tra amici, e poi incollati sulla tavola esposta perpendicolarmente alla parete con gli oggetti che aggettano a mezz’aria dal muro, sfidando la forza di gravità e assumendo l’aspetto di un insolito bassorilievo.
Questi Tableaux-pièges, ossia “quadri-trappola”, li aveva apprezzati per primo il noto collezionista e gallerista Arturo Schwarz, andando un giorno d’autunno del 1960 a fare visita a Daniel Spoerri nella piccola stanza dell’Hotel Carcassonne, a Parigi, dove l’artista viveva. Come racconta Schwarz, era arrivato lì appena in tempo, perché Spoerri stava per buttar via quelle opere che ingombravano troppo la cameretta-studio, “impedendogli di fare l’amore”. Grazie all’intelligenza e al fiuto di Schwarz, quelle opere che “intrappolano il caso” vennero poi esposte nel 1961 alla galleria Schwarz di Milano, in quella che fu in assoluto la prima mostra di Spoerri. Il giovane artista rumeno, quelle opere le realizzava per hobby, perché la sua passione giovanile era la danza, e, infatti, dal 1954 al 1957 è primo ballerino allo Stadttheater di Berna. La vocazione artistica viene più tardi, dopo aver conosciuto Duchamp, il geniale fondatore del movimento dadaista.
E, una valenza neo-dadaista c’è in tutti i lavori di Spoerri, realizzati quasi sempre con Objets trouvets, recuperati dalla vita quotidiana; anche se membro fondatore della corrente francese del Nouveau Réalisme, in compagnia di Arman, César, Tinguely e di altri noti artisti francesi, molti dei quali suoi amici, Spoerri è stato messo in relazione con il New Dada dello statunitense Robert Rauschenberg.
Dai due movimenti, tuttavia, Spoerri si distingue perché il suo lavoro è correlato alla sua vita e al rapporto col pubblico. Per questa ragione, potrebbe essere apparentato al Situazionismo, l’avanguardia artistica nata in Piemonte, ad Alba, nel 1957 grazie all’incontro tra il filosofo Guy Debord e artisti come Pinot Gallizio, Piero Simondo e Jorn. Con loro, in verità, Spoerri non ebbe mai contatti precisi, ma esiste un’indubbia affinità elettiva, poetica, dovuta alla volontà di Spoerri di coniugare arte e vita, nell’idea che tutti possano essere artisti e che ogni oggetto possa essere usato per realizzare un’opera d’arte. Non a caso, Spoerri aveva aperto nel 1968 a Düsseldorf un ristorante in cui gli avventori, dopo aver cenato, potevano portarsi a casa il tavolo con gli oggetti incollati nel Tableaux-pièges realizzato lì per lì dall’artista nella galleria Eat Art al piano di sopra .
In queste sue provocazioni, Spoerri è stato anche un precursore assoluto dell’arte oggi definita Relazionale, la tendenza che vede gli artisti operare in stretta correlazione col pubblico, e si dimostra capace di una sottile autoironia, fautore di una tagliente critica non solo alla nostra opulenta società dei consumi e dei rifiuti (realtà attualissima oggi in Italia!), ma persino al Sistema dell’Arte Contemporanea.