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boîte Anno 2 Numero 6 autunno 2010



ROAMING Off-cell. Si prega di non accendere la luce

Federica Boràgina

Conversazione con Ermanno Cristini e Alessandro Castiglioni



Scatola d'arte, di studi , d'idee e di altri pensieri


Boîte - numero 06, anno 02, ouverture d’autunno 2010


tutta l’arte è stata contemporanea
Elisabetta Longari/ PROBLEMI APERTI DALL’ARTE RELAZIONALE

testimoni oculisti
Piero Gilardi / IL PARCO D’ARTE VIVENTE DI TORINO
Emilio Fantini, Giancarlo Norese, Luigi Negro, Cesare Pietroiusti / LU CAFAUSU. UN LUOGO IMMAGINARIO CHE ESISTE PER DAVVERO

camera con vista
Giulia Brivio e Nico Dockx / L’ECLISSI DELL’OGGETTO, L’ECLISSI DEL SOGGETTO

locanda dei forestieri
Ivano Spano / vhsdhvkdsahvjkvka

l’albergo delle vespe
Nicole Dalton / nldsnvklsnvkls

aspettando godot
Giulia Brivio e Corrado D’Elia / POSSIBILITÀ

appunti di viaggio
Federica Boràgina, Ermanno Cristini e Alessandro Castiglioni/ ROAMING. OFF-CELL. SI PREGA DI NON ACCENDERE LA LUCE
Viviana Pozzoli / GRAZIE HANGAR, Hangar Bicocca, Milano
Maria Villa / NON DI SOLO PANE VIVE L’UOMO, Pastifico Cerere, Roma
Laura Mariani / DAGLI ABBA ALLA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA . Fotografiska, Stoccolma
Francesco Fossati e Fulvio Marinetti Ravagnani / RELAZIONE D’ARTISTA
prendi cura di te stesso
La tua porzione di stelle (a cura di Antonella Scaramuzzino)




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n. 14 primavera 2015

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Brusii
Richard Sympson e Federica Boràgina
n. 11 estate 2013

Non ho mai pensato alla Narrative art…
Anna Valeria Borsari
n. 10 inverno 2012

Un uovo fritto? No, grazie
Giorgio Bonomi
n. 9 primavera 2012


Richard Clements
Untitled, 2010
pelle di pesce, 350 x 110 x 2 cm
ROAMING. The Absence of Everything
Forum Stadpark, Graz
Foto Gerhard Maurer

Al Museo di Villa Croce di Genova Ermanno e Alessandro hanno spento le luci e invitano i visitatori a scovare nel buio le opere degli undici artisti coinvolti.
«L’assenza di visione è qui declinata non come una mancanza, ma come spunto per un processo di visione differente, mentale e dilatato» spiega Ermanno, «la relazione fra le opere avviene attraverso interventi nascosti, una sorta di buio nel buio delle opere della collezione, quasi ad affermare che ciò che c’è da vedere è al di fuori di quello che si vede».

ROAMING è un progetto sperimentale nato nel 2008 da un’idea di Ermanno Cristini con la curatela di Alessandro Castiglioni, volto a indagare lo statuto dell’opera d’arte contemporanea. Il punto di partenza è la consapevolezza che l’opera d’arte non esiste al di fuori di un tessuto sociale: finché l’opera rimane protetta nello studio dell’artista essa mantiene una propria integrità, quasi una condizione a-spaziale e a-temporale, ma una volta che l’opera è gettata nel mondo è coinvolta in un processo che ne espande lo statuto, facendola diventare innanzitutto un’immagine.
«È innegabile che una parte significativa della ricerca artistica contemporanea affermi un bisogno di fisicità e di lentezza» rivendica Ermanno, «il destino dell’opera nella contemporaneità è la sua circolazione sotto forma di immagine e se l’immagine, in qualche modo, ne costituisce la morte, ROAMING palesa questa realtà e si interroga sul concetto di vero come divenire di sé stesso».

Gli artisti coinvolti nelle varie tappe di ROAMING (dalla provincia di Varese a Praga, passando per Parigi, Berlino e Roma per citarne solo alcune) condividono l’idea di opera come elemento ultra-sottile, in cui la fisicità è in bilico fra materialità e immaterialità: l’indagine è rivolta alla dimensione di autenticità dell’oggetto artistico, nella sua dimensione di essere-nel-mondo. Mi sembra interessante focalizzare l’attenzione sull’aspetto relazionale, ossia sul dialogo che si insatura fra gli artisti, il curatore e il pubblico: «il punto di vista dell’artista» spiega Ermanno «consiste nel considerare l’opera come dialogo, come procedimento in divenire»; Alessandro sottolinea: «il curatore, invece, ha il ruolo di rendere fluido questo scambio fra diverse componenti artistiche». Il pubblico percepisce questo scambio, questa dimensione liquida in cui è coinvolto e ne apprezza l’eterogeneità degli artisti coinvolti e il confronto di idee che da questo fluire evapora.

La mostra genovese mi sembra essere una perfetta metafora di quel che è ROAMING: un viaggio nell’ombra, un percorso non illuminato dalle luci della ribalta, più simile a un passaggio fuori sentiero che conduce a un panorama mirabile e inaspettato.
Conclude Ermanno: «In una condizione di “sovraccarico iconografico” com’è quella che caratterizza l’epoca contemporanea, collocarsi nel buio assume la valenza di “interstizio sociale”, perché sul piano conoscitivo postula un’aderenza alla contemporaneità che avviene entro una sfasatura, in ossequio alle tesi di Giorgio Agamben secondo il quale: “può dirsi contemporaneo soltanto chi non si lascia accecare dalle luci del secolo e riesce a scorgere in esse la parte dell’ombra, la loro intima oscurità”(1) ».

Nota
1.G. Agamben, Che cos’è il contemporaneo, 2006-2007



Ermanno Cristini, artista. La sua boîte custodisce un granello di polvere.
Alessandro Castiglioni (1984), curatore indipendente. La sua boîte custodisce dei tarocchi. Per leggere il futuro o più semplicemente, come Calvino, raccontare delle storie.
Federica Boràgina (1986), laureanda in Storia dell’arte all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è co-fondatrice di boîte. La sua boîte custodisce i “Contemporaneisti”.