Schizzi e visioni preliminari del progetto
Ricerca della terra
Francesco e Emanuele visti da Gaspare, il fido destriero
Completamento della struttura in salice sull'albero centrale di Piazza Vittorio Veneto
Allestimento della struttura in salice sull'albero centrale di Piazza Vittorio Veneto
Un momento della realizzazione di Tüc as ciamumma Cosimo, dal votï. (Tutti ci chiamiamo a volte Cosimo), 2011, rifugio sull'albero in terra cruda.
Tüc as ciamumma Cosimo, dal votï. (Tutti ci chiamiamo a volte Cosimo), 2011, rifugio sull'albero in terra cruda.
FRANCESCO BERTELE' e EMANUELE CAVALLO
8 agosto - 21 agosto 2011
Tüt quant as ciamuma Cosimo, a vöte.
(Tutti ci chiamiamo a volte Cosimo)
Laboratorio per la costruzione in terra cruda
Piazza Vittorio Veneto
Una casa sull'albero. Anzi, su un platano, che è al centro di Frassineto Po.
Seduti sotto l’albero siamo in una decina. “Per due
settimane abbiamo parlato bene di qualcosa che avevamo
sotto gli occhi, e non male di qualcuno che non
c’era”. A. ride. Vuole appoggiarci i piedi dentro. Salirci è
una piccola sfida. Stare sospesi una possibilità. È un nido
di paglia e terra, tenuto da un’ossatura di rami di salice.
Sembra una secrezione dell’albero. Chiedo a loro di
descriverla per me, perché non chiedono più a cosa
serve, perché mi raccontano di antiche costruzioni in
terra, perché da sotto gli occhi vedono anche dentro e
ci si chiede se da lì si veda lontano. Sono divertiti, e
imparo che la gratitudine sta tra il lavoro preciso e
costante e la gratuità dell’azione. Restano i ritratti dei
paesani sotto il nido. La possibilità di abitare la casa. Per
noi un invito a ritornare e essere ospiti.
Paola Monasterolo
"Chiusi nell'essere dovremo sempre uscirne; appena usciti dall'essere dovremo rientrarvi. In tal modo nell'essere tutto è circuito, tutto è rigiro, tutto è ritorno, discorso, tutto è uno sgranarsi di soggiorni, tutto è ritornello di strofe senza fine."
(da La dialettica del fuori e del dentro, di G. Bachelard)
Costruirsi la casa con la terra del suolo su cui si cammina, unendola a fibre vegetali ed acqua è un avvenimento antico che l’uomo non ha ancora smesso di far accadere in molte parti del mondo.
La casa sull’albero è un nido per l’uomo che vuole osservare il mondo da una differente prospettiva, meditare, amare.
E’ costruita con le mani ma anche con i piedi, le spalle, i gomiti, esclusivamente per Quell’albero.
Ho pensato che è come se fosse l'albero che gioca con la creta, la tiene tra le sue braccia, la modella. Il vuoto tra i volumi dell'albero è tutta materia da esplorare per noi...
Poi ho pensato alla bellezza che deve avere l'interno, al madreperla, all'essere liscio ed accogliente. Ho pensato ad un nido che viene creato strutturalmente prima e poi adattato dall'uccello con il corpo alle sue forme. sai quando si strofina e vi si accovaccia? ho pensato che sarà a misura del nostro corpo. Ed ho immaginato che deve essere anche aperto sull'esterno, avere delle aperture che tutelino l'intimità ma allo stesso tempo si collegano con il fuori, ti fanno sentir parte di tutto.>>
Da un dialogo tra gli artisti
“Ho già detto che sugli alberi noi trascorrevamo ore e ore, e non per motivi utilitari come fanno tanti ragazzi, che ci salgono solo per trovar frutta o nidi d’uccelli, ma per il piacere di superare difficili bugne del tronco e inforcature, ed arrivare più in alto che si poteva, e trovare bei posti dove fermarci a guardare il mondo laggiù, a fare scherzi e voci a chi passava sotto.”
Da ‘Il barone rampante’ di Italo Calvino
I MATERIALI USATI
⋅ Paglia
⋅ Canne lacustri (Arundo donax)
⋅ Rami di salice (Salix viminalis)
⋅ Terra (argilla)
⋅ Sabbia del Po
⋅ Cera d'api
⋅ Olio di lino
⋅ pigmenti minerali
⋅ Caseina: prodotta con latte scaduto
⋅ Calce