L'edicola digitale delle riviste italiane di arte e cultura contemporanea

::   stampa  

Arte contemporanea Anno 6 Numero 28 giugno-luglio 2011



Riccardo Guarneri

Stefano Verri

Spazio Luce



bimestrale di informazione
e critica d'arte


SOMMARIO N° 28
54esima Biennale d’arte di Venezia

Toxic – Barzagli
Four Hands
The human functions

Umberto Mariani
Le vesti di Saturno

Bagagli creativi, ovvero:
La Valigia del Nouveau Réalisme

Riccardo Guarneri
Spazio Luce


Kara Walker
A negress of noteworthy talent

Intervista all’artista
Berlino80

Pittura irruente di Berlino
Conversazione con Helmut Middendorf e Bernd Zimmer

Sinta Werner
L’illusione bidimensionale

Alain Arias Misson
The pubblic poem extension program

L’arte immateriale di Franco Paletta

Claude Viallat

Sergio Ragalzi
La mosca bianca

Francesco Somaini
Lo scultore del frammento

Paolo Scirpa
L’utopia praticabile

Fritz Baumgartner
Il vuoto nella pittura

Entrando nell’universo
di Anna Seccia

Ruggero Savinio
e l’età dell’oro
Conversazione con il Maestro

La nuova astrazione
di Lucia Corbinelli

Chi ci salverà dai messia?
Protagonisti dell’arte africana
contemporanea

Libri d’arte

Eventi Flash

Risultati d’asta 2010/2011

Mostre in Italia
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

Nelio Sonego
Diego A. Collovini
n. 38 dicembre 2015 - gennaio 2016

Riccardo Guarneri
Diego Collovini
n. 37 gennaio-febbraio 2015

Arturo Carmassi
Diego Collovini
n. 36 marzo-aprile 2014

Claudio Verna
Diego Collovini
n. 35 novembre-dicembre 2013

Gianfranco Zappettini
Diego Collovini
n. 34 giugno-luglio 2013

Maurizio Cesarini
Katiuscia Biondi Giacomelli
n. 33 febbraio-marzo 2013


Riccardo Guarneri
Campi grigi sovrapposti, 2008
grafite su tela,180x140 cm

Riccardo Guarneri
strutturale obliquo con due inclinate, 1964
grafite su tela, 100x85 cm

Riccardo Guarneri
foto Marco Mandolini
Senigallia 2011

Le ampie e luminose sale del cinquecentesco Palazzo del Duca di Senigallia fanno da sfondo alla mostra antologica di Riccardo Guarneri. Un cortocircuito tra antico e contemporaneo in cui una selezione di tele e opere su carta danno la possibilità di ripercorrere il lungo cammino fatto di poesia e pittura affrontato da Guarneri dalla metà degli anni Sessanta ad oggi. Esponente di punta di diversi gruppi protagonisti di quella rivoluzione silenziosa, pacata ed elegante che ci ha traghettato verso una nuova concezione della pittura in cui il rifiuto della figura ha reso protagonista della rappresentazione la purezza del segno, della linea, dello spazio e della luce, Guarneri diventa il punto di partenza di una riflessione profonda sul significato stesso di dipingere.
La sua ricerca si rivolge quindi verso una “[...]sintassi della pittura, del medium pittorico, annullando qualsiasi rappresentazione intesa come messaggio o come figurazione. Peso del colore, tensione ed equilibrio di linee, questioni di luce ed ombra, dissolvenze del colore-forma nella luce” , ed il suo intento, come egli stesso afferma, è quello di “[...] avvicinarsi alla sintesi tra il vissuto ed il pensato attraverso la pittura, scoprire quella tensione che ti permette di arrivare all'espressione.”
La grafite, per prima definisce lo spazio attraverso una giustapposizione di segni che mette in risalto la texture del supporto di tela, poi arriva la fascinazione dei rigori geometrici, con le figure che si combinano rigorosamente sulla superficie annientate successivamente dall'acquerello che macchia la superficie e il segno calligrafico che percorre la tela, ma ogni momento è accomunato dall'attenzione preziosa per i materiali e da una profonda coscienza della pratica della pittura.
Così la luminosità delle opere immerse in una candida nube di bianchi assoluti o risultato di delicate sovrapposizioni di colori aurorali, diventano quasi evanescenti. I materiali stessi ridonano questo senso assoluto di leggerezza come le soffici carte cotone acquerellate o le impalpabili carte giapponesi che a partire dalla fine degli anni Settanta vengono applicate alle tele per dar vita ad una nuova sperimentazione.
Nella lunga carriera di Guarneri ogni fase diventa un'acquisizione e non un rifiuto della precedente, ogni passaggio estetico rappresenta un arricchimento che si nota in particolare negli ultimi lavori dove gli stilemi e le fascinazioni dei primi anni tornano a ricomporsi alle ultime sperimentazioni con una sintesi di straordinaria coerenza “mi capita così di chiedermi cosa posso inserire in una tela già avviata, e automaticamente mi è presente nella coscienza tutto il mio repertorio. Immagino così di inserire una macchia o una calligrafia o una linea. Combino esperienze diverse, tutto quello che ho acquisito nel corso della mia ricerca, senza avvertire contraddizione” .
Spazio Luce, mostra antologica di Riccardo Guarneri, si inserisce in un lavoro di ricognizione operato dal Museo Comunale d'Arte Moderna e della Fotografia di Senigallia rispetto alle esperienze pittoriche italiane degli anni Settanta. In occasione della mostra abbiamo incontrato l'Assessore alla Cultura del Comune, Stefano Schiavoni.

Stefano Verri: L'esposizione dedicata a Guarneri segue temporalmente la mostra dedicata lo scorso anno allo stesso Guarneri e ad altri pittori attivi negli anni Settanta ed accomunati dalla volontà di rifondare una nuova teoria della pittura, ce ne vuole parlare?
Stefano Schiavoni: La mostra di Riccardo Guarneri è una prosecuzione naturale di Struttura-Pittura, evento espositivo nato dalla volontà di raccogliere in una unica esposizione i più importanti esponenti di alcuni gruppi di artisti che negli anni Sessanta e Settanta uscirono dall'informale per dar vita alle esperienze di Pittura pittura, Pittura Analitica, Nuova Pittura ed altri, un modo per riaccendere un faro su un momento di estremo interesse dell'arte italiana. L'esposizione di Guarneri rappresenta, quindi, solo la prima di una serie di mostre personali che tra questo ed il prossimo anno animeranno il clima culturale ed artistico di Senigallia, che, mi auspico, possano diventare una nuova occasione di studio e di diffusione di un momento artistico, a mio avviso, particolarmente fecondo.

S.V: Senigallia non si caratterizza quindi solo come Città della Fotografia ma tende a diventare Città dell'Arte Contemporanea …
S.S: Decisamente, Senigallia ha tutte le potenzialità per diventare una città per l'Arte Contemporanea intesa non soltanto come fotografia, ma interpretata in tutte le sue varianti e possibilità. Cavalli, Giacomelli e la Scuola del Misa hanno creato in questa città della costa adriatica un clima di estremo favore e sensibilità nei confronti dell'arte. Qui è nato, nei primi anni Ottanta uno dei primi Musei della regione dedicati completamente al contemporaneo, con un ruolo che non è soltanto espositivo ma che spazia nella ricerca, nella documentazione, nella catalogazione e nella diffusione dell'arte. Il Museo d'Arte Moderna e della Fotografia, con il quale porto avanti questo ed altri progetti dedicati all'arte contemporanea e la continua ricerca di nuovi fondi e di nuove collaborazioni rappresentano quindi uno strumento fondamentale per raggiungere lo scopo.

S.V: Nei prossimi anni è previsto il trasferimento del Museo in un nuovo sito può darci qualche anticipazione?
S.S: Il Museo d'Arte Moderna e della Fotografia in trent'anni di attività ha raccolto una ingente quantità di materiali documentali e opere frutto di generose donazioni, ma solo una piccola parte è visibile a causa dell'attuale scarsa disponibilità di spazio. Per questo mi sto adoperando per portare il Museo in una nuova sede più consona dove poter almeno triplicare la superficie espositiva. Lo stesso progetto di Pittura Struttura nasce in previsione del trasferimento, una sala del nuovo Museo sarà infatti dedicata alla pittura degli anni Sessanta e Settanta, grazie alle donazioni degli artisti invitati per il progetto.