Virus (1994 - 1998) Anno Numero 10 gennaio 97
Il padre del terribile Alien, del mostro di viscere di Poltergeist e degli invertebrati desertici di Dune anticipa il futuro
Che aspetto avrà l'uomo del futuro?
L'uomo del futuro sarà apparentemente simile a noi, ma corazzato come un panzer. Sarà come l'eroe di Dune, capace di sopravvivere nel deserto grazie a una tuta di pelle biologica che ricicla il sudore come nuova risorsa idrica. Mi trovo a lavorare alla fine di questo secolo, e parlo di mostri: qualche volta sono solo piccole invenzioni, giochi di connessioni possibili tra uomo e macchina, tra organico e inorganico, naturale e sintetico, reale e virtuale. Opposti semplicissimi che aprono però possibilità infinite alla sperimentazione 'in figure'.
Ma perchè la fiction televisiva e cinematografica propone creature così diverse da noi?
Perchè paradossalmente l'uomo non è adeguato al mondo in cui vive; ha troppo caldo o troppo freddo, non può toccare il fuoco, non è capace di respirare in acqua. Sta bene solo nel suo continente, all'asciutto, e la natura non gli ha dato alcun equipaggiamento per godere del mondo tutto intero, per viverne ogni stato fisico. Questo lo condiziona fisicamente e dunque mentalmente. E' nudo, e
a dispetto di ogni lettura creazionista dell'universo non è "ben fatto". Probabilmente la prossima evoluzione biologica sarà nello sviluppo di una doppia pelle, molto più spessa della nostra, che ci possa difendere da ogni cambiamento
climatico. La fiction, quando non estremizza, anticipa questa evoluzione.
E' forse che la fiction crea quello che l'uomo desidera e non possiede, ossia la capacità di mutazione genetica rapida, mostruosa forse, ma efficace?
Assistiamo oggi ad un grande impegno della creatività in visioni futuribili, sembra che le forze creative di tutto il pianeta siano concentrate sulle previsioni di un nuovo scenario: la musica produce suoni più simili ad ultrasuoni, i film raccontano di invasioni da o su altri pianeti, i fumetti
regalano spettacolari viaggi allucinanti simili a incubi o sogni. E' evidente che alla fine di un secolo ci sia l'esigenza di una grande 'prova generale'. Dobbiamo esercitarci molto oggi per essere più preparati per quello che sta arrivando. Se si prevede il tempo e l'ora, farà meno paura quando accadrà davvero.
Sembra una strategia di guerra.
Al contrario, perchè la guerra rende incerto il futuro. La guerra non prepara mai un'evoluzione, almeno questo sembra che l'abbiamo imparato. La guerra non consente previsioni per l'umanità, nè statistiche scientifiche o biologiche; semplicemente c'è chi sopravvive, e chi no. In questo stato di pace apparente, invece, il futuro è più grande, perchè sta arrivando per tutti.
Alien si ispira alle nostre paure? Quale è stato il percorso della sua genesi?
Ho avuto l'incarico di lavorare ad Alien e il suo ambiente vitale, le sue architetture e le sue uova, solo dopo averle già concepite. Il film mi ha consentito una trasposizione cinematografica delle creature già presenti in Necronomicon, una pubblicazione illustrata realizzata a Parigi nel 1977. Ridley Scott ha giustamente trovato che questi alieni contemporanei potessero impersonare il suo soggetto cinematografico, in particolare il Necronom IV e
il V, completamente cieco. Le funzioni e le caratteristiche che Alien doveva avere erano perfettamente descritte nel copione, e il mio rapporto con Ridley Scott è stato perfetto. Anche lui nasce come artista, ed è stato allievo di David Hockney alla scuola d'arte di Londra. Abbiamo lavorato in Inghilterra fianco a fianco per sette mesi e non ho avuto alcuna difficoltà se non quella, forse, di comprendere il copione in inglese, perchè la mia lingua madre è uno strano ibrido di svizzero e tedesco che conosciamo in pochissimi sulla terra, quasi una lingua per agenti dei servizi segreti.
Quali "parti" dell'umano non possono essere sostituite dalla macchina?
Posso solo rispondere fino ad oggi, perchè proprio grazie alla concentrazione sulle prove generali di fine secolo di cui ho parlato prima, domani potrebbe esserci segnalata un'altra evoluzione. La mente e i suoi meccanismi, in particolare la memoria ed il suo costituirsi immediatamente bagaglio di esperienza riutilizzabile, insieme al mistero della riproduzione, sono ancora
irriproducibili artificialmente. Nemmeno il fegato e, sembra un dettaglio da poco, alcuni scienziati mi dicevano che l'assoluta irriproducibilità di questa parte del corpo è determinante per la creazione di un essere post-umano. Grandi passi invece sono già stati fatti sul codice genetico, da cui dipendono moltissime malattie e la vecchiaia.
Quali sono i rischi della realizzazione di questo sogno virtuale? Cosa perderemo e cosa acquisteremo?
Nessuno può dirlo con certezza. Le mie creature biomeccaniche hanno una parte di invenzione e una di realtà, ma la parte inventiva sfocia spesso in una critica
sociale, e dunque molto, molto umana. Nel mio soggetto per una fiction cinematografica c'è un esercito di creature biomeccaniche create appositamente per la schiavitù, ma anche se sintetici loro sono schiavi, e come tutti gli schiavi desiderano una cosa sola, liberarsi dal potere imposto. Sono esseri 'diagonali', braccio destro collegato a gamba sinistra e viceversa; al centro delle diagonali, il loro nucleo vitale, un computer che sostituisce il cervello. Li ho creati pensando a quando si invecchia: braccia e gambe continuano relativamente ad essere attivi, comunque più del cervello, che lascia il campo
prima.
Vale la pena perdere le debolezze per una invulnerabilità non più umana?
Non lo so. Posso dire solo che sarei felice se tutto quello che ho disegnato non si realizzasse mai.