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Inside Art Anno 5 Numero 49 dicembre 2008



Non è un Natale per vecchi

Prete, Salviati, Sassoli De Bianchi

Il nuovo avanza: da Londra a Roma la Cina impazza durante le feste



The Living Art Magazine


LIVING ART
Notizie Resca, da Mc Donald’s alla superdirezione di Zoe Bellini 6
Visto da Il tempo oltre la siepe di Ornella Mazzola 11
In cartellone Expo mondo di Silvia Bonaventura 12
Expo Italia di Martina Altieri
Copertina Cina contemporanea, da rivoluzionari a ribelli di Maria Luisa Prete 17
La sbornia del successo di Filippo Salviati
Paradiso made in China di Lorenzo Sassoli de Bianchi

Primo piano Luisa Rabbia: la natura del corpo, il rumore della vita di Maurizio Zuccari 22
Eventi & mostre Valerio de Berardinis, una maschera infantile di Giorgia Bernoni 28
William Kentridge, un sudafricano a Venezia di Carmen Lopez del Valle
Musei & gallerie Man, il futuro è nel passato di Annarita Guidi 32
Fondazione Manzù, l’artigiano dell’anima di Massimo Canoro 36
La Veronica, giovani, globali e oltre di Anita Tania Giuga
Vernissage Le inaugurazioni in Italia di Annarita Guidi 40
Indirizzi d’arte Le esposizioni in Italia di Maria Luisa Prete 42
Foto & video Gli scatti da non perdere di Giorgia Bernoni 48
Lo spettacolo sale sul podio di Giorgia Bernoni 50
Cento giorni, immagini dalla storia di Anna Carone
Leggere strutture, nuovi spazi alle idee di Giulia Cavallaro
Talenti emergenti Andrea Martinucci, la rivoluzione ha 17 anni di Simone Cosimi 56
Inchiesta L’arte e i bambini, un gioco da ragazzi di Melissa Mattiussi 60
Mercato & mercanti Art for business, affari e cultura di Silvia Moretti 66
Aste, moderno ma non solo di Elida Sergi
Formazione & lavoro Idee Maxxi per l’arte di Laura Andrenacci 70
Catania, non solo bancarotta di Mattia Marzo
Mipiacenonmipiace Oltre la linea di Aldo Runfola 74

MATERIAL ART
Architettura Polo Lucchese, un laboratorio biosensibile di Lucia Bosso 76
David Fisher, il grattacielo mutante di Laura Andrenacci
Metropolis J. K. place, Firenze dentro e fuori di Sophie Cnapelynck 80
Design & designer Sport design, oggetti da sfidare di Maria Grazia Sorce 82
I migliori loghi d’Italia di Tobia Merlo
Esercizi di stile di Chiara Perazzoli

ABOUT ART
Parole d’artista In viaggio sulle vie della seta un fotoracconto di Sissi 86
Letture & fumetti Nutrimenti, se quel Gog è così pop di Simone Cosimi 88
Lavieri, fra poesia e sperimentazione di Checchino Antonini
Musica & visioni Gabriele Salvatores, nel nome del padre di Annarita Guidi 92
La storia della bambola abbandonata, favola per adulti di Elena Mandolini
Fabrizio Giannini, la fabbrica dei fenomeni di Simone Cosimi 96
L’opera benedetta La rinascita di Saulo di Benedetta Geronzi 98



ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

Quattro cavalieri in cerca d’autore
Maurizio Zuccari
n. 92 dicembre 2012

Lunga vita alle pin up
Serena Savelli
n. 90 ottobre 2012

La modernità come distacco
Félix Duque
n. 89 settembre 2012

L'estate che verrà
Maria Luisa Prete
n. 88 luglio-agosto 2012

Cultura:un manifesto per ripartire
Maurizio Zuccari
n. 85 aprile 2012

Mastromatteo. Il paesaggio in superficie
Maria Luisa Prete
n. 83 febbraio 2012


Bay Yiluo
Civilization, 2007

Sun Yuan e Peng Yu
Old person Home, 2007

Sun Yuan e Peng Yu
Angel, 2008

Da rivoluzionari a ribelli
L’arte contemporanea cinese in bilico fra talento e mercato
Di MARIA LUISA PRETE

Nei discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte, Mao ebbe a dire: «Nel mondo contemporaneo ogni cultura, ogni letteratura e ogni arte appartiene a una classe determinata e si rifà ad una ben definita linea politica. L’arte per l’arte, l’arte al di sopra delle classi, l’arte che si sviluppa fuori della politica e indipendentemente da essa, nella realtà non esiste. La letteratura e l’arte proletarie sono parte di tutta l’azione rivoluzionaria del proletariato, o, come ha detto Lenin, sono “una rotella e una vitina” del meccanismo generale della rivoluzione». Tradotto: l’arte al servizio del popolo e della “causa”. Era il lontano 1942: altri tempi, altre idee, altri uomini. Oggi la cultura sposa valori diversi, di un materialismo che con la dottrina comunista ha poco a che vedere. Mentre il libretto rosso, ben impolverato, riposa timidamente nella libreria di famiglia, i giovani artisti cinesi ostentano ormai solo forme più o meno velleitarie di ribellione. Smessi i panni dei rivoluzionari, inseguono la cultura occidentale (e la sua opulenza) come rapiti dal suono ipnotico di un pifferaio magico. Così capita che magnati del calibro di Charles Saatchi decidano di inaugurare la galleria più grande d’Europa con una collettiva di talenti dagli occhi a mandorla: alcuni bravi, altri meno. L’operazione funziona e porta visibilità e soldi, tanti. La Cina si impone e vuole esprimere la sua nuova identità, acerba e legata ancora al passato. Irrompe in un mercato globalizzato ed è già preda della sua corruzione. Arriva l’eco anche in Italia con mostre e proposte artistiche interessanti. Uno degli estimatori e pioniere della nuova arte contemporanea cinese, Lorenzo Sassoli de Bianchi, patron della Valsoia e presidente del Mambo di Bologna, celebra in un volume una produzione artistica sempre in bilico fra tradizione e aperture ardite all’occidente. Da parte loro, gli artisti cinesi purtroppo vendono a cifre esorbitanti. E di questo il caro vecchio Mao non sarebbe stato troppo orgoglioso.


La sbornia del successo
Dopo una crescita eccessiva, il mercato cinese rischia la bolla speculativa
Di FILIPPO SALVIATI*

Anche se il mercato dell’arte orientale, antica come moderna, ha retto sostanzialmente bene in questi ultimi mesi segnati dai terremoti occorsi nella finanza mondiale, sono in molti a temere che la prossima bolla speculativa destinata a scoppiare sia quella dell’arte cinese contemporanea. Non perché manchino artisti internazionalmente apprezzati e riconosciuti da tempo che hanno fatto la storia, seppur breve e recente, dall’arte “sperimentale” cinese degli ultimi trent’anni – tra i quali Huang Yong Ping, Huang Rui, Zhang Peili, Yang Fudong, Liu Jian-hua, giusto per citare alcuni tra i nomi ormai familiari
anche al pubblico italiano – ma perché il giovane e promettente mercato è stato segnato da una crescita rapida ed eccessiva delle quotazioni di molti artisti, spinti al rialzo dalla febbre per la nuova arte cinese scoppiata tra gli acquirenti occidentali soprattutto da quando la Cina ha cominciato ad essere uno dei protagonisti di rilievo dello scenario internazionale. Se a questo si aggiungono speculazioni analoghe a quelle del mercato azionario – acquisti consistenti di opere rivendute a breve distanza di tempo, operazioni effettuate dietro le quinte per spingere al rialzo nelle aste determinati artisti – e la oggettiva, scarsa qualità di molte opere offerte in vendita, elemento che spesso tradisce la velocità con cui, soprattutto i nuovi pittori cinesi, realizzano i loro lavori per soddisfare la crescente richiesta del mercato, è logico quindi attendersi un assestamento fisiologico” del mercato e a una conseguente focalizzazione degli acquirenti sugli artisti e sulle opere davvero significative. Come afferma Zhang Huan, celebre artista e performer che si divide oggi tra New York e Shanghai in una recente intervista rilasciata a The Asian Art Newspaper, «acquistare e vendere opere d’arte fa parte del gioco e il mercato va avanti per cicli, tra alti e bassi: fino a che non abbia raggiunto la maturità e stabilità necessarie, è inevitabile che si sperimentino fasi di caos e disordine». E in Cina, dove questo mercato è stato fino ad oggi praticamente assente, cosa sta accadendo? Qualcosa di molto interessante, che dimostra come le autorità cinesi, una volta raggiunto l’obiettivo del miglioramento della crescita economica del paese, stiano adesso muovendosi in una direzione del tutto nuova: quella della valorizzazione dei propri talenti artistici, consapevoli del fatto che la cultura e l’arte possono essere formidabili strumenti per rafforzare il ruolo di leadership che il paese estremo-orientale si propone per l’immediato futuro. Ecco dunque spiegato l’interesse verso spazi creativi quali il celebre “798” ormai promosso a vetrina ufficiale dell’arte contemporanea cinese anche tramite l’acquisto e la ristrutturazione degli ultimi spazi rimasti disponibili nel gigantesco complesso ex-industriale alla periferia di Pechino; o l’affidare a nomi di spicco della scena internazionale eventi di vasta risonanza, come la direzione artistica della cerimonia di apertura e chiusura dei recenti giochi olimpici curata dal regista Zhang Yimou mentre Cai Guo Qiang – al quale il Moma di New York ha recentemente dedicato una retrospettiva – ha concertato, nella stessa occasione, gli spettacolari effetti pirotecnici. In questo senso, uno dei segnali più forti è stata la recente decisione di nominare Xu Bing – uno dei più famosi artisti cinesi del momento e tra coloro che lasciarono il paese natale dopo i tragici fatti di Tiananmen, nel 1989 – vicepresidente dell’accademia nazionale di Belle arti: un incarico indubbiamente dalla forte valenza politica, quando si pensi che questa istituzione, sin dai tempi della Cina maoista, è stata sia il luogo dove si è prodotta l’arte “ufficiale” in linea con le direttive del partito ma dove si sono anche formati alcuni dei migliori talenti artistici della Cina odierna e dove sono state organizzate alcune delle mostre che, dalla fine degli anni Ottanta, hanno fatto la storia dell’arte cinese contemporanea.

*docente di Storia dell’arte dell’estremo Oriente alla Sapienza


Un grande spazio gratuito rivolto al nuovo
Il fenomeno SAATCHI GALLERY
Di ALESSIO DE GRANO

L’intento è grandioso: esporre opere di artisti che, fino ad ora, non sono stati presi nella dovuta considerazione dal mercato dell’arte contemporanea. E così a Londra è possibile visitare una galleria, tra le migliori al mondo, nell’elegante quartiere Chelsea, all’ombra dello sfavillante centro commerciale Arrows. La Saatchi gallery propone un progetto di democratizzazione dell’arte, un museo visitabile gratuitamente, puntando a coinvolgere il maggior numero di persone anche perché è il sistema delle sponsorizzazioni che regge il gioco. A mettere insieme le parole “Saatchi”, una tra le aziende più grandi al mondo del settore pubblicitario e di marketing, “sponsor” e “democratizzazione” sembra quasi che il cerchio si chiuda male. Appare insomma che anche questa volta il tentativo di “democratizzazione” risulti una facciata, neanche tanto limpida, di un progetto rivolto al mercato. Però la mostra, curata nei minimi particolari, è di sicuro impatto. “The revolution continues: New art from China” racconta 24 artisti cinesi che stanno plasmando il mercato. D’altronde appare chiaro che la Cina è il nuovo traguardo dell’arte contemporanea. Considerato che solo qualche anno fa Pechino poteva contare su un numero esiguo di gallerie, centri d’arte, studi, musei, fiere e manifestazioni artistiche, ad oggi la situazione è totalmente mutata e anche gli artisti hanno beneficiato del cambiamento. Entrando nella galleria londinese si può apprezzare la città monumentale e post apocalittica di Lu Wei, fatta di bastoncini per cani, uno spettacolo che racconta la storia come rappresentazione su cui affondare i denti, o lo straordinario quadro di cenere d’incenso a rappresentare i contadini cinesi al lavoro nei campi, o gli anonimi visi di Zhang Xiaogang che illustra come sia impossibile per il governo cinese creare un cittadino ideale. Angeli caduti, dittatori sulla sedia a rotelle trattati come rottami della storia, scheletri di creature mitiche e quadri political pop: senza dubbio una mostra in grado di attrarre l’attenzione di molti. Siamo certi che oggi la Cina nel mondo dell’arte sia uscita allo scoperto, o siamo stati noi occidentali a farla venire fuori con il vecchio metodo della “Cocacola”? Fino al 25 gennaio, Duke of York’s Hq King’s road, Londra. Info: www.saatchi-gallery.co.uk


Paradiso made in China
Ogni artista raccontato nel libro cerca di imitare il cielo e la terra
DI DAVIDE SASSOLI DE BIANCHI*

La concezione di questo volume nasce dalla sentita necessità di approfondire criticamente il lavoro e la ricerca di un gruppo eterogeneo di artisti che hanno in comune una grande vitalità di espressione, accompagnata da una ricerca dinamica e profonda. C’è, inoltre, una costante nel lavoro di questi artisti: la tensione a porsi davanti al mondo facendosi specchio, quasi a voler riflettere il cielo, la terra e tutti gli esseri. Ciascuno di essi Persegue, attraverso la pittura, quella particolare condizione dello spirito che cerca di afferrare, nella loro verità, le leggi universali. Ogni pittore presentato in questo libro cerca di imitare, con fedeltà, il cielo e la terra, cioè lo spirito e il mondo materiale di ogni giorno, estendendo il proprio pensiero a tutto senza pensare a nulla, lasciando che le immagini nascano senza farle nascere, facendo agire la natura e il tempo. Essi vogliono dimenticare se stessi, fondersi nel cosmo, come tutte le acque escono dal mare senza mai svuotarlo, come tutti gli esseri umani escono dal principio e ritornano ad esso, fondendo il proprio spirito con la luce, il proprio corpo con l’universo. Ciascuna esperienza artistica diventa, così, unica, perché non può essere spiegata con la comune logica e racchiude in sé fatti che suggeriscono la presenza di qualcosa d’irrisolvibile col raziocinio.
Sono immagini che conducono, in modo spontaneo, alla rivelazione di una dimensione altra non definibile operando, da un lato, attraverso una serie di paradossi, contraddizioni e irrazionalità (cielo), dall’altro in intima connessione col nostro vivere quotidiano (terra). Ho sentito, perciò, la necessità di testimoniare visivamente anche la condizione fisica in cui gli artisti lavorano, pennello in mano, in un corpo a corpo costante con grandi e piccole tele, contemplando le umane passioni, le sofferenze e le follie del nostro tempo, dando, così, vita e significato, attraverso la pittura, anche a ciò che a noi appare privo di senso. Insieme a Roberto Serra, autore delle belle immagini di questo volume, abbiamo compiuto un viaggio di grande interesse e intensità nel ventre colorato degli studi di Pechino e Shagai.

*estratto dal volume From Heaven to earth, cortesia Damiani editore


LA MOSTRA/1
Visioni per inciso
Ruggero Rosfer e Shaokun. Fotografo italiano, lui. Giovane artista cinese, lei. Insieme, creano un ponte tra fotografia e arte, Italia e Cina, Occidente e Oriente. In mostra la loro inedita produzione artistica nata da una profonda, complice collaborazione. Unendo la tecnica fotografica a quella dell’incisione, Ruggero Rosfer e Shaokun riflettono sulla Cina contemporanea, le dinamiche del potere, l’importanza dell’individualità. Le immagini, svelano la sovrapposizione e il risultato alimenta visioni che interpretano un contesto culturale contemporaneo ricco di contraddizioni, dove passato e presente continuano a intersecarsi. Fino al 18 gennaio, Fabbrica Eos, piazzale Baiamonti 2, Mi l ano. Info: 026596532; www.fabbricaeos.it.

LA MOSTRA/2
Endless dreamers
Endless dreamers è la prima personale in Italia dell’artista cinese Ma Liang. Fotografo e testimone di una contemporaneità che sempre più va esasperandosi dietro a incessanti pressioni economiche, Ma Liang con la sua arte si fa portavoce di un desiderio di freschezza e vivacità. Le sue foto sono performance che non si fermano alla facile rappresentazione di un momento, ma rompono i confini per continuare il proprio percorso nell’immaginazione di chi osserva. Fino al 14 dicembre, Co2 contemporary art, borgo Vittorio 9/b, Roma. Info: www.co2gallery.com.