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boîte Anno 1 Numero 4 inverno 2010



The last neightborhood standing

Federica Boràgina

Il lavoro site specific e in progress di Alessandro Zuek Simonetti



Scatola d'arte, di studi , d'idee e di altri pensieri


Boîte - numero 04, anno 01, inverno 2009-10

tutta l’arte è stata contemporanea
Luca Panaro / Dall'archivio al database. La logica che governa la fotografia

testimoni oculisti
Federica Boràgina e Gianni Berengo Gardin / La fotografia Vera
Giulia Brivio e Paola Di Bello / Dalla pellicola alla realtà

camera con vista
Federica Boràgina / Alessandro Zuek Simonetti. The Last Neightborhood Standing

locanda dei forestieri
Francesca Chicchio e Marco Donà / vhsdhvkdsahvjkvka

l’albergo delle vespe
Nicolle Dalton / Prima notte in albergo, uno sguardo verso l'alto

aspettando godot
Federica Boràgina e Serena Sinigaglia / A.T.I.R. (Non siamo un’azienda di trasporti)

appunti di viaggio
Silvio Wolf / Horizons

Antonella Scaramuzzino / Steve McCurry. Sud-Est 1980-2009
PALAZZO DELLA RAGIONE (MILANO)

Jacopo De Gennaro / Fotografia Astratta, dalle avanguardie al digitale
MUSEO DI FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA (CINISELLO BALSAMO – MI)

Serena Zacheo / Yayoi Kusama. I want to live forever
PAC PADIGLIONE D’ARTE CONTEMPORANEA (MILANO)

prenditi cura di te stesso
La tua porzione di stelle
Scrobbling: Alessandro Zuek Simonetti

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La libertà dell’irrazionalità
Giulia Brivio
n. 14 primavera 2015

La tua porzione di stelle
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n. 12 primavera 2014

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n. 11 estate 2013

Non ho mai pensato alla Narrative art…
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Alessandro Zuek Simonetti
The last neightborhood standing, 2009

Alessandro Zuek Simonetti
The last neightborhood standing, 2009

Alessandro Zuek Simonetti
The last neightborhood standing, 2009

Chinatown, Manhattan, New York City, Stato di New York, USA, America.
Via Paolo Sarpi, Milano, Lombardia, Italia, Europa.

Otto ore di viaggio in aereo separano questi due posti eppure il parallelismo sembra immediato. Scritte cinesi, rosse, grandi, monumentali. Cosa c'è scritto? Il passante distratto non capisce e si sente smarrito.
Alessandro Zuek Simonetti è italiano, ma vive a New York e spesso passeggia a Chinatown. Tre mondi si intersecano: il suo substrato genetico-culturale, la sua crescita artistica e personale, la contingenza di una cultura millenaria che si insinua in città straniere ed è in grado di piantare radici, ancorate al cemento dei marciapiedi di Manhattan. Stratificazioni diagonali: Cina e Stati Uniti d'America, così lontani, sembrano coincidere, quasi oscurandosi.

«Sono affascinato dalla cultura cinese, è criptica ed ermetica» racconta Alessandro.
Da tale fascinazione nasce The last neightborhood standing un lavoro in site specific e in progress che durerà cinque anni: l'artista ha scelto di documentare la metamorfosi che questo quartiere newyorkese sta vivendo: «ristoranti fancy stanno aprendo accanto ai negozi marci di cianfrusaglie e radici, boutique e club esclusivi spuntano come funghi. È di sicuro la zona in cui si svilupperà un secondo epicentro culturale a Downtown».

L'opera in questione consiste nella pubblicazione di un newspeper fotografico, ogni sei mesi, che racchiude i contributi di abitanti di Chinatown, i quali saranno pubblicati solo in cinese, così come i titoli.
La ricerca di Simonetti ha una profondità semantica significativa: la fotografia non è solo un medium a servizio di un'indagine culturale e sociologica, ma un linguaggio autonomo, un alfabeto visivo con cui l'artista comunica con l'osservatore e fornisce informazioni che testimoniano la metamorfosi del quartiere, colmando il gap comunicativo derivante dalla mancata conoscenza della lingua cinese. Non è sicuramente secondaria la componente evocativa e poetica che accompagna queste immagini: basterebbe osservare queste fotografie e socchiudere leggermente gli occhi per sentire quell'odore acre e invadente che cattura i sensi camminando sui marciapiedi di Chinatown…

Alessandro Zuek Simonetti (1977), artista, vive e lavora a New York. La sua Boîte custodisce una foto di suo padre nelle vesti di pugile, durante un incontro sul ring e una fototessera in bianco e nero di sua madre.