di Elena Malara
Il primo giorno di apertura al pubblico intensifica la dinamicità dei tre giorni di vernice: la mostra è densamente popolata, il fitto calendario di opening ed eventi incita il frenetico attraversamento di campi, fondamenta, calli e salizade tra veloci sguardi alle mappe e il rapido sfogliare delle numerose e imbottite guide gratuite.
Lo sguardo ampio e trasversale del grande pubblico si avvicenda alle analisi dei professionisti di settore dei giorni precedenti; i dialoghi afferrabili nel fitto scorrere della folla introducono tematiche più pop e una lettura più frammentata, ma si può intuire un'affinità con le impressioni espresse dal selezionato pubblico della vernice.
L'essenza di questa Biennale ha colpito i professionisti del settore e il pubblico odierno con un analogo meccanismo: la nota di testa presenta al primo sguardo una curatela dalla forte connotazione politica, attenta ai fatti di cronaca e all'attualità internazionale; questa prima lettura viene però messa in discussione dalla peculiare esperienza estetica e sensuale che la selezione delle opere proposta provoca allo spettatore, in una nota di cuore che fa presto accantonare l'etichetta di mostra politica precedentemente affibbiata; la nota di fondo del dubbio di non aver del tutto compreso il carattere della manifestazione si amplifica man mano che si procede nella visita, dove queste due dissonanti sensazioni si urtano in un tentativo di incastro perfetto.
Nelle sue prime 84 ore di vita, la Biennale di Venezia 2015 ha già provocato letture ed interpretazioni discordanti o del tutto antitetiche; lo stesso Okwui Enwezor non ha precedentemente aiutato nel dipanare la matassa, affermando come la mostra è sì politica, ma non tanto nella volontà di illustrare uno spaccato contemporaneo del mondo, quanto nel voler affiancare le diverse letture che artisti di differenti nazionalità hanno restituito delle realtà sociali e culturali attorno a loro.
Il titolo, "All the world's futures" dà la chiave per decifrare il messaggio insito nella manifestazione, un mosaico di letture dell'oggi prodotti da artisti osservatori della propria realtà o di panorami a loro affini, capaci con efficacia maggiore o minore di proiettare lo sguardo dello spettatore un po' più in là, nelle impressioni dei possibili paesaggi futuri percepibili dalla loro sensibilità è offerte alla lunga elaborazione del pubblico. Quale sarà l'esito di questo processo, lo potremo verificare nei prossimi mesi.