Urban Anno 6 Numero 49 giugno 2006
Da invitati è facile giudicare. Ma inventarsi party, sfilate e opening che lascino il segno non è da tutti.
La sospirata festa dello stilista del cuore? Il dj set con il very very special guest che piomba d’oltralpe? Il lancio dell’ultimissima miscela alcolica che ci darà la verve giusta per tutta l’estate? Un po’ per noia, un po’ per passione, ci si butta tutti puntualmente a capofitto nella marmellata di eventi che capitano sotto tiro.
Ma, se dopo essere stati shakerati come cocktail tra musica, ospiti, inciuci e salamelecchi vari, provassimo a raccontare cosa abbia reso mitici quel party o quella sfilata, non sapremmo davvero da dove cominciare: in fondo ci è piaciuto e basta.
Qual è allora la ricetta segreta per creare eventi memorabili? Lo abbiamo chiesto a qualcuno per cui “cucinarli” fosse il pane quotidiano.
Il mago Merlino in questione si chiama Gianluca Rumi: ha iniziato a produrre sfilate e party per Renzo Rosso, cioè Diesel, da sette anni ha una casa di produzione propria, jkrproductions.com. E ne ha viste e soprattutto fatte di tutti i colori.
Perché un evento funziona e un altro meno?
Per la riuscita di una manifestazione non bisogna trascurare davvero nulla, nella fase progettuale come in quella realizzativa: dal concept alla location, dalle luci alla musica, e poi il catering e tutto il resto.
L’attenzione maniacale per ogni minimo dettaglio (scelta dei collaboratori compresa) è indispensabile, ma senza una sana iniezione di realismo non si conclude nulla. Solo procedendo così l’intero puzzle prende forma. E quando la formula funziona, lo si capisce subito. Le facce degli ospiti non mentono: se si stanno divertendo e avranno un buon ricordo della cosa, te ne accorgi all’istante.
Hai mai organizzato qualcosa che poi è andato ben al di là delle più rosee aspettative?
L’ultima volta che mi è capitato è stato con il lancio in Italia di Shu Uemura – cosmetica di lusso – il marchio giapponese che ha prodotto le ciglia in diamanti per l’ultimo video di Madonna. La location scelta, una galleria che univa due palazzi, era assolutamente inedita. Pannelli e stoffe coprivano le parti fatiscenti delle pareti.
Catering, luci, dj e scenografie azzeccati, più due performer incredibili: una ragazza giapponese con un enorme pennello che disegnava ideogrammi su una lunghissima striscia di carta, mentre un maestro samurai eseguiva un antico rito nipponico con la sua katana (spada giapponese).
Una grande vetrina accoglieva poi le teche con le ciglia finte e attorno a un lunghissimo bancone luminoso decorato con terre e colori truccatori professionisti le applicavano agli ospiti. Il tutto veniva ripreso e proiettato su grandi tende bianche.
Cibo e alcol a volontà. Ci aspettavamo 150 presenze “toccata e fuga”, l’evento si è trasformato in una festa dove 500 persone sono rimaste per ore!
Quali sono gli errori che non ci si possono permettere?
Una location troppo grande rispetto al numero degli invitati. Meglio una bella coda di gente che litiga per entrare piuttosto che sperimentare l’effetto vuoto.
Evitare gli eccessi climatici: troppo freddo e troppo caldo fanno scappare.
Mai lesinare drink quando la gente se li aspetta, impedire che fonti di luce diretta incrocino gli occhi degli invitati.
Dimenticandoci per un attimo le variabili di tempo e denaro, esistono idee irrealizzabili nella produzione di un evento?
No, mai, una parte del nostro lavoro consiste proprio nel trovare il modo giusto per trasformare le idee, anche le più strane, in realtà.
Quanto invece contano il tempo e il denaro? O meglio, è possibile fare qualcosa di grandioso senza avere un budget spropositato e solo qualche settimana a disposizione?
Contano ovviamente tantissimo. Però ai miei committenti dico spesso: non datemi più denaro, ma più tempo!
L’idea che avresti sempre voluto realizzare e finora non hai mai prodotto?
Una sfilata dove ricostruire il Cotton Club con tanto di musica live... O una sfilata con un’orchestra sinfonica a fare da colonna sonora...
Quella che rifaresti tutti i giorni?
La sfilata per il 25° anniversario della Diesel: 65 tra modelli e comparse, 38mila spettatori. Abbiamo ripercorso la storia dell’azienda e messo in scena alcune delle loro pubblicità più famose... L’indiano che fabbrica jeans che si rompono sempre, i ragazzi col look “afro”, il cowboy brutto e cattivo che uccide quello bello e buono che viene soccorso dalle infermiere “hard”, le sexi-suore, il bacio “omo” tra marinai...
La più strana?
L’apertura del negozio di Milano di Marithé + François Girbaud. Abbiamo messo a soqquadro le colonne di San Lorenzo e quasi bloccato il traffico in corso di Porta Ticinese. Delirante, ma divertentissimo.
I modelli dei jeans sono ispirati a supereroi che di giorno conducono un’esistenza banale e di notte assumono superpoteri per combattere la normalità. Quindi attori vestiti di grigio con telefonino perennemente all’orecchio si muovevano come robot “affrontati” da ballerini e specialisti in arti marziali con costumi pazzeschi (i nostri supereroi) che ballavano nel centro di Milano.
Come colonna sonora, una jam-session di musica afro-jazz-sperimentale con “cantastorie” che rappavano le vicende dei supereroi... Veramente speciale!
Quella a cui stai lavorando?
Un mega evento di tre giorni con sfilate e feste sulla spiaggia di Riccione in occasione dell’apertura dell’attesissimo “Sixty hotel”. Costruiremo un villaggio di bellissime tende in spiaggia, chiringuiti, sdraio, lettini, ombrelloni per rilassarsi nei momenti liberi, dove si riunirà tutto il mondo Sixty (500-700 persone).
Come ci si sente nel ruolo di produttore?
Mi ritrovo perfettamente in un personaggio del film Shakespeare in love. Durante le prove che precedono la rappresentazione di una nuova Commedia tutto va a rotoli; gli attori litigano, uno si rompe una gamba, il teatro va in pezzi. Eppure il produttore, sempre in prima fila, osserva tutto con ineffabile tranquillità.
Ma come: proprio il produttore, quello che ci mette la faccia e i soldi...: dovrebbe essere disperato! E lui risponde: “Prima nulla va per il verso giusto, ma quando il sipario si alza tutto inizia a girare come deve e il pubblico assiste alla magia dello spettacolo”.